Un’aggressione brutale quella perpetrata da un padre nei confronti del ragazzo che ha drogato ed abusato sessualmente di sua figlia. L’ha picchiato in modo violento, procurandogli lesioni alla schiena.
Il giovane aveva offerto alla ragazzina, di soli 13 anni, uno spinello. Poi avrebbe abusato di lei. Ecco la vicenda per capire meglio cosa è successo.
Lui, il padre di una 13enne che è stata prima drogata e poi sessualmente abusata. Dall’altro lato il suo aguzzino. Il padre della giovanissima ha accusato il ragazzo di aver offerto uno spinello a sua figlia e, una volta che la ragazza era stata stordita, avrebbe abusato di lei. Per questo motivo, ha deciso di dargli una lezione.
Il ragazzo è stato rinchiuso, minacciato e picchiato dal padre della ragazzina. Ora però, il 40enne dovrà rispondere di sequestro di persona, minacce e lesioni personali nei confronti del giovane.
Quando il padre della giovane è venuto a sapere di ciò che era successo alla figlia, ha organizzato una spedizione punitiva nei confronti di quel giovane che aveva venduto lo spinello e, poi, aveva abusato della figlia. Il padre, per fa si che la punizione fosse esemplare, si è fatto aiutare da altre 3 persone. Tutti e 4, infatti, hanno prelevato il giovane e lo hanno portato in un appartamento.
Qui lo hanno rinchiuso e lo hanno prima minacciato e poi picchiato. Il ragazzo vittima sostiene, infatti, di esser stato minacciato di tortura ed anche di morte. Sarebbe stato proprio il padre della ragazzina ad iniziare ad accanirsi su di lui e a picchiarlo, usando sia una spranga che una padella. Così facendo, gli ha causato delle lesioni sia alla schiena che al ginocchio. Lesioni poi guaribili, come hanno affermato i sanitari che lo hanno medicato, in cinque giorni.
Il ragazzo, approfittando di un momento di distrazione del 40enne, è riuscito così a scappare e a sottrarsi alla sua furia violenta. Stando a quanto racconta il quotidiano “Il Gazzettino”, il giovane si sarebbe lanciato dal primo piano (dove era l’appartamento nel quale era stato trasportato) e, per fortuna, nella sua caduta, è scivolato su di un tendone che ha attutito la caduta.
Dal canto suo, il 40enne si è difeso affermando di aver perso la testa e, per questo motivo, di aver agito così e con tanta violenza, ma ha respinto l’accusa di sequestro del giovane.
Una vicenda che ha portato il genitore 40enne in tribunale e, dall’altro lato, il giovane ad accusarlo, come dicevamo, si lesioni, sequestro di persona e minacce. Parte delle accuse sono state respinte dall’imputato che ha agito, dicendo, in preda ad un raptus e di “aver perso la testa” per ciò che avevano fatto a sua figlia.
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