Il Pentagono ha dichiarato stamattina di aver ucciso un leader del gruppo dello Stato Islamico in Siria in un attacco di droni.
Il comando centrale degli Stati Uniti ha dichiarato in un comunicato stampa che Maher al-Agal è stato ucciso martedì e un alto funzionario non identificato del gruppo dello Stato islamico è stato gravemente ferito. Il Pentagono ha affermato che non ci sono state vittime civili, sebbene non sia stato possibile confermare immediatamente tali informazioni.
Gli Stati Uniti hanno effettuato l’attacco fuori Jindaris, una città nel nord-ovest della Siria vicino al confine turco. Il gruppo dello Stato Islamico al culmine del suo potere controllava più di 40.000 miglia quadrate (103.600 chilometri quadrati) che si estendevano dalla Siria all’Iraq e governava più di 8 milioni di persone.
Mentre lo stato territoriale del gruppo è crollato nel 2019, i suoi leader si sono rivolti a tattiche di guerriglia e sono stati in grado di “ristrutturarsi in modo efficiente dal punto di vista organizzativo”, secondo il Carnegie Endowment for International Peace con sede a Washington, un think tank apartitico.
L’attacco ad al-Agal arriva mesi dopo che il capo del gruppo, Abu Ibrahim al-Hashimi al-Qurayshi, si è ucciso durante un raid nel suo nascondiglio da parte delle forze speciali americane. Gli Stati Uniti hanno detto che Al-Qurayshi si è fatto esplodere insieme ai membri della sua famiglia.
Secondo un osservatore di guerra, l’Osservatorio siriano per i diritti umani, al-Agal era un ex comandante di spicco del gruppo dello Stato islamico durante il suo controllo di Raqqa e da allora si era spostato più a nord, ad Afrin, nel 2020 sotto fazioni sostenute dalla Turchia. Di recente è stato comandante di una fazione sostenuta dalla Turchia chiamata Jaysh Al-Sharqiyyah.
Negli anni le forze della coalizione a guida statunitense hanno preso di mira anche i militanti legati ad al-Qaeda in Siria. Il mese scorso, un attacco di droni statunitensi ha ucciso un alto leader del gruppo Horas al-Din, Abu Hamzah al Yemeni.
Il CENTCOM ha affermato che le organizzazioni estremiste violente “continuano a rappresentare una minaccia per l’America e i nostri alleati, e … i gruppi affiliati ad al-Qaeda hanno usato l’enclave controllata dai ribelli nel nord-ovest della Siria come un rifugio sicuro”.
La situazione in Siria è ormai drammatica da tanti anni, tra fazioni in lotta, gruppi terroristi, azioni di disturbo di Paesi esterni come Russia e Stati Uniti. Difficile arrivare ad una pacificazione a breve.
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