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Categories: Economia

Pensioni novità ultima ora: arrivano i fondi pensione integrativi europei

Novità dell’ultima ora in tema pensioni: arrivano i fondi pensione europei, prodotti previdenziali da ritenere ‘senza frontiere’, ossia validi per tutti i cittadini UE. Entro un anno potrebbe già essere approvato un regolamento dell’Unione Europea volto non soltanto a dar vita a una nuova tipologia di prodotti pensionistici individuali denominati PEPP (Pan-european personal pension plan), ma anche a favorire il mercato delle pensioni complementari, garantendo che siano comuni le regole da seguire, ma non solo. Il progetto prevede anche dei vantaggi per ogni singolo lavoratore che intende sottoscrivere una pensione, perché non solo darà più scelta ai lavoratori privi di un fondo negoziale ma abbasserà anche gli attuali costi di offerta da parte di banche e assicurazioni.

Dal momento che i singoli Stati Nazionali dell’Unione Europea hanno difficoltà a garantire adeguate pensioni ai lavoratori, spesso i governi chiedono ai cittadini di provvedere da soli a sottoscrivere un fondo pensionistico per assicurarsi una rendita aggiuntiva. Dal momento che ogni Paese ha delle regole diverse, l’Europa va verso l’omologazione delle regole, in modo che a breve sia possibile sfruttare un prodotto pensionistico unico valido per tutti gli Stati membri.

FONDI PENSIONI UE, COSA SONO I PEPP?
Il PEPP (personal pensions product – PEPP), presente nel piano della Commissione Europea per la creazione di un’Unione dei Mercati dei Capitali (CMU), è quindi un prodotto pensionistico paneuropeo ideato per integrare le pensioni lavorative individuali maturate a livello nazionale. Il modello di riferimento è il Pip (piano pensionistico individuale) già vigente in Italia, che non è altro se non un’assicurazione con finalità previdenziali. Secondo le aspettative, il nuovo prodotto pensionistico contribuirà a produrre più risparmi agli investimenti a lungo termine nell’UE. E una maggiore concorrenza sul mercato.

REGOLE DEI FONDI PENSIONI UE
I PEPP saranno autorizzati dall’Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali (EIOPA) e potranno poi essere sottoscritti in tutta l’UE. Al momento nella proposta della Commissione sono elencate delle norme che definiscono le caratteristiche fondamentali del prodotto, quali i requisiti di trasparenza, le norme di investimento, il periodo di durata, la commutazione e la portabilità.

Gli Stati membri fisseranno le condizioni per la fase di accumulo e la retribuzione del capitale, nonché il trattamento fiscale. Si tratta di regole semplici destinate a una platea semplice e quindi a portata di tutti i lavoratori.

Il quadro normativo proposto è stato pensato per venire incontro alle esigenze dei diversi soggetti che possono essere interessati ad includere i PEPP nelle loro attività, come le compagnie di assicurazione, le banche, i fondi pensione professionali o di categoria.

L’ESPERTO DI PENSIONI SUI PEPP
“L’avvio dell’offerta dei PEPP”, dice Mauro Marè consigliere economico del ministro dell’Economia sui temi pensionistici “è sicuramente un fatto positivo perché allargherà l’offerta di prodotti pensionistici a capitalizzazione per i risparmiatori italiani e quindi inevitabilmente porterà maggiori possibilità di scelta, più concorrenza e una spinta alla riduzione dei costi, in Italia già relativamente bassi rispetto agli altri paesi europei”.

E ancora: “Ci stiamo avviando lentamente verso un vero mercato unico europeo in materia di previdenza complementare che avrà evidenti vantaggi dimensionali, di scala, di comparabilità delle caratteristiche dei prodotti offerti. Certo avere un mercato unico, davvero però, costringerà Bruxelles e i vari paesi a uno sforzo ulteriore di armonizzazione e di sincronizzazione dei vari piani offerti. Ci sono ancora molte differenze in termini di costi, di qualità dei prodotti offerti, soprattutto di governance dei fondi e soprattutto di qualità delle prestazioni offerte e di garanzie – ci sono anche altri dettagli minori importanti, come ad esempio le modalità di un’uscita anticipata”.

Attualmente, secondo dati Ocse, solo il 27% degli europei con età compresa tra i 25 e i 59 anni si è iscritto a un piano pensionistico.

Vedremo come cambieranno le percentuali dopo l’approvazione della proposta che ora passa al vaglio degli Organismi decisionali europei come il Consiglio ed il Parlamento Europeo.

Kati Irrente

Giornalista per vocazione, scrivo per il web dal 2008. Mi occupo di cronaca italiana ed estera, politica e costume. Naturopata appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d'autore.

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