Secondo Ocean Gate i passeggeri del Titan sarebbero morti. Secondo la Guardia Costiera, intervenuta in conferenza stampa stasera a Boston, il sommergibile potrebbe essere imploso.
Secondo quanto riferito da Ocean Gate, l’equipaggio del Titan sarebbe morto. “Crediamo che l’equipaggio sia morto“. Mentre la Guardia Costiera in conferenza, tenutasi in serata alle 21 ora italiana (15 ora locale) a Boston, ha confermato che i rottami trovati dal robot sul fondo dell’Oceano sono del sottomarino. I detriti sarebbero in linea con l’ipotesi dell’implosione, conferma la Marina Usa. Si attendono altri dettagli dopo la fine della conferenza di Jamie Frederick alla sede della Guardai Costiera di Boston.
Una “catastrofica perdita di pressione” avrebbe fatto naufragare il sommergibile Titan. Una dinamica che era stata ipotizzata già dall’ex medico della Marina Usa, che aveva parlato di una implosione possibile arrivata a causa della perdita di contatti con il batiscafo. In una nota la società Ocean Gate ha affermato: “Crediamo che l’equipaggio sia morto“, mentre la Marina Usa ha confermato in conferenza stampa che i detriti trovati oggi dal robot a 500 metri dal Titanic appartengono al sommergibile scomparso.
Nelle ultime ore erano state intensificate le ricerche, anche se ormai dopo quattro giorni le possibilità di riuscire a individuare l’equipaggio ancora in vita erano parse ai limiti dell’impossibile. Un miracolo si aspettava, ma purtroppo non è arrivato. Si profila dunque la peggiore delle ipotesi, quella dell’implosione per una perdita di pressione. La cabina potrebbe essersi accartocciata su se stessa, a causa di un guasto. Troppo tempo era passato in effetti, con l’ossigeno che secondo gli esperti sarebbe dovuto terminare già stamattina, introno alle 11. Rimenavano pochissime speranze per la crew (composta dal pilota e tre passeggeri miliardari).
Sono cinque fino a questo momento i detriti riconducibili al Titan, che erano stati ricondotti al sommergibile da un esperto, amico di due persone a bordo, David Mearns, poi citato dal Telegraph.
Lo stesso Mearns, nel visionare quei detriti, aveva condiviso le sue osservazioni in un gruppo di esperti chiamato “The Exploreres Club“, tramite il quale si era confrontato sui ritrovamenti. Citando fonti che hanno avuto informazioni dai soccorritori, pare che l’uomo abbia subito notato come i detriti non sarebbero appartenuti a un sottomarino convenzionale, soprattutto per quanto riguarda un rottame del telaio.
Nelle ultime ore sono stati condotti degli studi sui pezzi rilevati dal robot Victor 6000, che hanno confermato la tesi poi annunciata dalla Marina americana. La spedizione a 4mila metri sotto il mare per i cinque avventurieri è finita come peggio non poteva. Intanto si attendono nuovi dettagli nelle prossime ore, che emergeranno dalla conferenza stampa del comandante Jamie Frederik, che sta parlando in questo momento alla stampa dalla sede della Guardia costiera di Boston.
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