Pensioni INPS, ecco le novità per loro. Potrebbero cambiare le cose quest’anno per i nati dal 1956 al 1959. Tutto quello che c’è da sapere a tal proposito. I dettagli proprio qui di seguito.
Pensioni INPS: a partire dal mese di gennaio, con 20 anni di contributi potrebbero andare in pensione tutti i nati dall’anno 1956 fino all’anno 1959. Ecco cosa potrebbe quindi accadere nel 2023 alle persone interessate. Nel corso dell’anno 2023 una pensione potrebbe disporre di diversi sbocchi e varie misure, che si potrebbero scegliere come via da seguire a livello pensionistico. Vediamo in che modo.
Quando si parla di pensione, sicuramente molti di noi stanno con gli occhi e le orecchie ben aperti e non potrebbe essere certo altrimenti. Diverse sono le novità che interessano i pensionati in base a diversi criteri e requisiti, ma soprattutto in base ai contributi versati negli anni.
Solitamente sappiamo che, per ricevere il proprio assegno d pensione, in molte circostanze si ha necessità di avere alle spalle carriere piuttosto lunghe, iniziate quindi molti anni prima. Un esempio pratico in questo senso è che si ha bisogno di ben 41 anni di contributi, per quanto concerne la Quota 41 per lavoratori precoci.
In aggiunta serve un quantitativo di anni corrispondente a 42 anni più una decina di mesi di contributi, per quanto riguarda la pensione anticipata di genere ordinario.
Coloro che dispongono di una ventina d’anni di contributi appartengono esattamente a un paio di categorie di lavoratori, che rientrano tra quelle persone che potrebbero beneficare di quest’agevolazione pensionistica.
In riferimento a ciò, si parla precisamente di quelle persone che sono nate fra il 1956 e il 1959.
Ovviamente anche loro avranno a disposizione più possibilità, ma le norme del sistema previdenziale diminuiscono in modo sostanziale a questa determinata categoria, l’opportunità concreta di poter uscire mediante i 20 anni collegati al versamento dei contributi.
Da ciò che è stato spiegato fin’ora, si deduce che a partire da gennaio andranno in pensione tutti coloro che hanno 67 anni. Difatti saranno proprio i nati nel 1956 che potranno usufruire della pensione di vecchiaia ordinaria nell’anno 2023.
Pertanto tutte quelle persone che, oltre ai 67 anni di età, hanno completato i 20 anni di contributi, potranno andare in pensione quest’anno.
Per poter ottenere il raggiungimento di tale scopo, c’è la possibilità di poter adoperare tutti i contributi di qualunque titolo, che sono stati versati oppure accreditati.
In tal senso si fa uno specifico riferimento ai versamenti di genere volontario e alla contribuzione figurativa, come pure alla contribuzione da riscatto e ai contributi da lavoro.
Per quegli individui che si sono iscritti alla previdenza sociale successivamente al 31 dicembre del 1995, la pensione liquidata dovrà risultare pari a minimo il 2,8 volte l’assegno sociale.
Temete presente che nel 2023 saranno i nati nel 1959 a compiere 64 anni. Si tratta di lavoratori che hanno l’assegno calcolato totalmente mediante il metodo contributivo, proprio per il fatto di non aver la contribuzione versata all’interno del sistema retributivo.
Conseguentemente, per questa tipologia di lavoratori appena descritta, saltare l’uscita a 64 anni tramite i 20 anni di contributi che sono stati versati, potrebbe posizionarli in una situazione alquanto a rischio.
A partire dal mese di gennaio, con 20 anni di contributi si potrà andare in pensione, ma soltanto se si hanno tutti i requisiti richiesti.
Inoltre è importante tener presente che potrebbero esserci dei rischi di poter perdere pure l’eventualità della vecchiaia di tipo ordinario.
Difatti potrebbe non verificarsi l’uscita a 67 anni. Questo andrebbe ad accadere in un caso specifico, ovvero non raggiungendo la pensione minima di circa 1.311 al mese. Automaticamente in questo caso gli interessati risulterebbero completamente esclusi dalla pensione anticipata contributiva.
Inoltre per loro potrebbe anche saltare la pensione di vecchiaia a 67 anni. Tenete conto che la pensione di vecchiaia deve basarsi su contributivi puri con un assegno pari a 1,5 volte l’assegno sociale.
La pensione non è pari a 702 euro al mese? Allora in questo caso la pensione andrebbe a spostarsi ai 71 anni di età.
Dunque sulla base di quello che è stato detto, chi è nato nel 1956 potrà ricevere il proprio assegno di pensione di vecchiaia nell’anno corrente, rispettando il requisito anagrafico e quello contributivo.
Chi invece si è iscritto in seguito al 31 Dicembre del 1995, può ricevere il proprio assegno anche avendo 64 anni e 20 anni di contribuzione.
Ricordiamo che nell’anno corrente avranno 64 anni coloro che sono nati nel 59. Detta in poche parole, sembra che chi dispone di 20 anni di contribuzione possa rientrare in quelle categorie di persone che hanno la possibilità di godere di questi benefici a livello pensionistico. Persone che sono nate tra il 1956 e il 1959.
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