Il tempo stringe e per prendere una decisione sulla riforma pensioni, che andrà in vigore dal 2023, è una vera e propria corsa contro il tempo.
Nel caso in cui non si riesca a raggiungere un accordo, entrerà in vigore automaticamente la legge Fornero.
Il 2022 è ormai agli sgoccioli. Tra poco più di un mese potremo inoltrarci nel nuovo anno. Ed è proprio per questo motivo che è molto importante che il governo Meloni faccia il più in fretta possibile per effettuare una riforma sulle pensioni così che si possa evitare il ritorno della legge Fornero.
Infatti, la maggioranza, sembra essere totalmente contraria al fatto che questo regime pensionistico possa tornare nuovamente in atto.
Il Ministero del Tesoro prevede la possibilità di un’uscita anticipata a 62 o a 63 anni anche se, coloro che scelgono di continuare a lavorare, potranno ottenere uno stipendio aumentato del 10%.
Il governo sembra essere pronto nella ricerca di una soluzione che dovrà essere applicata entro il mese di dicembre ossia quando ci sarà la scadenza di quota 102, Ape sociale e Opzione donna.
Nonostante ciò è molto importante però fare i conti con i fondi presenti in cassa in quanto, solo per quanto riguarda l’adeguamento degli assegni ma si dovrà fare i conti con l’inflazione fino al 2025, ci sarà bisogno di 50 miliardi di euro.
Una situazione in cui è molto importante tener presente anche le difficoltà provocate dal caro energia.
In base a ciò che anticipa Il Corriere della Sera, coloro che scelgono di continuare a lavorare anche se hanno tutti i requisiti per andare in pensione, possono ottenere un aumento netto del 10%, mentre il datore di lavoro non sarà più costretto a versare la contribuzione.
L’argomento su cui si sta dibattendo più a lungo e quello che riguarda il quoziente pensionabile.
Si parla infatti di una condizione che può avvenire solo nel momento in cui si sono versati 41 anni di contributi.
Nonostante ciò, c’è sempre il vincolo dell’età su cui si discute ancora molto. Si tratta di una soluzione che sembra piacere molto ai sindacati secondo i quali andare in pensione a 62 o 63 anni, una decisione che va a mettersi in linea con la media Europea.
Inoltre, l’ipotesi di aumentare l’opzione donna, una legge che nel 2022 è dato la possibilità 18.000 lavoratrici di andare in pensione, e ancora da verificare.
Infatti per il momento sembra essere in vista un taglio degli assegni fino al 25%.
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