Pensioni anticipate: vediamo come capire le novità in vista della riforma delle pensioni 2017 e dei decreti attuativi che seguono la Legge di Bilancio dopo la serie di incontri tra sindacati e Poletti, ministro del lavoro. Le ultime news più interessanti sulle pensioni riguardano proprio le pensioni anticipate (APE) e la pensione opzione donna. Chiariamo quindi di seguito questi temi dell’argomento PENSIONI, e quindi chi può usufruire della pensione anticipata, o dell’Opzione Donna, quali sono i requisiti necessari e, in conclusione, come richiedere la pensione anticipata, se se ne ha diritto.
PENSIONE ANTICIPATA: COS’E’ L’APE?
I lavoratori possono chiedere la pensione anticipata, ma solo se hanno determinati requisiti. Ma cos’è l’APE in definitiva? E’ l’anticipo pensionistico, ossia una opportunità che hanno i lavoratori che possono lasciare il proprio impiego prima del tempo standard stabilito. Per la definizione dei decreti attuativi in merito, i sindacati e il ministro Giuliano Poletti hanno calendarizzato diversi incontri in cui poter discutere e stabilire tutti i dettagli.
Questo anticipo pensionistico è una sorta di prestito destinato dall’INPS ai dipendenti pubblici e privati, ma anche ai lavoratori autonomi. Questo importo sarà ammortizzato con rate ventennali sulla pensione percepita dagli aventi diritto. In caso di decesso del titolare della pensione, entrerà in gioco un’assicurazione con la quale si è stipulata la polizza, quindi non andrà a intaccare l’assegno di reversibilità. Va ricordato che questo progetto APE/INPS è in via di sperimentazione, e durerà due anni.
Per alcune categorie di lavoratori (a rischio e più bisognosi) l’anticipo pensionistico è quindi a totale carico dello stato grazie a un ‘reddito ponte’. La platea a cui si riferisce sono i dipendenti pubblici e privati e i lavoratori autonomi con 63 anni d’età, quindi a 3 anni e 7 mesi prima della pensione di vecchiaia, grazie appunto ad un anticipo pensionistico che il lavoratore stipula con l’Inps dopo avere versato almeno 30 anni o 36 anni di contributi. Nello specifico, sono 30 anni per i disoccupati, per gli invalidi (minimo al 74%) o con parenti 1° grado che abbiano una disabilità grave. Sono invece 36 anni di contributi per i soggetti che abbiano svolto lavori pesanti in via continuativa per almeno 6 anni.
PENSIONE ANTICIPATA: ADDIO PENALIZZAZIONE FORNERO
La legge Fornero aveva previsto che chi avesse percepito il pensionamento anticipato prima dei 62 anni di età avrebbe subito una penalizzazione sulle anzianità retributive maturate fino al 2011. Il taglio era pari al 2% per ogni anno di anticipo rispetto ai 60 anni di età e dell’1% per ogni anno prima dei 62. Tale meccanismo, già congelato sino al 31.12.2017 (articolo 1, comma 113, legge 190/2014), viene soppresso in via definitiva dopo l’anno in corso come stabilito nell’articolo 1, comma 194 della legge 232/2016.
PENSIONE ANTICIPATA A 63 ANNI, COME OTTENERLA
Come ottenere la pensione anticipata a 63 anni? I lavoratori devono avere determinati requisiti, ad esempio devono avere almeno 20 anni di contribuzione ‘effettiva’, cioè devono aver iniziato a versare i contributi previdenziali dal 1995 e la retribuzione media durante la carriere lavorativa deve aver raggiunto una quota pari almeno a 2,8 volte l’assegno sociale (retribuzione minima media annua intorno ai 30 mila euro). L’assegno pensionistico da percepire, quindi, non dovrà essere inferiore a 1255 euro lordi al mese (per il 2017).
PENSIONE ANTICIPATA, PROROGA OPZIONE DONNA
Le lavoratrici che vogliano scegliere la pensione anticipata Opzione donna dovranno presentare domanda entro l’ultimo giorno di febbraio, anche se è stata chiesta una proroga dal deputato di Possibile Andrea Maestri: “L’ordine del giorno che abbiamo presentato al Milleproroghe per la prosecuzione del regime sperimentale di Opzione Donna è stato accolto dal Governo come raccomandazione. Un altro punto a favore della giusta battaglia politica per la proroga del regime pensionistico al 31 dicembre 2018. L’ordine del giorno impegna il Governo a destinare le risorse non utilizzate, anche alla luce dei recenti dati emersi, risultanti dall’attività di monitoraggio prevista dall’art. 1, comma 281 della legge 208/2015, prioritariamente per la prosecuzione del regime sperimentale di Opzione Donna, introdotto dalla legge 23 agosto 2004, n. 243, Art. 1, comma 9. prevedendo la proroga fino al 31 dicembre 2018 così come stabilito dalla legge 208/2015”.
Interessate sono le lavoratrici che al 31 dicembre 2015 avevano compiuto 57 anni, ma che a tale data non erano in possesso degli ulteriori tre mesi richiesti per effetto degli incrementi alla speranza di vita applicati dal 1/1/2013, pur essendo in possesso di un’anzianità contributiva pari a 35 anni. Resta inteso che le suddette lavoratrici dovranno comunque aver maturato gli ulteriori 7 mesi relativi agli incrementi della speranza di vita entro il 31 luglio 2016. La pensione di anzianità, nel caso di opzione donna, viene corrisposta alla lavoratrice decorsi 12 mesi dalla data di maturazione dei requisiti previsti. PER TUTTI I DETTAGLI SULL’OPZIONE DONNA, CLICCA QUI.
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