Il Pantheon, una delle basiliche più importanti d’Italia, sicuramente il luogo più visitato del nostro Paese nell’anno prima della pandemia, potrebbe diventare presto a pagamento. L’idea, che non è una nuova, è stata proposta di recente dal ministro per la Cultura del governo di Giorgia Meloni, Gennaro Sangiuliano, e dal Comune di Roma, il sindaco Roberto Gualtieri ci sta pensando seriamente.
Un prezzo simbolico, ovviamente, ben lontano dalle cifre astronomiche che si vedono altrove e in altri Stati, che potrebbe servire per fare lavori di ristrutturazione al tempio che fu fatto ricostruire da Adriano, ma che appartiene di fatto ad Agrippa, il genero di Augusto, ma potrebbero essere destinati anche alla riqualificazione dell’area, da tempo preda anche dei topi.
Uno degli argomenti che stanno più a cuore all’attuale ministro della Cultura, l’ex direttore del Tg2, Gennaro Sangiuliano, è quella di non sminuire l’arte, la storia, l’architettura che caratterizza la bellezza della nostra Italia. Diversamente che in altri Stati, infatti, da noi certi musei sono gratuiti, anche per i turisti stranieri che, invece, quando andiamo a fare visita noi ai loro luoghi ci fanno pagare anche l’aria che respiriamo.
Per poter visitare Louvre, che può essere considerato come il museo d’arte per antonomasia, il tempio in cui è custodita gelosamente la Gioconda di Leonardo Da Vinci, si deve pagare. E quindi, perché per il Pantheon di Roma, il gioiellino in cui dorme da secoli il re Vittorio Emanuele II, quello che ci ha reso un unico popolo contro tanti staterelli, quello immerso nell’Urbe che fu di Giulio Cesare, Augusto, Adriano deve essere diverso? Ecco, perché?
Non c’è alcun senso, tanto che anche nel centrosinistra, specificatamente nel Partito democratico, nella figura di Roberto Gualtieri, il sindaco della Capitale, ci si sta ragionando. A dir la verità, tra l’altro, sempre nelle fila dei dem, ci si era anche già arrivati che far pagare, anche una cifra irrisoria, per entrarci poteva essere un’ottima occasione per generare introiti, anche da mettere a disposizione della città, e quindi del Comune. O direttamente della struttura.
Nel 2016, in questo senso, infatti, si era già mosso il predecessore di Sangiuliano, Dario Franceschini, che aveva provato a trovare un’intesa con la Diocesi di Roma non riuscendoci e lasciando quindi le cose come stanno. Il Pantheon, in piedi dal 27 a.C., progettato da Agrippa, che era anche il genero dell’imperatore dell’epoca – sì, Ottaviano – è anche una basilica, ma la sua amministrazione spetta tanto alla Giunta romana, quanto al ministero di cui il giornalista di fatto fa parte.
L’idea di Sangiuliano muove, quindi, dal fatto che negli Paesi ci siano delle tombe regali che vengono fatte pagare suon di quattrini: “Guardiamo anche a quanto accade nel resto d’Europa: in Francia per visitare il Musée de l’Armée, Invalides e Tomba di Napoleone – aveva detto il ministro del governo di Giorgia Meloni – si pagano 14 euro, in Inghilterra l’ingresso a Westminster Abbey, dove sono sepolti i reali britannici, costa 25 euro, mentre a Roskilde, per visitare la cattedrale con le tombe dei re danesi, si spendono 60 corone, circa 8 euro“, da noi invece e no.
E quindi ci sarà un biglietto con un prezzo, che, però, sarà “molto inferiore – si vocifera intorno ai due euro. Ovviamente, potranno essere esentati i cittadini romani e, come già avviene per tutti i musei, i giovani europei fino a 18 anni, i disabili e i loro accompagnatori, le scolaresche, i docenti e le guide turistiche“. In ogni caso, aveva specificato ancora Sangiuliano, dall’esecutivo si è aperti a qualsiasi soluzione che deve essere definita con il Comune, anche perché “le risorse andrebbero destinate alla cura del Pantheon stesso e a quella dell’intera piazza“.
E questo è piaciuto, appunto, anche a Gualtieri, che ci sta ragionando, e che pensa potrebbe essere “una scelta giusta. Se sono risorse utili per la città può essere un’idea da valutare“. Insomma, segnali positivi che non fanno che piacere all’ex direttore del Tg2, che ha poi ricordato come il Pantheon è stato “il sito museale più visitato in Italia nel 2019, ultimo anno pre pandemia, con 9 milioni 300 mila persone”, tanti perché non possano migliorare uno dei capolavori che, persino Michelangelo, colui che ha dipinto la Cappella Sistina, ha definito “opera degli angeli, e non di uomini“.
Per ammirare, e gratis, le bellezze della nostra Italia, d’altronde, basterebbe solo farsi un giro per il centro di Roma (ma la stessa cosa vale per Firenze, Napoli, Torino, Milano, per non citare che le più importanti), ed è giusto, forse, che per ammirarle ancora più da vicino, da dentro più che da fuori, si paghi una tassa, anche irrisoria, che può aiutare il tempio a essere ancora più bello di quanto non sia, e quel pezzo di città un po’ più curato di quanto a qualche osservatore più attento non appare.
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