Per l’ex premier Berlusconi Forza Italia è il perno, il punto di equilibrio senza il quale la coalizione di Centrodestra con Lega e Fratelli d’Italia non potrebbe reggersi in piedi e candidarsi a guidare il Paese.
Nel corso di un’intervista, il Cavaliere, dopo aver fatto cadere il governo Draghi, si ripropone quale partito moderato, liberale e centrista in grado quindi di bilanciare un’alleanza altrimenti troppo pendente a destra.
Forza Italia ago della bilancia per Berlusconi
Senza Forza Italia il Centrodestra non esisterebbe, si avrebbe una destra democratica, attrattiva elettoralmente, ma incapace di raccogliere la metà dei consensi del Paese (stando ai sondaggi). Si riassume così il pensiero di Silvio Berlusconi riguardo il ruolo del suo partito nell’alleanza con Salvini e Meloni.
Il Cavaliere rispolvera la definizione secondo la quale la formazione azzurra sarebbe l’espressione più appropriata dei tanti italiani liberali, garantisti, cristiani ed euro-atlantici. Insomma un partito fondamentalmente centrista, reale rappresentante della linea del Partito Popolare Europeo, il gruppo liberal-conservatore del Parlamento Europeo di cui Forza Italia fa parte.
Berlusconi prosegue smentendo qualsivoglia attrito con Giorgia Meloni, soprattutto a riguardo della probabile leadership che quest’ultima assumerà dopo le elezioni del 25 settembre.
Poi il nuovo affondo sulle proposte fiscali del gruppo azzurro: la flat tax al 23%; una misura già adottata da altri governi liberali nella storia e che, stando al leader di FI, ha instaurato un nuovo rapporto tra stato e cittadini generando benessere, migliorando la finanza pubblica e riducendo l’evasione.
La strategia per il caro energia
L’ormai ex imprenditore lombardo non può non dire qualche parola in merito alla crisi energetica, che sta martoriando famiglie ed economia nazionali a causa principalmente dei forti rincari alle bollette.
L’obiettivo del leader azzurro è la piena indipendenza da Mosca entro il 2024, da realizzarsi mediante l’implementazione delle fonti rinnovabili, la ricerca sul nucleare di ultima generazione e la costruzione di termovalorizzatori per la gestione dei rifiuti.
Tali proposte sarebbero naturalmente invise ed osteggiate dalla sinistra, la quale sarebbe, a detta del presidente forzista, la vera responsabile della politica energetica sbilanciata dell’Italia.
Sarebbe difatti negli anni di governo PD post 2011 che la quota di idrocarburi moscoviti avrebbe raggiunto il 40% degli approvvigionamenti totali italici, mentre nei governi presieduti dall’imprenditore milanese la percentuale è sempre stata mantenuta entro il 20%.
L’argomentazione sembra cozzare con lo storico rapporto di amicizia tra Berlusconi e Putin, relazione che il Cavaliere non smentisce o minimizza, ma che rivendica come parte di una strategia euro-atlantica che all’epoca era pensata per integrare il Cremlino al sistema economico-diplomatico occidentale, come dimostrato dal famigerato incontro di Pratica di Mare del 2002 tra Putin ed il presidente U.S.A. George W. Bush.