È stata una settimana non semplice per il governo di Giorgia Meloni e per la presidentessa del Consiglio, una settimana in cui, secondo i sondaggi, ha anche perso un poco di terreno. Lo stesso che continua a recuperare il Partito democratico di Elly Schlein, ancora in crescita e ancora secondo. Dopo il sorpasso ai danni del MoVimento 5 stelle di sette giorni fa, infatti, secondo Swg per il tg di La7, il distacco si è accentuato notevolmente perché, anche se i pentastellati hanno recuperato qualcosa, non lo hanno fatto su i dem.
A poco più della metà, poi, si trova la Lega di Matteo Salvini, l’unico partito che non ha perso, né guadagnato, e forse non è esattamente una buona notizia, considerato che in settimana si è parlato solo del tema che più sta a cuore al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. C’è, però, da stare tranquilli, e specie perché sia il terzo polo, sia Forza Italia, hanno perso qualcosa per strada. Dall’istituto di ricerca, poi, hanno fatto un sondaggio sulle due donne leader, escludendo gli elettori del Pd e di FdI, e vediamo che hanno detto di Meloni e Schlein.
La settimana che si è conclusa ieri è stata una settimana impegnativa per il governo di Giorgia Meloni. Per il lavoro certo, per i viaggi, ma anche per le polemiche che sono nate in seguito alla strage di Cutro, quella in cui hanno perso la vita, come si sa, 79 migranti (il numero è in crescita). Le parole del ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, quasi a caldo, i chiarimenti sul salvataggio che, forse, si poteva fare, il Consiglio dei ministri organizzato nel paesino calabrese in cui è stato approvato un decreto legge che inasprisce le pene per i trafficanti di esseri umani: tutto ha fatto brodo per le opposizioni.
Se non bastasse, dagli ultimi dati del cruscotto giornaliero del Viminale sugli arrivi si può notare come, da inizio anno, questi siano triplicati rispetto allo stesso periodo del 2022, quando a Palazzo Chigi c’era Mario Draghi. E su questo hanno dato spiegazioni molto simili il ministro Guido Crosetto e anche Antonio Tajani: c’è di mezzo la Wagner.
In questo clima, il partito della prima presidente del Consiglio donna di sempre in Italia, Fratelli d’Italia, secondo il sondaggio di Swg per il tg di La7, ha ceduto qualcosa agli inseguitori, esattamente uno 0,4% che ha portato il primo schieramento delle politiche (e anche ora) al 30,3% dal 30,7% del 6 marzo, e così è diminuita anche la distanza con il Partito democratico di Elly Schlein.
I dem, che hanno incoronato la nuova segretaria (a sorpresa) proprio domenica, stanno continuando a salire e, anche se questa settimana la crescita è stata più contenuta – solo, si fa per dire, dello 0,8% -, la rincorsa sembra partita. Con il 19,8%, lo schieramento del Nazareno è vicino alle percentuali di prima delle elezioni, e tutto fa ben sperare.
Anche perché il sorpasso di soli sette giorni fa nei confronti del MoVimento 5 stelle del vecchio alleato di Giuseppe Conte è stato confermato anche dalle rilevazioni di questa settimana. I pentastellati, infatti, pur avendo recuperato un po’ di terreno, sono cresciuti solo la metà del Pd, e sono ora al 16,1% contro il 15,7% del 6 marzo. Che è comunque una notizia positiva considerato che le percentuali della Lega di Matteo Salvini sono rimaste le stesse (8,8%), e nonostante nell’ultimo periodo si sia giocato per lo più nel loro campo: quello della lotta all’immigrazione, ecco forse si poteva fare qualcosa di più.
Ma, in effetti, c’è poco da recriminare, perché tra le fila della maggioranza, di fatto, il Carroccio è l’unico schieramento che non ha perso pezzi per strada. Anche Forza Italia di Silvio Berlusconi ha visto il segno meno davanti alla variazione percentuale di consensi in questa settimana. Gli azzurri sono stati fotografati al 6,4%, ancora molto lontani dal terzo polo, quindi da Azione e Italia Viva di Carlo Calenda e Matteo Renzi, che dopo essere cresciuti parecchio soli sette giorni fa, hanno perso di nuovo mezzo punto percentuale, e sono scesi al 7,5%.
Ad avere un peso, qua, può essere l’apertura della neo segretaria dem nei loro confronti, specie su temi comuni come il salario e la difesa della sanità pubblica, che probabilmente non è piaciuta agli elettori moderati che pensavano di aver trovato una nuova casa dopo l’arrivo di Schlein nel Partito democratico.
Se il 6 marzo, poi, si era registrato anche un calo notevole dei consensi per l’alleanza Verdi e Sinistra di Angelo Bonelli, Eleonora Evi e Nicola Fratoianni, questa settimana i rossoverdi si sono ripresi almeno lo 0,2% e sono al 3,2%, un po’ di più della soglia di sbarramento. Sotto la percentuale che permetterebbe di entrare in Parlamento, sono rimasti ancora da +Europa di Riccardo Magi, uno degli onorevoli che più sta ingaggiando una battaglia con il governo, anche per la gestione dei migranti. Gli ex radicali hanno guadagnato lo 0,1% e sono al 2,2%, chi ha perso la stessa percentuale, invece, sono Unione popolare dell’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris e Per l’Italia con Paragone dell’ex senatore dell’M5s, rispettivamente all’1,7% e all’1,8%.
Rispetto a una settimana fa, ed è un dato davvero positivo, sono scese anche le persone che non andrebbero a votare se ci fossero le elezioni ora. Dal 37% ballerino, ora si è al 35% di indecisi, e si può notare dai numeri delle varie compagini governative e non.
A tutti gli elettori, eccetto quelli di Fratelli d’Italia e del Partito democratico, è stato chiesto da Swg cosa ne pensassero delle due leader dei principali schieramenti in Italia, quindi di Meloni e Schlein. In una scala da uno a dieci, la premier è considerata calcolatrice 6.9 mentre la deputata dem 5.6, anche sull’essere autoritaria “ha vinto” la prima sulla seconda con 6.6 contro 4.6. Più vicine sono, invece, per quanto riguarda l’essere divisive, al 6.3 della presidentessa del Consiglio, ha risposto il 5.6 della segretaria del Pd.
Per gli intervistati, ancora, Schlein è più snob della sua sfidante, con un 5.2 contro il 4.9 di Meloni, ma torna a essere più furba la numero uno della coalizione della maggioranza rispetto all’ex vice governatrice dell’Emilia Romagna (6.9 contro 5.8). La leader di Fratelli d’Italia risulta essere anche più coraggiosa, autorevole, affidabile ed empatica rispetto a chi ha preso il posto di Enrico Letta. A, rispettivamente, 6, 5.7, 5 e 5 della premier, l’italo americana ha fatto registrare numeri per 5.5, 4.4, 4.6 e 4.8. Tutto sommato non troppo lontana, ecco.
Ancora più bilanciate, in effetti, le due front(wo)man sono sui temi. Sempre secondo gli elettori degli altri partiti tranne i loro, hanno detto che Schlein è meno credibile di Meloni nell’affrontare la guerra in Ucraina (4.8 contro 4.2), la politica estera in generale (5 contro 4.4), lo sviluppo economico (4.9 contro 4.4) e il lavoro (4.8 contro 4.6). Un quasi pareggio c’è sull’aumento dei prezzi (4.5 contro 4.4), e anche sull’istruzione, ma con la leader dem avanti (4.6 contro 4.7), e uno netto (di pareggio) sulla sanità pubblica (4.6 di entrambe).
La deputata del Pd risulta più credibile sul tema dell’immigrazione (4.7 contro 4.5), sul cambiamento climatico (4.7 contro 4.4), ma soprattutto sui diritti civili. La forbice più ampia, infatti, si è notato soprattutto su questo ultimo argomento, con Schlein al 5.4 e Meloni al 4.1. Più avanti, le cose potrebbero cambiare di molto, dopo tutto siamo solo all’inizio dell’esperienza della leader di FdI come premier, ma anche e specialmente dell’italo americana come segretaria del più grande partito progressista d’Italia.
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