Fu ucciso in un agguato che, all’inizio, sembrava non avere alcun tipo di movente. Ed invece, ora, i Carabinieri hanno tratto in arresto 3 persone per l’omicidio di Paolo Stasi.
Sono state anche indagate altre 8 persone. Il giovane venne ucciso lo scorso mese di novembre a colpi di pistola, proprio fuori casa sua.
Sembrava un omicidio senza soluzione e, invece, le indagini hanno portato ad esiti inaspettati. Per l’agguato e l’omicidio di Paolo Stasi, ucciso lo scorso 9 novembre a Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi, proprio fuori casa sua, sono state arrestate 3 persone ed indagate altre 8.
Delle tre persone tratte in arresto, due sono finite in custodia cautelare in carcere ed una agli arresti domiciliari, mentre altre due ancora sono state sottoposte ad obbligo di dimora. Tutti sono indagati per l’omicidio del giovane. Fra queste, c’è anche un ragazzo di 18 anni.
Verso di loro sono state mosse diverse accuse, fra le quali quelle di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi. All’inizio, le indagini si erano concentrate, in particolare, per capire il movente he aveva portato all’omicidio del giovane e, sempre di più, si era fatta largo la pista della droga e dello spaccio.
Il giovane fu ucciso da alcuni colpi di pistola lo scorso 9 novembre, nei pressi di casa sua, da un altro giovanissimo, un 18enne.
Come si è arrivati all’ipotesi “droga”? Andando ad analizzare alcune chat che il giovane ha scambiato con sua mamma, la pista della droga sembrerebbe quella più convincente e chiara. Una semplice domanda fatta dalla madre di Paolo a suo figlio: “Mi prepari uno spinello?” – aveva chiesto la donna. “Subito, capo” – fu la risposta del ragazzo.
Pista che è stata, poi, confermata, anche, da una borsa con tracce di hashish e del materiale per confezionarlo ritrovata che non era accanto al cadavere, come all’inizio si pensava, ma che è stata trovata nella stanza di Paolo stesso.
A casa del giovanissimo che sparò contro Stasi furono, poi, trovati del denaro ed una pistola a gas che sono stati sequestrati. Da qui, l’ipotesi che l’omicidio sia avvenuto proprio in ambienti di spaccio, forse per uno sgarro.
Ci sono, però, alcuni elementi che si stanno analizzando ed accertando piano piano, come ad esempio capire se lo stesso Paolo sia stato coinvolto direttamente (e per questo ucciso), oppure abbia solo fatto qualcosa per difendere qualcun altro.
Furono 9mila gli euro trovati a casa del 18enne che ha ucciso Paolo e potrebbero proprio essere i proventi dello spaccio e della vendita di droga. Infatti, come confermato anche dalle Forze dell’ordine che stanno portando avanti le indagini, ci sono stati anche dei continui contatti telefonici proprio fra il 18enne e Paolo, poco prima che quest’ultimo venisse ucciso.
Ora, l’arresto di queste tre persone, fra le quali proprio un 18enne, ed il coinvolgimento di altre persone (per un totale di otto) porterà a capire il movente effettivo per il quale il giovane è stato ucciso.
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