La scienza potrebbe offrire un aiuto decisivo nell’indagine sulla scomparsa della piccola Kata. Gli investigatori incaricati del caso hanno ordinato il prelievo del DNA a tutti gli occupanti dell’ex albergo di via Maragliano a Firenze, dove la bambina è scomparsa il 10 giugno scorso. Questa mossa è parte di una serie di controlli a tappeto con l’obiettivo di raccogliere potenziali elementi di svolta per le indagini future. Inoltre, negli ultimi giorni, gli investigatori hanno sequestrato oggetti nell’ex Astor, tra cui gli effetti personali della bambina.
L’indagine è ancora in corso e gli investigatori stanno mantenendo il massimo riserbo. Non è chiaro se la raccolta del DNA sia un atto “dovuto” per il consueto prosieguo delle indagini o se ci siano già potenziali elementi di svolta nelle mani della procura. In ogni caso, l’utilizzo della scienza e della tecnologia per aiutare nelle indagini potrebbe essere un’arma importante per gli investigatori nella risoluzione del caso.
Negli ultimi giorni, gli investigatori hanno adottato un approccio altamente tecnologico nell’indagine sulla scomparsa di Kata. Sono stati utilizzati dispositivi sofisticati per eseguire ispezioni approfondite dell’ex albergo e per analizzare le informazioni raccolte.
In particolare, sono stati utilizzati software avanzati per confrontare le immagini delle telecamere e individuare eventuali elementi sospetti.
Sono state analizzate con attenzione le registrazioni delle venti telecamere che coprono l’area circostante all’ex Astor. In particolare, sono stati controllati i cancelli di via Boccherini, dove gli occupanti dell’albergo spesso entravano e uscivano, l’ingresso principale di via Maragliano e l’uscita di via Monteverdi, che è accessibile solo attraverso un percorso complicato. Non sono state rilevate aperture nascoste o varchi segreti nelle zone esaminate, secondo fonti vicine alle indagini.
Ma è emerso che una porta, che i condomini e i vicini, hanno riferito essere sempre stata chiusa in passato è stata invece vista aperta dal momento della scomparsa della bambina ed è stato anche precisato che è stato tagliato il catenaccio che serviva per la chiusura. All’esterno si accede facilmente al cortile dove stavano giocando Kata e gli altri bambini prima di sparire.
L’uso di tecniche avanzate potrebbe fornire importanti indizi per risolvere il caso, ma l’inchiesta continua. Gli investigatori devono continuare a utilizzare tutti i mezzi disponibili per arrivare alla verità sulla scomparsa di Kataleya.
Gli investigatori stanno attualmente lavorando sui filmati delle telecamere per raggiungere diversi obiettivi, tra cui stabilire una cronologia dettagliata degli ingressi e uscite dall’ex Astor nelle ore precedenti e successive alla scomparsa di Kata. Tutte le persone che sono state inquadrare nelle telecamere in quel periodo di tempo sono state identificate o stanno per esserlo, il che potrebbe dare un forte impulso alle ricerche.
Inoltre, i dati raccolti dalle telecamere saranno incrociati con le informazioni raccolte durante le prime ispezioni e lo sgombero dell’ex Astor, che hanno permesso di creare una sorta di mappa dei luoghi e delle presenze nell’edificio.
Il test del DNA disposto dalle forze dell’ordine potrebbe rivelare nuovi sbocchi o, come detto in precedenza, potrebbe essere emerso a causa di nuovi elementi scaturiti durante l’indagine che punta a capire cosa è successo a Kata e a riportarla dalla sua famiglia. Sono emerse numerose vicende intricate che potrebbero portare a numerose piste differenti.
Riguardo al movente della scomparsa di Kata, gli investigatori stanno considerando diverse ipotesi, oltre a quella inizialmente avanzata che si riferiva a una possibile ritorsione di un clan rivale, legata al racket delle stanze. Ovviamente gli investigatori stanno cercando di chiarire le incongruenze emerse dalle testimonianze degli occupanti riguardo all’ora della scomparsa e del primo allarme.
Le dichiarazioni rilasciate non sembrano formare un quadro coerente e l’intervallo di tempo tra l’ultimo avvistamento di Kata e le prime ricerche nel palazzo resta ancora incerto. Ma l’unica informazione certa è che le ultime immagini di Kata risalgono alle ore 15:13 del 10 giugno, quando è stata vista sulle scale del cortile.
La madre della bambina, che era tornata a casa alle 15:45 dopo il suo turno al market, sembra non si sia accorta immediatamente della scomparsa della figlia. Dopo aver chiesto notizie di Kata a un parente e aver ricevuto rassicurazioni, la madre sarebbe andata a fare una doccia, assentandosi per diversi minuti. Nel frattempo, la piccola era già scomparsa.
È possibile che Kataleya sia stata portata via da qualcuno che conosceva bene l’edificio e sapeva dove si trovavano le telecamere di sorveglianza, oltre ai luoghi più nascosti e passaggi conosciti soltanto da chi ha reale familiarità con l’edificio.
Gli investigatori stanno considerando tutte le possibilità e stanno cercando di ricostruire gli eventi per arrivare alla verità sulla scomparsa di Kata. Ma l’assenza di una cronologia coerente degli eventi e le incongruenze nelle testimonianze degli occupanti rendono l’indagine più complicata.
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