Nel disastroso maggio del Coronavirus, in Italia le pensioni hanno superato gli stipendi: lo rivela un’analisi dell’Ufficio studi della Cgia, secondo cui sarebbe stata registrata una netta contrazione nel numero di buste paga.
L’analisi della Cgia, associazione artigiani e piccole imprese, la dice lunga sullo stato di salute dell’occupazione in Italia e misura la “temperatura” di una situazione fortemente intaccata dall’emergenza Covid.
Emerge un ritratto del Paese in cui il numero delle pensioni erogate supererebbe quello delle buste paga, dato relativo al mese di maggio 2020. La traduzione non sarebbe molto confortante: aumentano i pensionati e calano gli occupati.
Si tratterebbe di un sorpasso registrato nel corso degli ultimi mesi, come sottolineato da Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio studi Cgia: “Dopo l’esplosione del Covid, è seguito un calo dei lavoratori attivi. Con più pensioni che impiegati, operai e autonomi, in futuro non sarà facile garantire la sostenibilità della spesa previdenziale che ora supera i 293 miliardi di euro all’anno, il 16,6% del Pil“.
Dal 1° gennaio 2019, il numero complessivo delle pensioni sarebbe aumentato di almeno 220mila unità, tenendo conto dell’ordinario flusso in uscita dal mercato del lavoro per chi ha raggiunto il limite di età e dell’impulso dato dall’introduzione della misura Quota 100.
Nel maggio scorso, il numero degli occupati sarebbe sceso a 22,77 milioni di unità, superato da quello degli assegni pensionistici erogati. “Con culle vuote e un’età media della popolazione sempre più elevata – ha aggiunto Zabeo –, nei prossimi decenni avremo una società meno innovativa, meno dinamica e con un livello e una qualità dei consumi interni in costante diminuzione”.
La situazione peggiore sarebbe al Sud, dove, secondo i dati Cgia, tutte le regioni presenterebbero più pensionati che occupati. Un trend che avrebbe come eccezione solo il caso di 3 province del Meridione, in cui sarebbe registrato un saldo positivo (più stipendi che pensioni erogate): Teramo, Ragusa e Cagliari.
Al Nord, invece, si registrerebbe una condizione di criticità solamente in Liguria, in cui tutte le 4 province avrebbero saldo negativo e il Friuli Venezia Giulia che ha un saldo pari a zero.
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