In attesa di saperne di più sulla riforma pensioni oggi arriva la news sul prelievo forzoso, tema chiarito nel decreto legge Milleproroghe, che è stato approvato in via definitiva e che di fatto ha rinviato di un anno il prelievo sulle pensioni che era stato fissato ad aprile 2017. La legge di Stabilità aveva già permesso di rinviare il prelievo pensioni dal 2016 al 2017 e l’Inps prevedeva di rendere effettivo il provvedimento, che invece è stato nuovamente rimodulato dal Milleproroghe per finanziare l’APE, la proroga Opzione donna ed altre misure presenti nei decreti attuativi pensioni 2017 a sostegno dei pensionati.
NOVITA’ PENSIONI 2017
Le ultime sulle pensioni ci dicono dunque che è rinviato al prossimo anno il recupero forzoso sull’assegno pensionistico considerato ‘più ricco’, ossia sulle somme che sono più alte di almeno tre volte la pensione minima erogata dall’INPS. La restituzione della maggiore indicizzazione concessa nel 2015, equivalente allo 0,1%, è quindi stata rinviata al 2018. Dato che il tasso di inflazione in quest’ultimo anno è rimasto sostanzialmente a zero, praticamente non ci sono stati effetti di rilievo sugli assegni INPS percepiti dai pensionati.
PRELIEVO PENSIONI: A CHI TOCCA
Il prelievo forzoso riguarda le pensioni più alte, come detto, ci si riferisce dunque agli assegni pensionistici lordi mensili che vanno dai 1.400 ai 3.000 euro, sui quali il prelievo, comunque contenuto, andrebbe dai 16 ai 20 euro. L’attuale sistema, che dal 2014 è in vigore fino alla fine del 2018, prevede la piena indicizzazione all’inflazione delle pensioni fino a 3 volte il minimo INPS, una rivalutazione al 95% per i trattamenti tra 3 e 4 volte il minimo, percentuale che scende al 75% in caso di pensioni comprese tra 4 e 5 volte il minino, al 50% tra 5 e 6 volte e al 45% per gli assegni di importo maggiore oltre le sei volte il minimo INPS.
ULTIME NOTIZIE PENSIONI
Per evitare che un possibile innalzamento dell’inflazione porti conseguenze negative sulle pensioni, il Governo, dopo l’incontro coi Sindacati, sta lavorando all’ipotesi di reintrodurre, dal 2019, fasce di rivalutazione più favorevoli (che erano previste fino al 2011) per i pensionati che percepiscono assegni con importi superiori a tre volte il trattamento minimo INPS. Tale sistema di rivalutazione tornerebbe a essere un po’ più generoso coi pensionati, dato che è incentrato su fasce di importo e non più su scaglioni di singoli importi.