Pensioni, Tito Boeri: ‘Il problema è l’equità, i politici hanno troppi privilegi’

Relazione annuale Inps

“Il problema vero che abbiamo oggi in Italia è quello dell’equità e non quello della sostenibilità finanziaria del nostro sistema pensionistico”, è il nuovo durissimo attacco del presidente dell’Inps Tito Boeri. Intervistato a Presadiretta nella puntata che andrà in onda lunedì, il numero uno dell’Istituto nazionale di previdenza sociale parla ancora una volta a ruota libera.

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Alla vigilia dell’incontro tra sindacati e Governo per definire gli interventi in materia pensionistica, Boeri parla chiaro e dipinge un quadro di vera e propria ingiustizia sociale. “Ci sono delle persone che oggi hanno dei trattamenti pensionistici, o hanno dei vitalizi, come nel caso dei politici, che sono del tutto ingiustificati alla luce dei contributi che hanno versato in passato”. Il presidente dell’Inps è convinto che negli anni scorsi si è dato fin troppo a una parte della popolazione.
“Abbiamo concesso per tanti anni questo trattamento privilegiato a queste persone. Per chi ha degli importi molto elevati di prestazioni, – si chiede quindi Boeri – non è il caso di chiedere loro un contributo che potrebbe in qualche modo rendere, alleggerire i conti previdenziali?”. Secondo il numero 1 dell’Inps, intervenire su alcuni tipi di pensioni, “ci permetterebbe di fare qualche operazione di redistribuzione, per esempio andare ad aiutare quelle persone che sono in quella fascia di età prima della pensione che sono in condizione di povertà, oppure potremmo concedere maggiore flessibilità in uscita verso il sistema pensionistico. Ecco sono tutte operazioni che si possono fare in questo ambito. Legare contributi e prestazioni, questo è il vero problema di fondo”.

La proposta di Tito Boeri non è stata molto apprezzata dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini che ha ribadito la contrarietà del governo a mettere le mani sulle pensioni già in essere. “Il rischio di mettere le mani nelle tasche sbagliate è troppo grosso. Abbiamo deciso di fermarci”, ha spiegato Nannicini. Il pericolo secondo il sottosegretario è “tagliare pensioni alte ma meritate, oppure di toccare pensioni che sono generose rispetto ai contributi versati ma sono basse”.

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