Oggi 9 maggio 2022, sono passati esattamente 44 anni dall’omicidio del giornalista Peppino Impastato, ucciso per mano della mafia. Ecco come lo ricorda l’Italia.
Il 9 maggio del 1978, nel comune siciliano di Cinisi veniva assassinato il celebre attivista Peppino Impastato, al tempo soltanto trentenne. Colpevole dell’omicidio fu la mafia palermitana, della quale suo padre e molti dei suoi parenti facevano parte. Peppino si è sempre dissociato dalla sua famiglia, (fuorché da sua madre Felicia) essendo infatti un determinato attivista dei movimenti ribelli contro i mafiosi e la criminalità organizzata, al tempo dilagante in Sicilia.
Nato a Cinisi il 5 gennaio del 1948 da famiglia prettamente mafiosa, Peppino sin da ragazzo si mostra ostile nei confronti degli affari loschi del padre Luigi. Al contrario, si appassiona al giornalismo e all’attivismo, facendone in futuro la sua carriera.
Nel 1965 insieme ad alcuni membri del PSIUP (Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria) inizia a scrivere per il suo primo giornale autoprodotto “L’Idea Socialista“, che però viene sequestrato pochissimo tempo dopo sotto ordine del sindaco di Cinisi, a causa dei contenuti dissacranti e provocatori che quest’ultimo conteneva.
Nel 1977 fonda Radio Aut, di cui diventa lo speaker principale. La trasmissione trattava di argomenti politici e denunciava i traffici illegali del capomafia cinisense Gaetano Badalamenti, principalmente con toni satirici e controversi per l’epoca. Saranno proprio la sua attitudine coraggiosa e la sua carriera di anticonformista a portarlo solo un anno più tardi, ad una tragica fine.
Nel 1978 Peppino si candida al partito politico Democrazia Proletaria, e il 9 maggio di quello stesso anno avrebbe dovuto tenere la prima assemblea per la sua campagna elettorale.
Purtroppo però, proprio tra la notte dell’8 e il 9 maggio, viene tragicamente assassinato da alcuni scagnozzi di Cosa Nostra, mandati proprio dal boss Gaetano Badalamenti. Il corpo è stato ritrovato completamente sfigurato da alcuni macchinisti sui binari del treno Palermo-Trapani, con una carica di tritolo posta sotto di esso.
Il tragico destino di Impastato si è intrecciato lo stesso giorno con quello di Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, rapito ed ucciso dalle Brigate Rosse qualche ora dopo a Roma.
In memoria e in occasione dell’anniversario della sua morte, oggi e nei prossimi giorni si terranno in tutto il paese di Cinisi ma anche nel resto dell’Italia, mostre, incontri aperti al pubblico, eventi sportivi e soprattutto cortei storici per ricordare il grande operato di Peppino Impastato.
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