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Salute

Per gli italiani è meglio la sanità pubblica, e sono favorevoli alla maternità surrogata

Tra sanità pubblica e privata, gli italiani, secondo un sondaggio realizzato da Quorum/YouTrend per Sky Tg24, non hanno dubbi: a vincere è la prima, e a pesare sono soprattutto i voti delle persone over 55, nettamente più favorevoli a farsi curare negli ospedali pubblici piuttosto che nelle cliniche private rispetto a chi è nella fascia di età compresa tra i 18 e i 34 anni.

Il letto di un ospedale di Ancona – Nanopress.it

Ma non c’è solo nella classica rilevazione del lunedì dei due istituti di ricerca, che hanno anche chiesto agli intervistati che cosa ne pensano della maternità surrogata, uno dei temi più dibattuti dell’ultimo periodo in Italia. Il 55% di loro è favorevole sia per le coppie eterosessuali, sia per le coppie omosessuali, mentre un altro 15% lo è con limitazioni.

La sanità pubblica batte quella privata per gli italiani, che dicono anche sì alla maternità surrogata

Il Covid, più di tre anni fa, ci ha messo di fronte a un problema che prima, forse, non era così evidente: la gestione della sanità. L’incubo in cui siamo piombati da marzo del 2020, e da cui ora, pare, siamo usciti non era fatto solo di morti, infetti, e monitoraggio quotidiano, ma anche di posti letto che mancavano, specialmente nelle terapie intensive, anche per via delle privatizzazioni che nel corso tempo l’hanno fatto da padrona in alcune zone del nostro Paese.

Dimenticando quello che è successo in quel periodo (e non è poi così semplice, soprattutto per chi ha perso i suoi cari), gli italiani, secondo un sondaggio realizzato da Quorum/YouTrend per Sky Tg24, ritengono di fidarsi di più degli ospedali pubblici rispetto alle cliniche private. Non un distacco netto, a voler vedere bene i numeri, ma un punto di partenza, perché, a fronte di un 21% che non sa rispondere, c’è un 41% di intervistati che, appunto, preferisce ricorrere alla sanità pubblica piuttosto che a quella privata, che preferisce solo, si fa per dire, il 38%.

Il dato si ribalta se si considerano, però, le diverse fasce d’età. Chi ha dai 18 ai 34 anni, per esempio, preferisce più il privato e per il 48%, mentre il 51% degli over 55 che, invece, propende più per il pubblico. Nella “terra di mezzo”, quindi tra chi ha dai 35 ai 44 anni, i numeri sono più equilibrati, ma vince il privato per 42% contro il 36%. Differenze, ancora, si notano tra Nord, centro e soprattutto Sud: se, infatti, le regioni settentrionali e centrali preferiscono affidarsi alla sanità “gratis” (44% contro 39% al Nord, 44% contro 34% al centro), nel Meridione la situazione cambia, e a vincere è il privato con il 41% delle persone che si fidano di più delle cliniche rispetto al 34% che la pensa al contrario.

Del personale sanitario – Nanopress.it

Per quanto riguarda le divisioni per schieramento politico, sono gli elettori del Partito democratico che più di tanto sono fan del pubblico (il 69% ha detto di fidarsi di più dei medici che lavorano negli ospedali), seguiti, ma distanziati, da quelli del MoVimento 5 stelle (49%) e quelli del terzo polo (43%). Tra chi ha messo la preferenza nella casella del centrodestra alle politiche, poi, vince la sanità privata, che porta a casa il 51% dei voti favorevoli, in cui pesa anche il 47% dei votanti di Fratelli d’Italia, la compagine della presidentessa del Consiglio, Giorgia Meloni.

A dispetto della “vittoria” del pubblico, il 55% degli intervistati ha detto che nell’ultimo anno si è rivolto ai privati a causa di attese troppo lunghe, ma c’è anche un 25% che ha spiegato che i tempi sono stati ragionevoli, e un altro 15% che ha dichiarato di non aver avuto bisogno di assistenza medica negli ultimi 12 mesi. Quanto, ancora, a chi si è rivolto al pronto soccorso per lo stesso motivo di cui sopra, solo il 17% ha confermato di averlo fatto, contro il 42% che non ha avuto bisogno di visite e il 36%, ancora, che ha preferito rivolgersi ai medici di base. Ecco, a proposito della soddisfazione verso l’assistenza di medici di famiglia e pediatri, il 60% degli italiani lo è, mentre il 34% no. Solo l’11%, solo un italiano su dieci, ancora, si è dovuto spostare dalla sua regione per ottenere analisi, visite o ricoveri o altre prestazioni mediche. Dal 2019, poi, secondo il 65% degli italiani, il livello della sanità pubblica è peggiorato, mentre il 14% crede che sia, invece, migliorato e il 26% pensa che non sia cambiato.

Tornando al Covid, sull’inchiesta della procura di Bergamo che vede indagati, tra gli altri, anche l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il suo ministro della Salute, Roberto Speranza, e l’attuale governatore della Lombardia, Attilio Fontana, il 45% crede che sia giusto che si capisca di più sulle eventuali responsabilità per errori commessi durante l’emergenza, e questo nonostante la situazione fosse eccezionale, perché non si possono far passare le negligenze, mentre un altro 45% pensa, invece, che sia sbagliato perché era impossibile non commettere errori.

Sulla maternità surrogata, uno dei più temi che di più sta avendo attenzione nell’ultimo periodo per via della battaglia che il centrodestra intende portare avanti per chi, come ha detto anche ieri la ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, ricorre all’utero in affitto, il 40% si è detto favorevole alla pratica sia per le coppie eterosessuali, sia per quelle omosessuali, mentre il 15% lo è solo per le coppie sterili. È contrario, invece, il 27% degli intervistati, e il 18% non sa rispondere.

Eugenia Roccella – Nanopress.it

Le differenze di vedute sulla questione si notano, anche qua, in base all’età, con i giovani dai 18 ai 34 anni che per il 55% sono favorevoli contro “solo” il 35% degli over 55 e il 37% della fascia di mezzo, ma è anche vero che sì, i più “vecchi” sono quelli più contrari – il 31% contro il 18% degli under 34 e il 28% di quelli tra i 35 e i 54 anni -, non tanto, però, da ribaltare il risultato. E anche per quanto riguarda il grado di istruzione, non ci sono stravolgimenti: tra chi possiede una laurea è d’accordo il 45%, chi ha solo il diploma il 40% e chi possiede solo la licenza media si ferma al 37%.

Più nette sono le posizioni in base al partito. Ancora una volta sono gli elettori del Pd a essere più favorevoli alla maternità surrogata (il 70% degli intervistati), seguiti sempre dai pentastellati e da chi ha scelto Azione e Italia Viva – anche se Carlo Calenda, il frontman, non lo è. I più contrari sono i simpatizzanti della premier, che arrivano al 46% contro anche “solo” un 30% degli elettori del centrodestra, per cui vince, con il 34%, la pratica medica sia per etero, sia per omosessuali.

Per concludere, da Quorum/YouTrend hanno chiesto anche se si era favorevoli o meno al mantenimento del numero chiuso nella facoltà di Medicina e Chirurgia. Solo il 38% è d’accordo perché le cose rimangano come sono, mentre il 52% vorrebbe cambiarle e quindi vorrebbe che l’accesso fosse consentito a tutti.

Cala ancora la fiducia in Meloni e nel suo governo

Come sempre, i due istituti di ricerca hanno analizzato anche la situazione politica, e nello specifico come è cambiata in una settimana la fiducia nei vari esponenti di partito e non. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, resta il primo della classe con il 66% degli intervistati (come era il 20 marzo) che ne ripone molta o abbastanza. Si abbassa, invece, di un punto quella nei confronti della presidentessa del Consiglio, che passa dal 41% di una settimana fa al 40% di questa.

Giorgia Meloni – Nanopress.it

Come lei, si è abbassata la fiducia anche nei confronti della neo segretaria dei dem, Elly Schlein, ora al 29%, e quella per Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, nonché vicepremier e numero uno della Lega, che si attesta al 25%. È salita, sempre di un punto percentuale, quella nei riguardi del frontman del terzo polo, che ora è al 19%, e quindi sempre penultimo con alle spalle solo il suo alleato, Matteo Renzi, fermo al 14% come il 20 marzo. A rimanere immutata, poi, anche la fiducia per Conte (39% e a una sola lunghezza dalla leader di FdI) e per Silvio Berlusconi, presidente di Forza Italia, che si attesta al 22%.

Nel merito, poi, dell’operato del governo Meloni, il 50%, quindi l’1% in più di una settimana fa, degli intervistati da Quorum/YouTrend lo giudica negativamente, contro (sempre) il 41% che invece ne dà un giudizio positivo e il 9% che non sa.

Infine, sulle intenzioni di voto, cresce ancora il Partito democratico, che per la prima volta in questa legislatura tocca (e supera) il 20% – è al 20,1% -, guadagnando dal 20 marzo lo 0,8% dei consensi potenziali. Fratelli d’Italia scende dello 0,1% ma si conferma prima con il 28,9%, il MoVimento 5 stelle rimane uguale con il 15,8% esattamente come il terzo polo che invece è fotografato al 7,6%. Nel centrodestra, sale dello 0,3% il Carroccio ed è all’8,8%, e anche lo schieramento del Cav, ora al 5,9%, mentre perde lo 0,2% Noi Moderati di Maurizio Lupi, che torna all’1,3%. Male anche l’alleanza Verdi e Sinistra, sotto dello 0,1% e quindi al 2,8%, ma peggio fa +Europa di Riccardo Magi che viene sorpassato da Per l’Italia con Paragone, ora al 2,4% contro il 2,3% degli ex radicali. Il dato positivo è che ci sono, però, il 2,5% in meno di indecisi e astenuti, che comunque sono il 40,3% degli aventi diritto al voto.

Mariacristina Ponti

Nata nel lontano 1992, nel giorno più bello per nascere, a Cagliari. Dopo la maturità scientifica, volo a Padova e poi a Roma per studiare lettere. Nella Capitale poi rimango anche per il master in giornalismo. Tra stage a profusione, sempre nelle redazioni sportive, anche se il vero amore è sempre stato la politica, ho ancora da ritirare un tesserino da professionista.

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