Per i sondaggi politici la Lega cresce più di tutti, il Pd crolla (ancora)

Il classico sondaggio politico del lunedì, quello di Swg per il tg di La7, vede la Lega di Matteo Salvini crescere di mezzo punto percentuale, decisamente di più degli alleati di governo, specie di Fratelli d’Italia della presidentessa del Consiglio, Giorgia Meloni, che in realtà perde lo 0,2%, e degli altri schieramenti.

Salvini
Matteo Salvini – Nanopress.it

Il Partito democratico di Enrico Letta, scosso nelle fondamenta ora anche dal Qatargate, l’inchiesta sulla presunta corruzione di alcuni membri del Parlamento europeo da parte del Paese mediorientale, perde lo 0,4%. Non bene neanche il terzo polo di Azione e Italia viva, quindi di Carlo Calenda e Matteo Renzi, meglio, invece, il MoVimento 5 stelle di Giuseppe Conte.

Sondaggi politici: la Lega cresce dello 0,5%. Il Pd perde lo 0,4%

Se durante la campagna elettorale i sondaggi politici servono per capire chi potrebbe vincere le elezioni, o per trovare un riscontro in numeri su quali siano i temi che dovrebbero essere cavalcati di più, quando le urne sono state aperte e la legislatura è in piedi, le percentuali hanno il compito di fotografare quello che pensano gli italiani dei vari schieramenti, quelli che stanno al governo, e quelli che stanno all’opposizione.

Per quanto riguarda i primi partiti, a vincere questa settimana secondo Swg, che ha effettuato le rilevazioni per il tg di La7, è la Lega di Matteo Salvini che conferma la crescita di sette giorni fa e conquista, ora, mezzo punto percentuale, anche su Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Per la prima volta dopo tempo, infatti, la compagine della prima presidente del Consiglio donna della storia della Repubblica italiana perde qualcosa, e dal 30,8% passa al 30,6%. Troppo poco, in effetti, per parlare di una discesa nei consensi, ma comunque un segnale che deve essere monitorato, specie in confronto al dato del Carroccio.

Ecco, che il partito del vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti stia crescendo più di tutti, anche nell’esecutivo – ed è arrivato al 9% – è importante alla luce del fatto che molti dei provvedimenti che sono stati inseriti nella manovra finanziaria possono essere considerati parte del programma elettorale della Lega molto più che di FdI. Nel merito della legge di bilancio, poi, i ritardi nella presentazione degli emendamenti e anche il fatto che la discussione in aula, alla Camera, potrebbe saltare di qualche giorno è un problema più per la premier che per i suoi compagni di governo.

Salvini Meloni Berlusconi
Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi – Nanopress.it

Perché lo stesso discorso, seppur in misura nettamente minore, si può fare anche per Forza Italia di Silvio Berlusconi, che in una settimana ha visto aumentare i consensi dello 0,1%, ed è oggi fotografata da Swg al 6,1%, accorciando anche la distanza con il terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi. Azione e Italia Viva, dal 12 dicembre, infatti, hanno perso lo 0,2% e sono ora al 7,8%.

La vera discesa, che continua dal 25 settembre, ma anche da prima, è quella del Partito democratico di Enrico Letta. Oltre ai problemi di leadership interni, con il segretario che c’è, ma che fra due mesi non sarà sicuramente lo stesso che ha traghettato i dem dopo l’addio di Nicola Zingaretti, il terremoto al Parlamento europeo, il Qatargate, in cui sono indagati alcuni esponenti dello schieramento, tra cui Pier Antonio Panzieri ma anche Andrea Cozzolino, hanno avuto un peso molto importante anche per gli elettori. Rispetto a una settimana fa, il Pd perde lo 0,4% e arriva al 14,7%, un crollo che finora non si era mai visto.

Conte e Letta
Giuseppe Conte ed Enrico Letta – Nanopress.it

Per contro, il MoVimento 5 stelle di Giuseppe Conte, il vero vincitore nell’opposizione, rosicchia qualche decimale a Meloni e arriva al 17,4% contro il 17,1% del 12 dicembre. Che anche questo sia da leggere come un sintomo del malcontento degli italiani per alcuni aspetti della legge di bilancio, per esempio la cancellazione per il 2024 del reddito di cittadinanza? Chissà. Sicuramente ci sono altri temi portati all’attenzione dall’Avvocato del popolo, come lo stop all’invio di armi in Ucraina, che piacciono.

Tra chi cresce, poi, ci sono anche +Europa di Benedetto Della Vedova ed Emma Bonino, avanti dello 0,1% e ora al 2,8%, comunque sotto la soglia di sbarramento come Italexit per l’Italia di Gianluigi Paragone che prende sempre la stessa percentuale ed è fotografato al 2,2%, o come Unione popolare dell’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris che è all’1,8% secondo i sondaggi per il tg di Enrico Mentana, e fino alla settimana scorsa era all’1,6%.

Per concludere, l’alleanza tra Europa Verde e Sinistra Italiana di Angelo Bonelli, Eleonora Evi e Nicola Fratoianni continua a reggere l’urto del caso del deputato Aboubakar Soumahoro, prossimo all’espulsione, e perde solo lo 0,1% arrivando al 4% tondo.

Qatargate, per il 58% degli italiani è la punta dell’iceberg di un sistema corrotto

In merito allo scandalo sul Qatargate, i sondaggisti hanno chiesto se ritengono che la vicenda di corruzione di politici e sindacalisti attivi nell’ambito delle istituzioni europee da parte delle autorità del Qatar sia per l’Unione europea o la punta dell’iceberg di un sistema altamente corrotto, il segnale di un sistema ancora abbastanza sano ma a rischio di diffusione della corruzione oppure un caso isolato.

Per il 58% di loro è la prima opzione, per il 28% la seconda, e solo per il 3% si tratta di una rondine che non fa primavera. Nello specifico, gli elettori di Fratelli d’Italia pensano non hanno fiducia nelle istituzioni per il 64% contro un 25% che è un po’ più positivo e un 4% che lo è del tutto, quelli della Lega si dividono in un 48% che crede nel sistema corrotto, 38% sistema sano e 7% sono per un caso isolato, percentuali che si ribaltano tra i dem. Per simpatizzanti del Partito democratico, il 33% crede che si tratti di un modus operandi, il 55% non è così e per il  6% è un fatto estemporaneo, mentre gli elettori del MoVimento 5 stelle sono molto più netti: il 73% di loro crede che il Qatargate sia la punta dell’iceberg, per il 17% ci può essere un rischio, e solo per il 5% è un caso isolato.

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