A differenza di quanto registrato da tutti gli altri sondaggi, quelli di Swg per il tg di La7, a una settimana dalla scomparsa (quasi) improvvisa di Silvio Berlusconi, ha visto Forza Italia arretrare di un decimo rispetto al giorno della morte del fondatore e del presidente degli azzurri. Al contempo, tra l’altro, le rilevazioni hanno dato in crescita sia Fratelli d’Italia della presidentessa del Consiglio, Giorgia Meloni, sia il Partito democratico di Elly Schlein, criticata fuori e dentro il suo schieramento per aver partecipato alla manifestazione del MoVimento 5 stelle contro il precariato, in cui a rubare la scena al numero uno sono stati sia Beppe Grillo, sia Moni Ovadia.
Ma se le dichiarazioni del fondatore dei pentastellati e quelle dello scrittore di origini bulgare non hanno inficiato sui dem, non si può dire la stessa cosa del movimento. Rispetto al 12 giugno, infatti, il secondo partito delle opposizioni (terzo in Italia) ha perso quasi mezzo punto percentuale, ed è nei fatti quello che è arretrato di più. In una settimana, poi, sono aumentati anche gli elettori che non saprebbero chi votare se si dovesse andare ora alle urne, portando la potenziale affluenza ad appena il 62%.
Nella settimana del lutto per la scomparsa di Silvio Berlusconi, l’uomo che più di tutti ha saputo incarnare i vizi (soprattutto) e le virtù degli italiani, e che ha segnato la seconda Repubblica essendo stato il presidente del Consiglio più longevo, il suo partito, Forza Italia, che non sta attraversando sicuramente un periodo facile sia perché deve trovare un sostituto quantomeno all’altezza del Cavaliere, sia perché il rischio di uno scioglimento e di diaspore non è così lontano, secondo i sondaggi di Swg per il tg di La7, a differenza di molti altri, ha perso qualche altro pezzo.
Rispetto, infatti, al giorno della morte del suo presidente, gli azzurri hanno visto arretrare i consensi dello 0,1%, tornando al 7,2% e allontanandosi quindi dalle altre forze della maggioranza, e qualcuna anche delle opposizioni. Dal 12 giugno, per esempio, il primo partito alle politiche del 25 settembre, ovvero Fratelli d’Italia della presidentessa del Consiglio, Giorgia Meloni, ha guadagnato lo 0,2% ed è di nuovo a un passo dal 29% – precisamente è al 28,9%.
Meglio dello schieramento della premier, però, hanno fatto la Lega di Matteo Salvini e il Partito democratico di Elly Schlein, che hanno preso, entrambi, lo 0,3%, ma con storie completamente diverse. Nel caso del Carroccio del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, e vicepremier, infatti, dall’8,8% di una settimana fa, si è passati al 9,1% di ieri, ma non solo, perché dopo la morte di Berlusconi si è detto a più riprese che potrebbe accogliere i trasfughi, togliendo parte del potere, conquistato sul campo (per utilizzare un linguaggio del calcio), alla prima donna che siede sullo scranno più alto di Palazzo Chigi.
Per quanto riguarda, invece, lo schieramento del Nazareno, arrivato al 20,5%, l’aumento dei consensi in una settimana non semplice specialmente all’interno del partito stesso, e soprattutto per la segretaria, è una notizia positiva. Il fatto che la deputata italo americana, infatti, sia riuscita nonostante le critiche dovute alla sua presenza alla manifestazione del MoVimento 5 stelle contro il precariato a portare a casa qualche decimo in più potrebbe essere un modo per metterle a tacere del tutto, riprendendo il cammino, specialmente in vista delle europee del prossimo anno, dalle primarie vinte e non dagli scivoloni che in questi mesi ci sono stati (quasi inevitabilmente).
Ma se il corteo non ha generato tanti feriti tra le fila dei dem (solo Alessio D’Amato e la vicesegretaria del Molise, Maria Concetta Chimisso, hanno deciso di prendersi una pausa dai loro incarichi nel Pd), la stessa cosa non si può dire per i pentastellati. Le dichiarazioni del fondatore dei Cinque stelle, Beppe Grillo, e quelle di Moni Ovadia sulla guerra in Ucraina potrebbe aver avuto un peso notevole negli elettori dello schieramento di Giuseppe Conte che, infatti, è quello che dal 12 giugno ha perso più consensi, passando dal 16,4% al 16% tondo tondo.
Ad aver perso qualcosa (meno del MoVimento 5 stelle, e più di Forza Italia) ci sono poi Azione di Carlo Calenda e l’alleanza Verdi e Sinistra di Angelo Bonelli, Eleonora Evi e Nicola Fratoianni. Gli ex alleati di Matteo Renzi, e di Italia Viva, quindi, nel terzo polo – che pure ha perso lo 0,1% in una settimana tornando sotto la soglia fatidica del 3% (esattamente sono al 2,9%) -, sono scesi dal 3,9% al 3,7% dei potenziali consensi, mentre i rossoverdi hanno visto le loro percentuali arrivare al 3,2%.
Tra chi, ancora, non supera lo sbarramento, sono rimasti tutti sulle stesse percentuali del 12 giugno tranne Unione popolare dell’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris, che ha perso lo 0,1%, attestandosi, ora, all’1,5%. +Europa di Riccardo Magi, infatti, è ancora al 2,5%, Per l’Italia con Paragone dell’ex senatore pentastellato è al 2,2% e Noi Moderati di Maurizio Lupi, anche l’ultimo partito della maggioranza di governo, è all’1%.
Non è rimasta uguale, invece, la percentuale di elettori che andrebbe a votare, oggi, se si dovesse tornare alle urne. Il numero sull’affluenza, sempre in costante cambiamento e mai sotto il 60%, questa settimana ha registrato un calo di due punti percentuali, portandosi al 62% contro il 64% del giorno in cui è scomparso Berlusconi. A pesare, considerati i sondaggi, non può essere certo la morte del Cavaliere, quanto una disaffezione degli italiani dal mondo della politica che si è resa palese alle politiche, ma ancora di più nelle altre consultazioni elettorali. E no, non è una notizia positiva per nessuno.
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