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Categories: Economia

Pensioni, novità Ape e Fase 2: Poletti incontra i sindacati

Il governo, ossia il ministro del lavoro Giuliano Poletti incontra i sindacati per discutere di Pensioni, Ape, Opzione Donna, Quota 41 per i Precoci e altri temi riguardanti lavoro e previdenza, in attesa dei decreti attuativi – ai quali si aggiungono gli accordi quadro con Abi e Ania e la convenzione Inps – Mef sul Fondo di garanzia – che saranno pronti entro il 2 marzo 2017, ossia entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge di Bilancio. L’obiettivo dichiarato di questo incontro non è soltanto discutere su chi ha diritto ad accedere ai benefici stabiliti dalle nuove misure contenute nella norma, quanto anche sull’opportunità di rendere operativi al più presto in maniera effettiva – ossia entro il 1° maggio 2017 – sia l’anticipo pensionistico (Ape) che la Quota 41 per i lavoratori Precoci, e la cosiddetta Fase 2 che dovrebbe vedere la luce nel 2018.

A caldo, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti dopo l’incontro con i sindacati delle varie sigle – Cigl, Cisl e Uil – in via Veneto a Roma ha commentato la necessità di un futuro confronto a proposito della governance dell’Inps e degli altri istituti, sollecitato da Susanna Camusso: “Noi abbiamo detto in passato e ribadiamo la nostra convinzione che si debba affrontare una discussione con i sindacati sulla governance dell’Inps e lo faremo. Dovremo fare una considerazione generale e abbiamo previsto un confronto su questo”. Inoltre ha confermato che il metodo che ha portato al verbale di intesa è sempre valido e proseguirà: “C’è un piano di lavoro condiviso” con tre appuntamenti. Il primo appuntamento, fissato il 1 marzo sarà dedicato ai decreti attuativi sull’Ape volontaria e l’Ape sociale (ovvero la fase 1). Gli altri due appuntamenti, che dovrebbero essere il 9 e il 23 marzo, riguarderanno sulla Fase 2 delle pensioni a partire dai giovani e su politiche attive, ammortizzatori e lavoro. Il ministro ha poi confermato l’impegno a far partire l’anticipo pensionistico da maggio.

Anticipo pensionistico
APE E INPS, COME FUNZIONA? Dal 1° maggio 2017 i lavoratori dipendenti e i lavoratori autonomi (tranne i liberi professionisti iscritti nelle rispettive casse professionali) potranno chiedere un prestito pensionistico erogato dall’Inps, fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia. L’APE partirà in via sperimentale e durerà 2 anni, fino al 31 dicembre 2018. Uno dei punti principali della discussione tra Poletti e i sindacati è proprio quello dell’attuazione dell’Ape, l’anticipo pensionistico volontario, sociale e aziendale. Il principale nodo da sciogliere resta decidere i criteri di attuazione con la definizione del primo tasso fisso d’ingresso e del premio assicurativo che non potrà varcare la soglia del 30% dell’assegno Inps per il futuro pensionato. In discussione ci sono anche le intese con i patronati che dovranno gestire le domande per l’Ape fatte dai lavoratori.

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Lavoratori precoci e Quota 41
La legge di Stabilità prevede che i lavoratori precoci che rientrano nella categoria di lavori considerati usuranti e gravosi possono andare in pensione con 41 anni di contributi versati, alla condizione di aver versato almeno 12 mesi di questi contributi prima del compimento dei 19 anni di età. Tra i punti in discussione ci sono anche il nuovo cumulo dei periodi assicurativi e le mansioni usuranti.

Opzione Donna
L’opzione donna è un meccanismo attraverso il quale le lavoratici possono fare richiesta di pensione anticipata, in cambio di avere l’intero assegno pensionistico calcolato con il metodo contributivo.

Cumulo gratuito dei contributi previdenziali
Tra le nuove regole di riforma del sistema contributivo volte a rafforzarne l’equità e la flessibilità c’è il cumulo gratuito dei contributi previdenziali. Il cumulo è un meccanismo nuovo che si aggiunge alla ricongiunzione e alla totalizzazione, ed è rivolto a tutti quei lavoratori che hanno versato contributi in diverse casse previdenziali, a causa di lavori precari e discontinui. Tale norma consente quindi di ottenere (senza ulteriori oneri) un’unica pensione stabilita secondo le regole di calcolo previste da ciascun fondo e sulla base delle rispettive retribuzioni di riferimento.

Aumento ed estensione della Quattordicesima
La legge di bilancio prevede anche l’estensione della platea di riferimento e l’aumento della Quattordicesima mensilità riservata alle pensioni più basse. Matteo Renzi aveva parlato di un aumento dai 30 ai 50 euro al mese e Poletti ha annunciato che l’aumento della Quattordicesima sarà del 30%. Chi riceve una pensione minima vedrà dunque aumentare l’assegno della quattordicesima in base agli anni di contributi, e chi invece finora non ne ha mai avuto diritto, inizierà ad averne con l’importo minimo previsto nel 2016. Il provvedimento è quindi rivolto a pensionati che guadagnano fino a 13.050 euro annui, mentre finora il limite era fissato a 10mila.

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Stop alle penalizzazioni sulla #pensione anticipata previste dalla legge Monti-Fornero
Ed è scaduta il 31 dicembre 2016 la misura temporanea introdotta dalla legge di stabilità 2015 a proposito delle penalizzazioni stabilite dalla Legge Fornero per quei lavoratori che sono andati in pensione con la massima anzianità contributiva prima del 62° anno di età. La riforma delle pensioni firmata Monti-Fornero aveva infatti previsto la riduzione dell’assegno pensionistico pari all’1% per ciascuno dei primi due anni mancanti ai 62 anni d’età (60 e 61), riduzione che aumentava al 2% per ogni ulteriore anno. Come stabilito nel verbale siglato lo scorso 28 settembre tra governo e sindacati, sarà quindi cancellato definitivamente il meccanismo di disincentivazione al pensionamento anche con riferimento a coloro che maturano il requisito contributivo utile per conseguire la pensione anticipata dopo il 31 dicembre 2017. Pertanto i lavoratori potranno continuare ad accedere alla pensione anticipata (cioè al raggiungimento di 42 anni e 10 mesi di contributi o 41 anni e 10 mesi le donne) a prescindere dall’età anagrafica senza incorrere in alcuna decurtazione dell’assegno.

Futuro previdenziale dei giovani
Al centro della discussione c’è anche il futuro previdenziale per i giovani, la defiscalizzazione, partendo da una riduzione dell’aliquota fiscale fino a quota 14-15%, e il rafforzamento della previdenza integrativa con misure che ne favoriscano l’accesso. I sindacati punteranno infatti a ottenere un adeguamento delle pensioni dei giovani lavoratori con redditi bassi e discontinui, con la possibilità di introdurre una pensione contributiva di garanzia per fasce di anni di contribuzione e non su scaglioni di importo.

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Dopo l’incontro sul tema pensioni avuto con il ministro del Lavoro Giuliano Poletti il 21 febbraio a Roma, il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha affermato soddisfatta: “È stato un incontro metodologico ma importante, perché di rinvio in rinvio non si iniziava mai la discussione. Abbiamo definito come chiudere la fase 1 con la stesura dei decreti applicativi delle norme contenute nella legge di bilancio e abbiamo definito una serie di incontri su pensioni e lavoro. E abbiamo sollecitato il ministro ad aprire un confronto sul tema della governance dell’Inps”. Le ha fatto eco la leader Cisl Annamaria Furlan, che ha concluso: “è stato confermato il metodo che ci ha portato al verbale di accordo, un metodo positivo e vincente: dopo 3 anni di richieste vediamo infine all’ordine del giorno il tema della governance dell’Inps”.

Kati Irrente

Giornalista per vocazione, scrivo per il web dal 2008. Mi occupo di cronaca italiana ed estera, politica e costume. Naturopata appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d'autore.

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