La scadenza del 30 Novembre è ormai alle porte: ecco che alcuni di voi devono avere gli occhi ben aperti se non volete correre il rischio di veder calare la vostra pensione.
Se non volete che vi scalino soldi, fate attenzione alla scadenza del 30 Novembre: una data che se non tenuta in considerazione, può portare a brutte sorprese. In che senso? Per i dettagli continuate a leggere qui di seguito.
Adempimenti necessari Inps: caratteristiche
Come accennato poco fa, bisogna stare con gli occhi ben aperti: questo riguarda soprattutto i lavoratori che sono titolari di assegni o che ricevono un trattamento pensionistico di invalidità, che hanno pagato meno di 40 anni di contribuzione e che nell’anno 2021 hanno svolto attività in autonomia.
Proprio questi lavoratori devono tenere in considerazione la data del 30 Novembre poiché prima di questa devono fare un’importante comunicazione all’Inps. Di cosa? Dei redditi che sono stati accumulati l’anno scorso, poiché oggetto di uno specifico vieto, quello parziale di cumulo con quelle che sono le prestazioni a livello pensionistico.
Questo è quanto rimembra anche l’Inps che appunto ricorda questa data e la sua importanza. L’adempimento suddetto afferma che i titolari di trattamenti pensionistici devono produrre la dichiarazione dei redditi per il loro lavoro autonomo, che si riferiscono all’anno prima.
Ciò è coerente con quanto detto dall’articolo 10 del decreto legge del 30 Dicembre che ha come oggetto il divieto di cumulo del trattamento pensionistico con i redditi che sono prodotti con il lavoro da autonomi.
Ciò va fatto entro lo stesso termine che si prevede per quella che è la dichiarazione ai fine dell’IRPEF, per lo stesso anno.
Che cosa deve fare il pensionato?
Sulla base di quanto detto sinora è chiaro: chi è titolare delle pensione entro l’anno 2021 e che è soggetto al divieto di cumulo citato poc’anzi, deve dichiarare prima e non dopo il 30 Novembre i propri redditi di lavoro autonomo che sono stati accumulati nell’anno 2021.
Inoltre gli stessi devono produrre un’altra dichiarazione: quella che riguarda in modo preventivo i redditi che si percepiranno l’anno dopo.
Dopo i vari cambiamenti che si sono avuti e che hanno dato il via al cumulo della pensione con quelli che sono i redditi da dipendenti ed autonomi, quello che è stato disposto e che abbiamo riportato sembra trovare in modo concreto un riscontro, se si parla delle gestioni private, riferendosi in modo specifico a chi è titolare di assegno d’invalidità o di altri trattamenti di invalidità che siano differenti dal trattamento pensionistico di inabilità.
Gli stessi devono aver versato al di sotto di 40 anni di contributi a decorrere da una data che segue il 31 dicembre 1994.
Diversa è la questione per chi è iscritto alla gestione dipendenti pubblici: per loro il divieto di cumulo pensione vale per i trattamenti pensionistici che derivano dal servizio per inabilità assoluta e permanente.
Dunque, non ci saranno diminuzioni in fatto di pensione se chi di dovuto presenterà nel 2021 un reddito da autonomi che sia al di sotto di euro 6.702,54.
Come presentare la dichiarazione
Se si parla dei soldi trattenuti circa le quote pensionistiche che non sono cumulabili con i redditi da lavoratori autonomi c’è da dire che sono effettuati dagli enti previdenziali e che per fare questo si tiene conto di una dichiarazione dei redditi che i titolari di pensione dovrebbero accumulare nell’anno corrente.
Entro la data di scadenza già citata, i lavoratori devono fare dichiarazione dei propri redditi da autonomi che hanno percepito nel 2021 e quelli che prevedono di percepire nel 2022.
Tale presentazione deve essere fatta anche dai titolari di pensione che hanno dichiarato una condizione reddituale preventiva che non ha subito cambiamenti.
La stessa cosa vale anche per i pensionati la cui situazione dell’anno corrente non sia cambiata se paragonata a quella che si è dichiarato l’anno prima. Come presentarla?
Mediante il sito inps: basta selezionare la dicitura Dichiarazioni Reddituali o Red Semplificato se si tratta della dichiarazione RED e scegliere la Campagna di riferimento.
In tal caso si parla dell’anno 2022 e della dichiarazione dei redditi che si riferiscono al 2021. Bisogna dichiarare i redditi non al lordo, ma al netto dei contributi previdenziali. E al lordo delle spese erariali.
Sanzioni e decurtazioni
Nel caso in cui dovesse esserci la decurtazione, si ricorda che il non poter cumulare i trattamenti con i redditi dipendenti o autonomi è limitato a quella che è la quota che eccede la quota minima Inps , in una misura che è del 50% o del 70% di quella che risulta essere l’eccedenza.
Se si parla di redditi autonomi le trattenute non devono eccedere il 30% di tali redditi mentre gli autonomi dovranno far attenzione al totale dei redditi.
Parlando di sanzioni, va detto che sono davvero forti per chi non adempie a ciò.
Ovvero chi non produrrà la dichiarazione dei redditi da autonomo dovrà poi riconoscere all’ente a cui appartiene, un importo uguale a quello della pensione che si percepisce nell’anno a cui dovrebbe riferirsi la stessa dichiarazione. Questo importo sarà preso dall’INPS automaticamente dalla pensione.