Il popolo di Israele, dopo dodici settimane di rivolta, sembra sia riuscito nel suo intento, dato che il primo ministro Netanyahu ha comunicato l’intenzione di rinviare la riforma giudiziaria per evitare una guerra civile.
La decisione proviene dopo ore difficilissime sul territorio israeliano, che hanno visto una manifestazione importantissima riaccendersi ieri sera domenica 26 Marzo, a causa della decisione preso dal premier israeliano che ha licenziato il ministro della Difesa Gallant.
Il popolo ha deciso di manifestare tutta la notte e già da questa mattina presto si è riversata all’esterno della Knesset che, nonostante l’attenzione e il nervosismo palpabile all’interno del Paese, stava comunque procedendo con la discussione dei disegni di legge in questione. La popolazione israeliana ha deciso di non permettere alla classe politica di consegnare l’imparzialità dell’Alta Corte così come le nomine dei giudici in mano al potere politico che, sostanzialmente, trasformerebbe Israele in una dittatura danneggiando irrimediabilmente la democrazia ottenuta nel corso degli anni.
Il primo ministro israeliano Netanyahu ha annunciato nella serata di lunedì 27 Marzo l’intenzione di congelare temporaneamente il disegno di legge che va a riformare il sistema giudiziario di Israele, consegnando le nomine dei giudici al governo, minando pericolosamente la democrazia israeliana.
Il premier ha dichiarato che, alla luce dei fatti e della situazione attuale, è disposto a sedersi a dare una reale possibilità di dialogo, in merito alle riforme giudiziarie avanzate dalla coalizione, dato che queste hanno gettato il Paese in disordini civili senza precedenti.
La decisione è arrivata a seguito di negoziati tesissimi e nervosi, che sono sfociati malcontento ben evidente quando il ministro della sicurezza nazionale israeliana Ben Gvir ha dichiarato che, nel caso in cui si fosse interrotta la riforma, avrebbe ragionato sul fatto di dimettersi o meno dalla sua carica.
Mentre accadeva questo all’esterno della Knesset Si sono radunate migliaia di persone per protestare contro il governo che non ha dato retta per settimane al popolo. Lo scoglio maggiore è stato quello del convincere il ministro della Difesa, ma Netanyahu è riuscito nell’impresa promettendo a Ben Gvir di trasferire la Guardia Nazionale Israeliana al ministero al suo ministero, durante la riunione che il gabinetto terrà domenica prossima.
Il primo ministro ha specificato che la coalizione attuerà in ogni modo una riforma che: “Ripristinerà l’equilibrio che è stato perso tra i rami governativi. Salvaguardando e persino rafforzando i diritti individuali.”
Nonostante la decisione presa il premier si è scagliato contro la decisione dei riservisti di non presentarsi in servizio di riserva e ha precisato che questo denota: “La fine del nostro paese e coloro che lo sostengono, o che invocano l’anarchia e la violenza, sono disposti a fare a pezzi il paese”.
Ha precisato inoltre che attualmente Israele si trova all’interno di un percorso pericolosissimo e che non permetterà alla nazione di cadere in una guerra civile.
Ha ringraziato i sostenitori della riforma che hanno partecipato a una grande manifestazione fuori dalla Knesset nella serata di lunedì 27 Marzo e ha chiesto: “continuino ad agire in modo responsabile e non si trasformino in provocazioni”.
Il presidente di Israele aveva già chiesto a Netanyahu per il bene della nazione e per evitare una guerra civile di interrompere il disegno legislativo in atto riguardo la riforma della giustizia israeliana.
Herzog dopo aver appreso del rinvio della riforma giudiziaria ha dichiarato: “Fermare la legislazione è la cosa giusta. Questo è il momento di iniziare una conversazione onesta, seria e responsabile che calmerà rapidamente le tensioni abbasserà le fiamme. Per il bene della nostra unità e per il futuro dei nostri figli, dobbiamo iniziare a parlare qui e ora”.
Il ministro deposto della difesa Gallant ha accolto con favore la scelta di Netanyahu di rinviare la legislazione sulla revisione giudiziaria per attuare colloqui con l’opposizione. Nella sua dichiarazione non menziona personalmente il primo ministro e non ha parlato del licenziamento, attuato tramite una lettera consegnata a Gallant su ordine del premier e causata dal fatto di aver appoggiato la decisione di rinviare il disegno di legge.
Il leader dell’opposizione ex premier Lapid ha invece espresso una certa incertezza in merito alla comunicazione pervenuta dal primo ministro Netanyahu e ha precisato che per lui permangono ancora molti dubbi.
Lapid ha affermato dopo la notizia: “Se la legislazione si ferma davvero virgola in modo genuino e totale, siamo pronti ad arrivare a un vero dialogo presso la residenza del presidente.”
Sottolineando inoltre che: “Non abbiamo bisogno di mettere una benda sulle ferite, ma di trattarle adeguatamente. Dobbiamo sederci insieme e scrivere la costituzione israeliana basata sui valori della dichiarazione di indipendenza. Dobbiamo lasciare che il presidente determini un meccanismo per il dialogo e confidare in lui come mediatore equo.”
I dubbi dell’opposizione sorgono dal fatto che già visto in passato e diverse volte decisioni prese dopo dispute, si sono rivelate bluff o trabocchetti, sia per oppositori che per il popolo. La paura di Lapid è che Netanyahu stia soltanto cercando di calmare la popolazione israeliana.
Anche il Regno Unito ha elogiato la decisione di sospendere la revisione giudiziaria e il ministro degli Esteri Cleverly ha dichiarato: “È fondamentale che i valori democratici condivisi che sono alla base delle relazioni siano sostenute e che sia sostenuto un solido sistema di controlli ed equilibri. Esortiamo tutte le parti a trovare un terreno comune e cercare un compromesso a lungo termine su questa delicata questione.”
Sono arrivati anche tempestivamente i commenti della Casa Bianca, che ha accolto con favore la decisione del primo ministro Netanyahu.
Le autorità statunitensi hanno dichiarato in merito: “Accogliamo con favore questo annuncio come un’opportunità per creare ulteriore tempo e spazio per il compromesso. Un compromesso è esattamente ciò che abbiamo chiesto, le società democratiche sono rafforzate da controlli ed equilibri e i cambiamenti fondamentali in un sistema democratico dovrebbero essere perseguiti con la più ampia base possibile di sostegno popolare.”
Il dottor Bressler, che senza dubbio uno dei leader principali del movimento di protesta, ha affermato che a suo avviso Netanyahu e i suoi ministri sono determinati a portare avanti la loro riforma giudiziaria nella prossima sessione alla Knesset che si terrà tra un mese.
Ha riferito che: “Finché la legislazione continua e non viene accantonata, saremo per le strade.”
Il leader del partito Shas Deri ha dichiarato che lui e il partito hanno riferito di essere al fianco del primo ministro che ha: “Preso questa sera la decisione difficile di sospendere la legislazione di riforma giudiziaria, per dare un’altra opportunità di avere colloqui e raggiungere ampi accordi. Io e tutti i membri del partito sash sosteniamo il primo ministro e siamo al suo fianco. Invito nuovamente i leader dell’opposizione: approfittate della nostra mano tesa. Fatelo per tutti i cittadini di Israele la nostra forza è la nostra unità.”
Mentre le dichiarazioni dei politici continuano ad emergere senza sosta l, dopo la decisione di sospendere la riforma giudiziaria di Netanyahu, si apprende che il primo ministro dovrebbe fare un’apparizione virtuale al vertice sulla Democrazia di Stato americano alla fine di questa settimana e la notizia è stata riportata dal Times of Israel.
Nella conferenza tenuta oggi dal portavoce del consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca John Kirby, l’uomo è stato tempestato di domande da parte dei giornalisti in merito al fatto se l’invito a Netanyahu sarebbe stato ritirato, ma l’alto funzionario non ha rilasciato dichiarazioni in merito.
Il leader del sionismo religioso Smotrich ha riferito durante le discussioni riportate poi dai media: “Nemmeno io volevo fermare la legislazione di revisione, ma penso che dobbiamo lasciare questo incontro con la dichiarazione che tenere unito il governo è più importante della legislazione”.
A quanto riferiscono i media locali, tra cui Times of Israel e Jerusalem Post, è stato l’ideatore della riforma, ovvero Levin ad essere, oggi, uno dei ministri più morbidi, che ha osservato le condizioni esterne alla Knesset ed ha affermato: “Avete tutti ragione, ma dobbiamo essere intelligenti. Passeremo la legislazione più tardi ma non ora. Abbiamo persone nel Likud che si oppongono, non sono sicuro avremo 61 voti. La gente vuole la riforma e la otterrà, ma dobbiamo anche guardare cosa sta succedendo fuori non può essere ignorato.”
Nonostante la notizia il popolo continua a manifestare e, poco fa, i manifestanti antigovernativi hanno cercato di sfondare le barriere delle forze dell’ordine a protezione dell’autostrada a Ayalon a Tel Aviv nel tentativo di bloccare come già accaduto diverse volte il traffico dell’autostrada. Channel 15 ha mostrato un filmato Dove si vede la pulizia a cavallo caricare i manifestanti mentre cercano di abbattere le barriere.
Oltre alla manifestazione antigovernativa si sono radunati circa 200 manifestanti di destra favorevole alla revisione nella città di Gerusalemme e stanno attualmente avendo scontri con le forze dell’ordine. La polizia ha precisato di essere allerta per prevenire atti di violenza tra manifestanti di fazioni opposte.
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