Gli Stati Uniti hanno nuove informazioni che l’intelligence statunitense ha raccolto in merito all’esplosione della Nord Stream, che proverebbero il coinvolgimento di un gruppo filo ucraino nel sabotaggio che ha provocato poi l’esplosione del gasdotto.
Le informazioni del New York Times non rivelano in maniera più specifica particolari, ma fanno chiaramente emergere il coinvolgimento di un gruppo anti Putin che non sembra legato alle autorità ucraine. Una notizia che arriva soltanto dopo che gli USA erano stati accusati a loro volta dalle autorità svedesi, che ritengono che dietro al sabotaggio di Nord Stream possa esserci una reale possibilità che nella vicenda si trovi proprio Washington.
Una questione molto delicata che rischia di alterare gli equilibri internazionali, già estremamente provati, nel caso in cui non spuntino prove a verifica di tutte queste tesi, che stanno logorando la comunità globale e gettando fango sulle varie istituzioni internazionali.
Gli Stati Uniti sarebbero in possesso di informazioni, pervenute dai gruppi di intelligence Usa, che dimostrerebbero il coinvolgimento di un gruppo filo ucraino nel sabotaggio che ha poi provocato l’esplosione dei gasdotti russi Nord Stream 1 e 2.
Secondo quanto riporta il New York Times, che è stato riferito a loro da fonti anonime, emerge anche che: “non ci sono prove di un coinvolgimento del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, e del suo governo nell’operazione.”
Nonostante sia stato, come riferito, appurato il coinvolgimento del gruppo filo ucraino dalle autorità Usa, non sono emerse altre informazioni utili in merito a chi si è coinvolto, ne di quale gruppo si tratti ma è stato soltanto precisato che le autorità ucraine, così come il presidente Zelensky sembrano non avere nulla a che fare con l’accaduto.
I nuovi dati, che hanno avuto modo di visionare le autorità statunitensi, sembra che mostrino chiaramente il coinvolgimento di questo gruppo notoriamente opposto al presidente russo Vladimir Putin senza specificare, però, chi sia il mandante dell’attacco.
Le fonti hanno precisato al New York Times che ad oggi non è possibile dare una spiegazione precisa e definitiva in merito all’accaduto al Nord Stream e non è nemmeno possibile escludere definitivamente un coinvolgimento del governo ucraino.
Stando alle informazioni rivelate dall’intelligence sembrerebbe che il sabotaggio potrebbe essere stato attuato invia ufficiosa ma allo stesso tempo potrebbe avere collegamenti con le autorità Ucraina o con il servizio di sicurezza di Kiev.
Emerge inoltre che gli esplosivi sono stati sicuramente collocati sulla linea del gas dei due condotti sommozzatori esperti capaci che non sembrano, però, dalle informazioni emerse aver lavorato per i servizi militari o di intelligence.
Dopo il propagarsi della notizia la Cia e le autorità statunitensi hanno preferito non esporsi merito alla questione.
In merito al sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e 2, che è avvenuto il 27 settembre dello scorso anno, sono emerse numerose ipotesi sulla paternità del sabotaggio e sulla vicenda hanno indagato anche le autorità svedesi, che avevano in precedenza comunicato per prima di aver scoperto detonazioni e che l’attacco era stato sicuramente un sabotaggio mirato e non casuale.
In merito al sabotaggio del Nord Stream sono state fatte teorie e speculazioni e, nel corso dei mesi, sono state additati numerosi Paesi come possibili responsabili del grave incidente al gasdotto.
Inizialmente è stata incolpata la Russia, poi emerso il coinvolgimento ucraino poi ritrattato poi l’implicazione nel sabotaggio degli Stati Uniti. Non sono state esclude ipotesi europee.
La prima teoria ovvero quella che vede il coinvolgimento russo è stata già inizialmente rigettata in quanto non emergeva da parte dalla Russia un reale vantaggio nel sabotare il gasdotto che causa disagi in primis alla stessa Mosca.
Anche gli Stati Uniti sono stati individuati come responsabili dell’esplosione e l’accusa a loro carico è stata mossa direttamente da Mosca.
Il mese scorso Seymour Hersh, noto e pluripremiato reporter, ha accusato gli USA in un articolo. I dati emersi dal resoconto, effettuato dal noto reporter, sono stati fermamente repentinamente smentiti dagli Stati Uniti e Hersh è stato duramente criticato per gli articoli pubblicati.
L’analista dell’Institute for Foreign policy Hugo von Essen ha espresso scetticismo in merito al fatto che la colpa ricada sull’Ucraina. Non trova un riscontro tra i dati emersi è ciò che la realtà ha mostrato.
L’analista ha dichiarato che a suo avviso: “Non sembra affatto logico che sia l’Ucraina. Rischi il sostegno del mondo occidentale e il gas russo all’Europa era già stato interrotto quando è avvenuta l’esplosione, quindi non ha fatto differenza. Penso ancora che parli molto di più per la Russia che per l’Ucraina. Per loro non faceva differenza, non c’era niente da perdere.”
Nonostante l’opinione sopracitata von Essen spiega che nel concreto anche l’Ucraina potrebbe avere una sorta di interesse nel far esplodere il gasdotto e ha individuato alcune motivazioni per le quali potrebbe essere percorsa questa strada: “Gli argomenti che sono stati ascoltati e su cui si può ipotizzare sono di rallentare ulteriormente le esportazioni di energia russa verso l’Europa e quindi di ridurre le entrate russe. La mia sensazione è che anche la Russia sia stata incolpata e ciò avvantaggia anche l’Ucraina e rafforza l’immagine che la Russia è uno stato canaglia. Ma ci sono ragioni ancora migliori che parlano a favore degli interessi della Russia.”
Ha precisato inoltre che la sua sensazione è quella che le incolpare la Russia avvantaggi in qualche modo l’Ucraina e rafforza la Russia come uno stato canaglia.
Precisando poi che: “Ma ci sono ragioni ancora migliori che parlano a favore degli interessi della Russia.”
I rapporti statunitensi emersi arrivano poco dopo che il giornalista Hersh ha accusato gli Stati Uniti di essere dietro all’esplosione.
Washington ha definito finzione il rapporto emerso sul sabotaggio del Nord stream, che spiegava la possibilità di vedere implicate le forze statunitensi e, secondo alcuni esponenti svedesi che lo hanno rivelato anche a diversi quotidiani, l’intelligence americana ha cambiato il proprio lavoro durante la guerra in Ucraina e le informazioni vengono fatte trapelare apposta come arma strategica per influenzare.
Viene portato come esempio la rivelazione emersa dagli Stati Uniti in merito alla possibile invasione russa in Ucraina prima che avvenisse e questo è stato attuato per cercare di ritardare il più possibile l’invasione.
Stesso discorso per quanto riguarda le informazioni secondo cui la Cina può fornire armi alla Russia e stando a quanto riferito dai media svedesi questa tattica è utilizzata per far capire alla Cina che è ascoltata.
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