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Per Amadeus Reazione a Catena: ‘Errore lasciare la Rai, a Mediaset non ritornerei’

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Per Amadeus è stata una vera Odissea, in altre parole una vera e propria Reazione a catena. Non solo a Rai Uno per il game show dal titolo omonimo che conduce ogni sera dalle 18.40, ma perché il suo addio alla Rai – otto anni fa – fu l’inizio con Mediaset di un percorso tortuoso fatto di flop imprevisti e opportunità fallite pur avendo un contratto per niente economico per l’azienda del Biscione. L’addio alla Rai fu una perdita per il Servizio pubblico e un acquisto rivelatosi non troppo fruttuoso dalle parti di Mediaset, che le provò tutte, ma fu poi costretta a porre anche lì la parole “fine” nel rapporto col conduttore tv.

Perché Amadeus ha successo a Reazione a Catena. Il conduttore ne spiega i motivi dalle pagine di oggi di Libero. Dopo il ritorno in Rai nel 2009 nel programma Mezzogiorno in famiglia, l’approdo a Rai Uno per condurre la nuova edizione di Reazione a Catena, che a Pino Insegno è costata persino l’esilio dal video seppur temporaneo:

Il game show è il mio genere preferito. Io non sogno il prime time, ma il preserale (ride ndr) … C’è una squadra di bravissimi autori dietro e poi, se io ho l’onore di stare alla guida della trasmissione è perché il direttore Giancarlo Leone mi ha voluto. Per questo lo ringrazio‘.

Risultati da capogiro tenendo conto del grande rivale dei palinsesti di quest’anno, Il Segreto, che ha dato filo da torcere prima a Paola Perego con La vita in diretta e che ora rischia di togliere qualche punto di share al game show di Rai Uno:

‘…Sono sempre il solito fortunato (ride ndr). L’enorme successo che lo sceneggiato Mediaset ha riscosso avrebbe preoccupato chiunque, ma sono contento perché stiamo riuscendo a tenergli testa‘, con una fascia di share compresa tra il 15-25 % che batte quotidianamente l’irreversibile 20% de Il Segreto.

Amadeus, al secolo Amedeo Umberto Rita Sebastiani sarà ancora in onda con il suo nuovo game show quando compirà 52 anni, il prossimo 4 settembre 2014. Al momento è da escludere che potrebbe continuare ad avere un appuntamento festivo nella domenica autunnale, una sorta di “staffetta” con L’Eredità:

Non dipende da me – chiarisce – da contratto si chiude a settembre‘, anche se l’idea sembra allettante per i vertici Rai. Se così fosse, il format de L’Eredità “riposerebbe” per rispondere così alla sovraesposizione del competitor Avanti un altro, con Paolo Bonolis su Canale 5. Anche perché Amadeus è un tipo che si diverte e accetterebbe la sfida; lo ha dimostrato mettendosi in gioco quest’anno nella seconda edizione di Tale e quale show con Carlo Conti:

Dopo la prima puntata mi ha chiamato Renzo Arbore per complimentarsi, questo mi ha inorgoglito‘, ma nonostante quel Sandy Marton imitato da Amadeus e che ha fatto impazzire i social durante la messa in onda del programma, il conduttore non sarà nella prossima edizione dello show di imitazioni: ‘No, ma lo farei di corsa‘.

Risultati che paragonati a quelli degli anni passati, in cui certamente non esisteva la forte concorrenza de Il Segreto nel preserale, fanno ben sperare per un riconferma di Amadeus nel game show estivo e che non fanno per niente rimpiangere alcune scelte che il conduttore ha fatto in passato; ad esempio l’addio alla Rai e l’approdo a Mediaset:

Non lo rifarei (lasciare la Rai ndr). Da quell’esperienza ho imparato che non lascerò mai più nulla, o mi cacciano o resto al mio posto (ride ndr). Ho maturato questa consapevolezza dopo quella scelta che col senno di poi si è rivelata sbagliata (…) perché sono amante del cambiamento e perché non sono uno di quelli che si inchioda su una poltrona senza mettersi più in discussione (…). A volte però questo spirito mi ha fatto andare incontro ad alcuni errori che ho pagato sulla mia pelle‘.

Amadeus li chiama errori, per altri del sottobosco televisivo quegli eventi che lo riguardarono furono più volte inquadrati come una vera e propria strategia aziendale per ‘rubare’ le eccellenze al competitor Rai Uno e indebolirne i volti di punta, con la promessa di soldi facili.

Basti pensare alla stessa sorte avuta con Flavio Insinna che, al pari de La Formula Segreta o Uno contro cento o il dimenticato Canta e vinci! su Italia 1 (affidati ad Amadeus), fu protagonista di un grande flop con il game show Il braccio e la mente (per poi ritornare anch’egli in Rai). Non ultimi Piero Chiambretti da Rai 2 a Italia 1 o Luca Telese da In onda e La7 a Matrix che su Canale 5 non raggiunge da tempo la soglia del 10% di share.

La tv ha i suoi massimi (e minimi) sistemi di pensiero.

Raffaele Di Santo

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