Non si fermano le ricerche della piccola Kata, scomparsa il 10 giugno da Novoli, a Firenze. Ora ci si focalizza sulle telecamere.
Gli ultimi giorni sono stati importanti per gli investigatori impegnati nella ricerca della bambina peruviana di 5 anni scomparsa misteriosamente. Fra diverse piste come quella del racket degli affitti nell’ex hotel Astor dove vive con la mamma, i carabinieri sono sempre più vicini a capire il movente del rapimento. Sembra infatti che la vita della bambina si svolgesse in un contesto molto difficile e non tanto per il degrado della zona dove la sua famiglia viveva insieme ad altri 140 occupanti abusivi, quanto per la tensione fra i diversi “vicini di casa” e le frequenti liti con gruppi di rumeni che gravitano in zona. Le discussioni erano all’ordine del giorno ma Katherine Alvarez, la mamma della piccola, lavorava sodo per poterle garantire un po’ di serenità, venuta a mancare soprattutto negli ultimi mesi di lontananza dal padre di Kata, arrestato a marzo per furto. È stato proprio lui, Miguel Angel, a riferire che in quel quartiere la situazione non è facile, così come non lo è crescere una bambina ma non riesce a credere che qualcuno possa essersi rivalso su di lei per situazioni irrisolte con lui o con i familiari. Le autorità hanno deciso di rilasciarlo proprio per stare vicino alla compagna in questo momento difficile e tutti noi da giorni ci chiediamo, dove sta Kata? Forse le risposte arriveranno dopo la decisione presa oggi dalla Procura di Firenze.
Novoli è un quartiere popolare che si trova a nord-ovest di Firenze, protagonista di una grande espansione dopo il boom edilizio degli anni Cinquanta. In realtà era abbastanza anonimo e digitando quel nome, il motore di ricerca ci portava in un comune nel Leccese, invece oggi è forse la zona più conosciuta d’Italia per un fatto di cronaca che sta letteralmente facendo impazzire gli inquirenti e le persone coinvolte.
Era il 10 giugno quando è scomparsa la piccola Kata, una bambina sudamericana di 5 anni che vive abusivamente con la mamma in una struttura di Novoli che fino ad alcuni anni fa ospitava l’hotel Astor. Qui la situazione è difficile e gli occupanti devono pagare un affitto a gruppi criminali locali se vogliono vivere in pace, però il contesto rimane comunque molto particolare e guardando al passato della famiglia di Kata, ci accorgiamo che ci sono discussioni e liti violente con il “vicinato”.
L’ultima immagine, mostra la bambina mentre gioca nel cortile della struttura, appena un minuto prima della scomparsa. Proprio dalle telecamere ripartono oggi le indagini degli inquirenti perché stando a quanto appreso, gli impianti dell’area intorno all’ex hotel avrebbero fornito informazioni utili. Secondo i genitori è stata rapita per vendetta verso qualche screzio passato, tuttavia è un’ipotesi che dovrà essere accertata.
Poco fa la Procura ha deciso, dopo un incontro dove era presente anche il procuratore aggiunto Luca Tescaroli che sta conducendo le indagini con il sostituto Christine Von Borries, che non solo le telecamere della zona verranno analizzate più approfonditamente ma anche quelle dell’intera città. Parliamo di un lavoro molto grande e impegnativo dal momento che ce ne sono circa 1.500 a Firenze.
Sono stati giorni molto intensi in cui gli inquirenti hanno deciso di battere a tappeto l’edificio che ospitava l’albergo e per farlo, tutte le famiglie all’interno sono state trasferite in altre strutture più idonee. Da tempo i residenti chiedevano lo sgombero perché la zona era completamente abbandonata a degrado e criminalità, inoltre necessitava di una bonifica urgente infatti spesso i bambini di quelle famiglie, rumene e peruviane, sono stati visti giocare fra l’immondizia e pericolose bombole del gas accatastate. Fra loro anche la piccola Kata, una bimba dagli occhi vivaci e dal grande sorriso nonostante le difficili condizioni di vita.
Gli investigatori hanno potuto controllare anche gli angoli più nascosti del palazzo, sfondando diverse poste che erano chiuse. Della piccola nessuna traccia e ora le ricerche si ampliano anche all’estero.
Gli inquirenti hanno ricostruito che i rapitori hanno impiegato poco meno di due ore per portare via la bambina. L’ultima immagine l’ha ripresa mentre entrava nell’edificio, impossibile quindi che un’altra telecamere non l’abbia ripresa mentre veniva portata via, dal momento che all’interno non c’è.
Non può essersi dissolta nel nulla ma al momento sembra proprio così. Gli inquirenti però si stanno concentrando su una pista suggerita dalla titolare di un negozio di alimentari della zona. La signora ha riferito che ogni sabato arrivano furgoni che poi vanno in Romania carichi di merci che i rumeni spediscono ai familiari.
Possibile che in uno di quei furgoni sia stata messa la bambina e che quindi ora si trovi all’estero? Il suo profilo è stato inserito nel database dell’Interpol, che sta collaborando con le forze dell’ordine italiane per trovarla.
Si parla di atto premeditato e l’ex comandante dei Ris Luciano Garofano, consulente della famiglia, è certo che la strada del rapimento sia quella giusta. Queste persone però non vogliono soldi, altrimenti avrebbero già contattato la famiglia, probabilmente cercano solo vendetta e a rimetterci ancora una volta per le questioni degli adulti, è una minore senza alcuna colpa. Si tratta solo di una supposizione ma ancora non ci sono elementi certi per capire esattamente le dinamiche che hanno portato alla scomparsa della bambina che in zona ricordano con molto affetto.
Al momento la pista rumena è la più accreditata, ad ogni modo sarà importante in questo momento l’esito dell’analisi delle tante videocamere di sorveglianza, qualunque esso sia. Come ha sottolineato Garofano, bisogna concentrarsi su ogni evento legato al luogo della sparizione perché tutto potrebbe essere collegato, ad esempio la lite recente del 29 maggio in seguito alla quale un uomo è volato dal terzo piano.
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