Ultima ora sui vitalizi parlamentari: la Camera ha approvato il ddl Richetti, così chiamato dal nome del primo firmatario Matteo Richetti (PD) che applica il metodo contributivo ai vitalizi degli ex parlamentari. Hanno votato a favore 348 deputati, 17 contrari, 28 astenuti: ora il provvedimento passa al Senato. Il voto è arrivato al termine di una giornata carica di veleni con uno scambio di battute tra M5S, capitanati da Luigi Di Maio, e i dem con Richetti ed Ettore Rosato in un tentativo reciproco di addossarsi la paternità del provvedimento. “Sono soddisfatto, il voto è stato quasi all’unanimità, significa che il lavoro effettuato ha prodotto un consenso molto importante“, ha dichiarato il firmatario del ddl. La palla ora passa a Palazzo Madama per dare il via libera definitivo all’abolizione dei vitalizi parlamentari.
Tra le novità, oltre all’uso del sistema contributivo viene istituita una gestione separata all’Inps e la norma riguarda anche gli ex parlamentari che vedranno un ricalcolo delle indennità percepite con tagli che, per chi ha trascorso pochi anni in Parlamento, superano il 50 per cento.
Tra le modifiche al testo base sull’abolizione dei vitalizi approvate dalla commissione Affari costituzionali della Camera anche una riformulazione di un comma dell’articolo 10: “Nel caso di nomine in organi di amministrazione di enti pubblici, di enti privati in controllo pubblico e di fondazioni bancarie, l’erogazione del trattamento è sospesa se l’ammontare dell’indennità per tali cariche sia superiore a quello del trattamento previdenziale previsto dalla presente legge”. Vediamo di seguito altri dettagli.
ABOLIZIONE DEI VITALIZI PARLAMENTARI: CHE SIGNIFICA?
I vitalizi pagati ai parlamentari italiani hanno vita breve. Almeno nella misura attualmente nota. Infatti la nuova legge prevede che i vitalizi siano aboliti e le pensioni per i parlamentari siano basate sul sistema contributivo, come già avviene per altri dipendenti statali. La norma, se varata, si applicherà integralmente non solo ai parlamentari in carica, ma anche a quelli ormai cessati dal mandato e che percepiscono ugualmente l’assegno.
RIFORMA PENSIONI PARLAMENTARI: LE NOVITA’
La riforma delle pensioni parlamentari prevede che per avere diritto alla pensione, il parlamentare deve aver lavorato per almeno cinque anni e comincia a essere erogata al compimento del 65esimo anno. Inoltre viene istituita presso l’Inps un’apposita gestione separata dei fondi destinati al trattamento previdenziale dei parlamentari e, nel passaggio al sistema contributivo le pensioni dei parlamentari non potranno essere superiori al trattamento già percepito al momento dell’entrata in vigore della legge.
#PENSIONI COME TUTTI, M5S E LA LEGGE PER L’ABOLIZIONE DEI VITALIZI
“L’approdo in Aula del ddl sul taglio dei vitalizi è una nostra vittoria”, rivendicano i deputati M5S della commissione Affari costituzionali. Ora speriamo che il Pd favorisca un iter del provvedimento veloce e, soprattutto, garantisca i voti necessari della sua maggioranza in entrambe le Camere, opponendosi al voto segreto”. La speranza del Movimento 5 Stelle è fare diventare legge la proposta entro un paio di settimane, chiudendo il cerchio sul privilegio che già dallo scorso febbraio è stato argomento di contesa accesissima tra loro (soprattutto Di Battista) e Richetti del PD.
RICHETTI DIFENDE LA ‘LEGGE PD’ CONTRO I VITALIZI
“Oggi la commissione Affari costituzionali della Camera ha approvato in via definitiva la legge proposta dal Pd che ricalcola i vitalizi per i deputati e i senatori esattamente con le regole che valgono per tutti i cittadini cioè con il sistema contributivo. Non riguarda le pensioni normali ma solo quelle dei parlamentari ed è un gesto fondamentale per riconnettere sentimentalmente la politica e il Parlamento con i cittadini”, ha dichiarato lo scorso maggio il primo firmatario della proposta sull’abolizione dei vitalizi, Matteo Richetti (Pd), alle telecamere di Montecitorio. Ma non sono tutti d’accordo nel condividere un certo entusiasmo.
ABOLIZIONE VITALIZI PARLAMENTARI E DUBBI DI INCOSTITUZIONALITA’
Il deputato Gian Luigi Gigli, capogruppo di ‘Democrazia Solidale – Centro Democratico’ ha spiegato che: “L’approvazione in Commissione della PdL Richetti sui vitalizi, avvenuta grazie all’intesa PD-M5S, non rimuove i dubbi di incostituzionalità per la retroattività del provvedimento e l’invasione delle competenze delle regioni. La rincorsa del populismo non gioverà a un partito che dovrebbe mostrare senso di responsabilità. Se approvata definitivamente, la legge sui vitalizi aprirà interminabili contenziosi per la messa in discussione di diritti quesiti. Fortunatamente sembra una manovra a fini di propaganda elettorale, destinata a rimanere su un binario morto. Il PD non dimentichi, tuttavia, che potrebbero rivelarsi un autentico boomerang le coperture necessarie per attivare un fondo che non è stato mai accantonato e il pericolo che vengano ricalcolati secondo il metodo contributivo i vitalizi di categorie molto numerose che in passato hanno potuto andare in pensione avendo versato contributi anche solo per meno di 20 anni. Soprattutto, ricordi che l’elettore preferisce l’originale alla copia anche in tema di populismi”.