Sta continuando, almeno secondo quanto ha detto la Supermedia di YouTrend per Agi, l’onda emotiva della morte di Silvio Berlusconi per Forza Italia. Rispetto alle prime rilevazioni dopo la scomparsa del fondatore, il gruppo azzurro è cresciuto di quasi un punto percentuale, ma a differenza della settimana scorsa, non ha ancora superato gli alleati nel governo di Giorgia Meloni della Lega. Ecco, per quanto riguarda lo schieramento della prima presidente del Consiglio donna della storia della Repubblica italiana, Fratelli d’Italia, è, assieme all’alleanza Verdi e Sinistra e ovviamente ai forzisti, l’unico ad aver visto i consensi crescere in due settimane.
Ad aver perso, invece, è soprattutto il Carroccio di Matteo Salvini, ma anche i due partiti del (fu) terzo polo – e Azione di Carlo Calenda ha perso più di Italia viva di Matteo Renzi. Per quanto riguarda le coalizioni, il centrodestra trascinato dallo schieramento di Berlusconi e di quello di Meloni ha recuperato più di mezzo punto percentuale agli inseguitori del centrosinistra, capitanato da Elly Schlein. Se, però, l’idea del campo largo tornasse in auge, la maggioranza avrebbe qualche problema in più, e a fare da ago della bilancia potrebbe essere l’ex premier fiorentino.
La Supermedia premia ancora Forza Italia senza Berlusconi. Con la Lega in discesa, il centrodestra può sorridere grazie anche a Meloni
Non sono state due settimane semplici per Giorgia Meloni, la presidentessa del Consiglio e leader di Fratelli d’Italia, non lo sono state eppure il suo partito, per la Supermedia di YouTrend per Agi, che si basa sui realizzati dagli istituti EMG (data di pubblicazione: 19 giugno), Euromedia (28 giugno), Ixè (19 giugno), Noto (22 giugno), Quorum (26 giugno), Swg (19 e 26 giugno) e Tecnè (17, 19 e 24 giugno), la ha premiata con uno 0,1% in più rispetto al 15 giugno che la ha portata al 28,9% dei consensi.
📊 #Supermedia YouTrend per @Agenzia_Italia (e variazione rispetto a due settimane fa):
FdI 28,9% (+0,1)
PD 20,2% (=)
M5S 15,8% (=)
Lega 8,7% (-0,5)
FI 8,2% (+0,9)
Az 3,6% (-0,3)
IV 3,0% (-0,2)
AVS 3,0% (+0,1)
+E 2,3% (-0,2)
ItalExit 1,9% (-0,3)
UP 1,5% (=)
NM 1,0% (-0,1) pic.twitter.com/BBbwvotjR6— YouTrend (@you_trend) June 30, 2023
Un niente direte, ed è anche vero, ma non se si confrontano le crescite o le decrescite degli altri schieramenti, a eccezione di quello che è stato fondato da Silvio Berlusconi nel 1994. Forza Italia, da quando è morto il suo presidente (era il 12 giugno), è cresciuta di tantissimo nelle intenzioni di voto. Da tre giorni dopo la scomparsa del Cavaliere a oggi, per esempio, ha recuperato lo 0,9%, arrivando all’8,2% e quindi insidiando anche la quarta posizione della Lega di Matteo Salvini – cosa che era, nei fatti, successa la scorsa settimana e di cui vi avevamo parlato qua.
Seppur non superato, in questa media ponderata, il gruppo del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e vicepremier, che sta vincendo sulla linea della non ratifica del Mes (almeno per il momento) con la premier, è quello che ha perso di più. Il Carroccio, infatti, dal 9,2% di due settimane fa, è sceso all’8,7%, andando quindi a rifocillare i consensi degli azzurri come segno di vicinanza per la perdita di Berlusconi – è interessante vedere, piuttosto, come andranno le cose d’ora in poi, se Antonio Tajani riuscirà a ottenere davvero la leadership dello schieramento, e se il partito stesso riuscirà a reggere alla scomparsa dell’uomo che, nonostante sia stato anche inibito, è comunque rimasto sempre un faro per tutti gli esponenti, e simpatizzanti.
La crescita di Forza Italia, non solo, ha sgonfiato le percentuali anche dei due gruppi del terzo polo. A perdere di meno è stata Italia viva di Matteo Renzi, scesa dello 0,2% rispetto a due settimane fa e quindi ora giusta giusta al 3% che garantirebbe di tornare in Parlamento, ma peggio sono andate le cose per gli ex alleati di Azione di Carlo Calenda, che hanno visto scendere i consensi dello 0,3%, e ora sono dati al 3,6%.
Tra chi ha visto i potenziali voti arretrare rispetto al 15 giugno c’è anche +Europa di Riccardo Magi, impegnato da settimane in una battaglia su tanti temi con Meloni – sul reato di maternità surrogata universale, ma anche sulle droghe e in particolare sulla legalizzazione della cannabis. Ecco, gli ex radicali hanno ceduto due decimi, allontanandosi ancora di più dalla soglia di sbarramento (sono al 2,3%) che li ha tenuti fuori dalle due Camere anche alle politiche del 25 settembre. Lo 0,3%, poi, lo ha perso anche Per l’Italia con Paragone dell’ex senatore del MoVimento 5 stelle, che ora è data all’1,9%. Nelle retrovie, ancora, hanno ceduto lo 0,1% anche Noi Moderati di Maurizio Lupi, ovvero l’ultima forza della maggioranza di governo, che è tornata all’1% dei consensi.
Tutti gli altri, invece, sono rimasti nella stessa situazione in cui erano prima (a eccezione dell’alleanza Verdi e Sinistra, di cui parleremo meglio dopo). Il Partito democratico di Elly Schlein lo avevamo lasciato al 20,2% e lo ritroviamo così, il gruppo di Giuseppe Conte al 15,8% era, al 15,8% è rimasto, persino Unione popolare dell’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris, sempre molto altalenante, non ha né perso né guadagnato nelle ultime due settimane, e infatti è ancora all’1,5% dei consensi.
Poi appunto, ci sono i rossoverdi guidati da Angelo Bonelli, Eleonora Evi e Nicola Fratoianni. Anche loro piuttosto concreti nella loro opposizione all’esecutivo della prima premier donna della storia della Repubblica italiana, hanno guadagnato un decimo e sono tornati a stare tranquilli, a quel 3% che permetterebbero loro di continuare a battersi per le proprie idee dalle aule del potere.
Il centrodestra cresce, il centrosinistra no, ma un campo largo potrebbe aiutare le opposizioni a diventare maggioranza
E questa crescita dell’alleanza Verdi e Sinistra, in effetti, ha garantito alla coalizione di centrosinistra di non perdere più del dovuto rispetto a quella del centrodestra. Con i secondi che, trascinati da Forza Italia, hanno guadagnato mezzo punto percentuale, e i primi che hanno perso solo lo 0,1%, la distanza rimane comunque tantissima (46,8% contro 25,5%), e per questo può portare anche a conclusioni diverse per le opposizioni.
Il fantomatico campo largo immaginato da Enrico Letta, per esempio, raccoglierebbe il 47,9% dei consensi, mentre senza Renzi, l’ago della bilancia, ma anche l’uomo che più di tutti renderebbe impossibile un’alleanza in funzione anti centrodestra, i consensi scenderebbero al 44,9%, e là la strada sarebbe più in salita, è vero, ma le distanze sarebbero anche ridotte al lumicino, e senza l’effetto Berlusconi, forse, sarebbero praticamente vicine. Fantapolitica, o chissà.