Il Parlamento europeo, che festeggia i 70 anni di attività, oggi ha votato una risoluzione con riconosce la Russia come “stato sponsor del terrorismo”. Tra i 58 voti contrari, a fronte dei 494 favorevoli, ci sono anche quelli di quattro italiani, tre arrivano dalle fila del Partito democratico e uno è di Francesco Donato, ex Lega. Il MoVimento 5 stelle, invece, ha deciso di astenersi.
Tra le motivazioni che hanno spinto gli europarlamentari pentastellati ad astenersi il fatto che, nel testo della risoluzione che condanna il comportamento di Mosca nella guerra in Ucraina, non sia mai presente la parola pace. Grande, invece, entusiasmo da parte di Volodymyr Zelensky, il presidente ucraino ha scritto su Twitter che “la Russia deve essere isolata a tutti i livelli e ritenuta responsabile“.
Il Parlamento europeo, e l’Unione europea in generale, continuano a mandare segnali alla Russia. Oggi a Strasburgo, con 494 voti favorevoli, 58 contrari e ben 44 astensioni, nell’Eurocamera si è approvata una risoluzione che riconosce il Paese di Vladimir Putin come “Stato sponsor del terrorismo“.
Nel documento, in cui sono stati proposti diversi emendamenti, si sottolineano gli attacchi e le atrocità intenzionali delle forze armate di Mosca in Ucraina, così come vengono messi in primo la distruzione delle infrastrutture civili, le violazioni del diritto internazionale e umanitario che vengono considerati come atti di terrore e crimini di guerra.
Non solo, però, perché, nel testo, l’organo legislativo guidato da Roberta Metsola invita l’Unione europea a creare un quadro giuridico che limiti i rapporti con quelli che sono definiti stati terroristi, in questo caso specifico la Russia, ovviamente, e il Consiglio europeo a inserire anche l’organizzazione paramilitare gruppo Wagner e il 141esimo Reggimento speciale, chiamato Kadyroviti, tra l’elenco dei soggetti terroristici.
Sempre al Consiglio, poi, viene chiesto di chiudere in maniera rapida il lavoro per il nono pacchetto di sanzioni contro Putin, mentre i Paesi dell’Unione dovrebbero prevenire, indagare e perseguire qualsiasi tentativo di aggirare le sanzioni in vigore e, insieme alla Commissione, prendere in considerazione eventuali misure contro i Paesi che cercano di aiutare la Russia a eludere le misure.
Con grande entusiasmo, il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha accolto su Twitter la notizia della decisione dell’Europarlamento. “La Russia – ha scritto – deve essere isolata a tutti i livelli e ritenuta responsabile per mettere fine alla sua politica di terrorismo di lunga data in Ucraina e in tutto il mondo“.
Di diverso avviso sono, invece, dalla Russia – come era pronosticabile. La portavoce del ministro degli Esteri, Sergej Lavrov, Maria Zakharova, su Telegram, ha scritto: “Propongo di riconoscere il Parlamento europeo come promotore dell’idiozia“.
Tornando, però, alla risoluzione, sono quattro gli europarlamentari italiani che hanno votato contro la risoluzione del Parlamento europeo. Tre di loro militano nei Socialisti & Democratici e sono Andrea Cozzolino, Massimiliano Smeriglio e Pietro Bartolo del Partito democratico, l’altra è Francesca Donato ed è un’ex esponente della Lega.
“Oggi il Parlamento Europeo è chiamato nuovamente ad esprimersi sull’aggressione russa all’Ucraina. I Socialisti & Democratici hanno presentato una loro risoluzione e non hanno sottoscritto quella dei gruppi del centrodestra poiché è stato proposto un testo che in alcuni passaggi mette a rischio le attuali indagini sui crimini di guerra di Putin“, hanno detto dalla delegazione del partito all’Europarlamento. È anche vero, però, che insieme si era deciso di votare comunque per la risoluzione per evitare che venisse strumentalizzata la loro posizione nel merito, ma così non è andata, per lo meno per i tre che sono andati contro.
L’idea, infatti, era quella di rivolgersi al Parlamento di Strasburgo affinché l’Unione europea prendesse l’iniziativa “per perseguire una pace giusta per l’Ucraina“. Dello stesso avviso anche gli eurodeputati del MoVimento 5 stelle, che si sono astenuti. Secondo loro, infatti, la risoluzione non andava nel senso di “alzare i toni della pace“.
“La nostra solidarietà al popolo ucraino è totale e consideriamo la Russia come l’unica responsabile della guerra in corso sul suolo ucraino. Il suo esercito si è inoltre macchiato di crimini atroci, tuttavia dopo più di nove mesi di aperte ostilità che non hanno risparmiato le popolazioni civili bisogna mettere a tacere le armi e far prevalere le diplomazie“, hanno sottolineato. La parola pace, ancora, è stata la grande assente del testo. “Putin ha colpevolmente violato il diritto internazionale, ma va condotto ogni sforzo per arrivare a un negoziato fra le parti e mettere fine a questa orribile guerra. Proviamoci“, hanno concluso i pentastellati.
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