In tema di pensioni ci sono novità dopo l’approvazione del decreto attuativo relativo all’APE Social, ossia all’anticipo pensionistico previsto dalla nuova riforma delle pensioni 2017 per una serie di lavoratori che soddisfano determinati requisiti. Vediamo di seguito tutte le ultime notizie dell’ultima ora sulle pensioni anticipate, come funziona l’APE Social, chi ha diritto all’APE Social, la scadenza per fare domanda del sussidio e in cosa si differenzia dall’Ape Volontaria.
PENSIONI NOVITA’ DECRETO ATTUATIVO APE SOCIAL
Come già detto più volte e come stabilito dal decreto attuativo l’Ape social può essere richiesto, e quindi erogato, a determinate categorie di lavoratori. Chi ha diritto di chiedere e fare domanda per l’APE social, quindi? E’ presto detto, in pensione anticipata a 63 anni di età (devono essere compiuti entro il 31 dicembre 2017) possono andare:
– I disoccupati licenziati che non percepiscono indennità o altri tipi di ammortizzatori sociali da almeno tre mesi e con un’anzianità contributiva di almeno 30 anni;
– I lavoratori dipendenti o autonomi con una invalidità di almeno il 74% e con un’anzianità contributiva di almeno 30 anni;
– I lavoratori dipendenti o autonomi che assistono un disabile convivente (coniuge o di primo grado) a carico da almeno sei mesi, e con un’anzianità contributiva di almeno 30 anni;
– I lavoratori dipendenti o autonomi che svolgono attività usuranti o gravosi da almeno sei anni in via continuativa e abbiano maturato 36 anni di contributi.
APE SOCIAL, COME FUNZIONA?
Il meccanismo dell’Ape social si può riassumere brevemente così: è una misura che agevola l’uscita del lavoratore dal mondo del lavoro e lo traghetta verso la spettante pensione di vecchiaia. Gli assegni erogati al lavoratore sono interamente a carico dello Stato, quindi non ci sono oneri per il singolo lavoratore, che può fare domanda di Ape Social del tutto gratuitamente, a patto che si trovi a non più di 3 anni e 7 mesi dalla pensione di vecchiaia nel regime pubblico obbligatorio. La pensione anticipata Social sarà dunque erogata sino alla data di maturazione della pensione di vecchiaia (cioè sino al raggiungimento di 66 anni e 7 mesi).
Quindi la misura di sostegno è prevista soltanto per soggetti in condizioni di disagio, ed è attiva dal prossimo primo maggio fino al 31 dicembre 2018 (in via sperimentale come riportato nella nuova riforma delle pensioni 2017). L’assegno dell’Ape Social, pari all’importo della rata mensile di pensione calcolata al momento dell’accesso alla prestazione e per un massimo di 1.500 euro al mese, verrà corrisposto per 12 mesi l’anno e non è soggetto a rivalutazione. Il provvedimento è stato approvato dal Consiglio dei Ministri e si attende il vaglio del Consiglio di Stato prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, che avverrà nei prossimi giorni.
APE SOCIAL: DOMANDE DA PRESENTARE DAL 1° MAGGIO
I lavoratori che vogliono andare in pensione con l’APE Social devono far pervenire la domanda di pensione anticipata dal 1° maggio al 30 giugno 2017. I pagamenti sono previsti tra settembre e dicembre.
APE VOLONTARIA COME FUNZIONA E DIFFERENZE CON APE SOCIAL
Come funziona l’Ape volontaria, che ancora è in via di definizione dato che il decreto attuativo relativo non è stato ancora stabilito? La differenza con l’APE Sociale è che in quel caso l’anticipo pensionistico è a carico dello Stato e non va restituito dal lavoratore, mentre l’ape volontario è una sorta di credito anticipato da un ente, che va restituito.
Il lavoratore che intende andare in pensione anticipata volontariamente può ottenere un prestito bancario per dodici mensilità, ossia un finanziamento (senza tassazione) che poi va restituito in 20 anni con rate di ammortamento mensili graduali che saranno successivamente trattenute direttamente sulla pensione di vecchiaia regolarmente maturata, purché di importo non inferiore a 1,4 volte l’assegno di pensione minimo (501,89 euro nel 2017, quindi l’importo non deve essere inferiore a 702,65 euro).
La domanda di Ape volontaria deve obbligatoriamente essere associata alla stipula di una polizza assicurativa che permette di coprire la restituzione del prestito in caso di decesso del lavoratore, in modo da evitare possibili conseguenze sull’eventuale pensione ai superstiti, che viene quindi pagata regolarmente. Prima della definizione dell’Ape volontaria, ad ogni modo, bisogna attendere anche i risultati che matureranno dall’incontro tra governo e Ania e Abi.
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