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Politica

Per i sondaggi il Partito democratico cresce ancora, Conte e Meloni no

I sondaggi di SWG per il tg di La7 fotografano ancora una situazione in cui il Partito democratico di Elly Schlein spinto ancora dalla neo segretaria e dall’effetto delle primarie cresce. Al contempo, Fratelli d’Italia della presidentessa del Consiglio, Giorgia Meloni, rimane ferma sopra il 30%, e il MoVimento 5 stelle di Giuseppe Conte che, invece, perde quasi mezzo punto percentuale.

Elly Schlein, la segretaria del Partito democratico che anche questa settimana ha incrementato i consensi secondo i sondaggi – Nanopress.it

Tra chi perde, poi, anche se in tono nettamente minore, c’è la Lega di Matteo Salvini, e anche Forza Italia di Silvio Berlusconi, mentre il terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi cresce a piccoli passi. Anche tra chi oscilla per una probabile entrata in Parlamento, le cifre sono tutte accompagnate da un segno più, e purtroppo, ancora una volta, la quota di indecisi aumenta. Nel merito del gradimento del governo di Meloni, la fiducia e l’efficacia segnano un nuovo minimo.

I sondaggi premiano anche questa settimana il Partito democratico e Schlein, male il MoVimento 5 stelle

Un’altra settimana è passata, per il mondo della politica e non solo. Più tranquilla delle scorse, specialmente per quanto riguarda le polemiche sull’immigrazione, un po’ di meno per quanto riguarda i figli delle coppie omogenitoriali. Sicuramente la settimana in cui c’è stato il primo faccia a faccia tra la prima presidente del Consiglio donna della storia della Repubblica italiana, Giorgia Meloni, e la prima segretaria del Partito democratico donna, Elly Schlein.

Giorgia Meloni, la presidentessa del Consiglio e leader di Fratelli d’Italia – Nanopress.it

Almeno stando ai sondaggi di SWG per il tg di La7, il primo confronto è stato vinto dalla leader dem che, infatti, ha guadagnato un altro 0,6%, in generale, ma soprattutto nei confronti dalla numero uno di Fratelli d’Italia che, dal canto suo, è rimasta nella stessa posizione del 13 marzo. La distanza tra i due schieramenti ora è di poco meno del 10% (30,3% della premier, contro il 20,4% del Nazareno), ancora tanta, in effetti, ma non così lontana, soprattutto in vista delle europee del 2024, l’obiettivo per cui corrono al momento dal Pd.


Lo 0,6% guadagnato in generale e su FdI è diventato, poi, l’1,4% sul MoVimento 5 stelle di Giuseppe Conte per il partito di Schlein. A fronte della crescita dei dem, infatti, i pentastellati hanno perso lo 0,8%, in pratica quasi l’1%, scivolando al 15,3% in una settimana che garantisce comunque la terza posizione allo schieramento dell’Avvocato del popolo.

Elly Schlein e Giuseppe Conte, il presidente del MoVimento 5 stelle – Nanopress.it

Come loro, ma in misura nettamente minore, ha perso anche la Lega di Matteo Salvini, che ha ceduto lo 0,3% ed è fotografata dall’istituto di ricerca all’8,5%, e anche Forza Italia di Silvio Berlusconi, che ha perso ancora lo 0,1% ed è, ora, al 6,3%. Tra i due schieramenti della maggioranza, poi, si pongono i due ex dem, Carlo Calenda e Matteo Renzi, con il terzo polo, che potrebbe presto diventare un partito unitario.

Azione e Italia Viva si sono posti da subito come interlocutori di quella fetta di elettorato democratico che non si sente più rappresentato dalla nuova linea del Nazareno (con la nuova segretaria, chiaro), e forse la strategia, al momento, si sta rivelando vincente considerato che sono riusciti a strappare uno 0,2% in generale – ma anche lo lo 0,3% agli azzurri, e mezzo punto al Carroccio del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti che, comunque, in settimana è riuscito a portare a casa una vittoria per il ponte sullo stretto di Messina. Ecco, con il 7,7% i due senatori sono più vicini alla Lega e più lontani dal Cavaliere.

Silvio Berlusconi, il presidente di Forza Italia, e Matteo Renzi, numero uno di Italia Viva e senatore del terzo polo – Nanopress.it

Ancora una volta come il terzo polo (e il Pd), e anche qua con numeri decisamente meno importanti, sono cresciuti anche quei partiti e quelle alleanze che, nei fatti, oscillano per il raggiungimento della soglia di sbarramento. L’alleanza tra Verdi e Sinistra di Angelo Bonelli, Eleonora Evi e Nicola Fratoianni, è rimasta al 3,2%, esattamente come una settimana fa, ma hanno aumentato i consensi da +Europa di Riccardo Magi, il deputato che per primo ha attaccato Meloni nel question time di mercoledì alla Camera, e sulla questione migranti, che ha recuperato lo 0,3% ed è a, 2,5%.

Non solo, però, perché sono andate bene le cose, dal 13 marzo, anche a Unione popolare dell’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris, avanti dello 0,1% rispetto a una settimana fa e quindi all’1,8% e anche a Per l’Italia con Paragone dell’ex senatore del MoVimento 5 stelle, che è ora all’1,7% (contro l’1,6% di sette giorni fa).

Al di là delle posizioni politiche, è tornata ad aumentare la percentuale di elettori che non si esprime. Se il 13 marzo, infatti, gli indecisi erano diminuiti al 35%, questa settimana sono nuovamente tornati al 37%, e sicuramente è il dato più allarmante perché, ancora una volta, dimostra lo scollamento tra la realtà, il popolo per così dire, e i decisori. Ci vorrà altro, insomma, per convincerli che si lavora specialmente per loro.

Il governo di Meloni è ai minimi per quanto riguarda fiducia ed efficacia per gli elettori

Un’inversione di rotta, per altro, dovranno farla anche dall’esecutivo di Meloni. Se a ottobre del 2022, ovvero subito dopo le elezioni e quando di fatto è cominciata l’avventura della leader del centrodestra a Palazzo Chigi, la fiducia nei suoi confronti e del suo operato era fotografata al 43% (è salita, anche, nel corso dei mesi al 45%, a dicembre), ora si è arrivati al 40%, il dato più basso da quando c’è stato il passaggio di consegne tra la premier e Mario Draghi.


Ancora più bassa, però, è l’efficacia secondo per persone intervistate da SWG per il tg di Enrico Mentana. Dal 50% di cinque mesi fa, si è scesi ora al 39%, ma in questo caso non è neanche il minimo registrato, a gennaio, infatti, si era scesi dal 43% al 38%, salvo poi risalire almeno di un po’ a febbraio. Quello che è successo a Steccato di Cutro, dove ancora si stanno contando i migranti morti di una strage che, forse, poteva essere evitata, probabilmente hanno avuto un peso importante per gli italiani. E quindi sì, serve anche per chi sta all’esecutivo un cambiamento, anche per riportare al voto quelle persone che, ancora oggi, non si sentono rappresentate dalla politica, e quindi dai partiti.

Mariacristina Ponti

Nata nel lontano 1992, nel giorno più bello per nascere, a Cagliari. Dopo la maturità scientifica, volo a Padova e poi a Roma per studiare lettere. Nella Capitale poi rimango anche per il master in giornalismo. Tra stage a profusione, sempre nelle redazioni sportive, anche se il vero amore è sempre stato la politica, ho ancora da ritirare un tesserino da professionista.

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