La Supermedia di YouTrend per Agi questa settimana è stata segnata soprattutto dal tracollo del terzo polo di Carlo Calenda e Matteo Renzi. Fotografati ancora insieme nonostante le ultime vicissitudini, i due schieramenti dei due ex dem hanno perso in due settimane mezzo punto percentuale, che ora li attesta allo stesso livello di Forza Italia di Silvio Berlusconi. Come tutte le forze della maggioranza di governo, compresa Fratelli d’Italia della presidentessa del Consiglio, Giorgia Meloni, e soprattutto la Lega di Matteo Salvini, il partito del Cavaliere ha avuto una piccolissima ripresa dei consensi.
Allo stesso modo, però, non l’hanno avuto gli inseguitori, quindi le compagini delle opposizioni: la corsa del Partito democratico di Elly Schlein si è arrestata, e così ha fatto anche quella del MoVimento 5 stelle di Giuseppe Conte. Chi, invece, ha perso un pochino ed è scesa sotto la soglia di sbarramento è l’alleanza tra Verdi e Sinistra di Angelo Bonelli, Eleonora Evi e Nicola Fratoianni che ha contribuito, assieme a +Europa, a far calare la percentuale dei consensi della coalizione di centrosinistra per contro di una del centrodestra che ha guadagnato mezzo punto in generale e quasi uno intero sugli inseguitori.
Le ultime due settimane, a livello politica, sono state sicuramente monopolizzate (quasi) dalla lite avvenuta a colpi di tweet e non solo all’interno del terzo polo. Il partito unitario che doveva prendere la luce a partire dal 10 giugno, infatti, è morto prima di nascere lasciando non pochi strascichi per i due leader, Carlo Calenda di Azione e Matteo Renzi di Italia Viva, che ora, secondo la Supermedia di YouTrend per Agi, devono iniziare a contare i danni.
Dal 6 aprile, i due ex hanno perso mezzo punto percentuale e sono arrivati a toccare il 7%, ampiamente superato anche alle elezioni politiche del 25 settembre, e sono ora appaiati con Forza Italia di Silvio Berlusconi che, invece, può contare su uno 0,1% in più rispetto a due settimane che, però, non è necessariamente dovuto alla solidarietà dimostrata al Cavaliere, ancora ricoverato al San Raffaele di Milano per curare la polmonite.
Infatti, così come gli altri schieramenti che sostengono il governo di Giorgia Meloni, quindi il partito della presidentessa del Consiglio, Fratelli d’Italia, la Lega di Matteo Salvini e Noi Moderati di Maurizio Lupi (1,1%), anche i forzisti hanno ripreso a crescere. A farlo più di tutti, sono quelli del Carroccio, che arriva con lo 0,2% in più (e quindi il doppio rispetto agli altri) al 9% tondo delle preferenze. Per quanto riguarda, invece, i meloniani, le percentuali su cui si attestano ora viaggiano sul 28,9% delle preferenze, e tengono ancora parecchio distanti il Partito democratico di Elly Schlein.
Un po’ in sordina ultimamente, la segretaria ha ripreso a fare una dura e costruttiva opposizione al centrodestra, anche e soprattutto in tema di celebrazioni del 25 aprile, e lo ha fatto sia all’interno dell’aula del Senato, sia al di fuori dopo le dichiarazioni del numero uno di Palazzo Madama, Ignazio La Russa, sulla Costituzione in cui, secondo lui, non comparirebbe mai la parola antifascismo. Tornando ai sondaggi, rispetto a due settimane fa, dal Nazareno rimangono fermi al 20,1% dei consensi, esattamente come fermi rimangono anche dal MoVimento 5 stelle di Giuseppe Conte che, invece, è stato fotografato al 15,7%.
A perdere piuttosto, oltre che le compagini dell’ex ministro dello Sviluppo economico e dell’ex presidente del Consiglio fiorentino, c’è l’alleanza tra Verdi e Sinistra di Angelo Bonelli, Eleonora Evi e Nicola Fratoianni. Rispetto al 6 aprile, i rossoverdi sono calati dello 0,2% e sono scesi al di sotto della soglia di sbarramento del 3% (sono comunque vicini, e sono al 2,9%). Bene, però, non è andata neanche a +Europa di Riccardo Magi, che si è allontanata ancora di più dall’obiettivo, perdendo lo 0,1% e attestandosi al 2,1%.
Chi non ha né perso, né guadagnato e non naviga di certo in buone acque sono Per l’Italia con Paragone dell’ex senatore pentastellato, che ha raggiunto (per demeriti loro) i radicali, e Unione Popolare dell’ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris, rimasto all’1,6% delle preferenze esattamente come due settimane fa.
Quanto ai voti per le coalizioni, il centrodestra, che come dicevamo prima ha guadagnato con tutti i parti che lo compongono, è arrivato a un più 0,5% che ora li vede, come sempre primi, al 46%, ma avendo anche distanziato di un po’ il centrosinistra, che stavolta ha ceduto lo 0,3%, arrivando al 25,1% dei consensi. Se si guarda al campo largo, poi, ovvero quel soggetto politico dalle sembianze di unicorno, la perdita è ancora più consistente, anche perché Renzi e Calenda, dividendosi, hanno spezzettato il loro mezzo punto e nessuno dei loro voti è andato al Pd, di cui entrambi facevano parte, ma è finito un po’ alla maggioranza di governo, un po’ è stato disperso tra chi ora non parteciperebbe al voto. Che, però, la Supermedia non rileva.
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