Far ridere con un libro: tutti ci provano, in pochissimi ci riescono. Sandro Settimj, scrittore per la Rai, è uno di questi; il suo libro d’esordio ‘Per quanto mi riguarda sono sempre innamorato’, edito da Mondadori, è uno dei romanzi più brillanti e divertenti che si sono visti in giro negli ultimi anni, diverso dalla massa, ricco di sarcasmo e al tempo stesso di romanticismo. La figura del protagonista, Ugo, è quella del classico intellettuale confuso dalla vita e con il coraggio di una lepre, che tergiversa sull’analisi delle favole per non prendere delle decisioni vere e proprie: per non crescere, insomma.
Chiuso nella sua cantina in una casa romana, finisce per confondere il mondo delle fiabe e dell’immaginazione con quello della realtà, ma purtroppo nella vita di tutti i giorni Cenerentola – finirà amaramente per accorgersi – non esiste, e neppure Biancaneve. Che dire, è il dramma di tutti gli scrittori, o comunque di coloro che vivono di fantasia, lavorano con essa, ci si immergono al punto tale da far sì che alla fine la partita si concluda sempre alla stessa maniera: 10 a 0 per la fantasia. La realtà perde sempre.
Però, nel frattempo quella stessa realtà regala ad Ugo una serie di situazioni, personaggi, esperienze e soprattutto donne – che sono poi il tema centrale del libro – da riderci sopra per qualche mese buono. Cose normali, cene nell’ordinario, relazioni sentimentali da copione no, ovviamente non ne se parla; come se nascere scrittore un po’ troppo sognatore, magari vagamente goffo e restio a lasciarsi andare ai sentimenti, sia una condanna a vita. Se poi si considera che Settimj trae spunto dai propri spostamenti qua e là per il mondo come animatore turistico per i racconti che nel libro legge a uno psicoanalista poco accondiscendente, il gioco è fatto: chiunque abbia avuto minimamente a che fare con l’esperienza dell’animatore/istruttore/qualunque tipo di intrattenitore in villaggi vacanze sa bene che ne capitano davvero di cotte e di crude. Dunque, quale miglior bagaglio di vita da cui andare a pescare?
L’esordio di Sandro Settimj è allora un libro spigliato e in alcuni tratti dissacrante, veritiero pur nell’assurdità dei fatti raccontati: vale la pena di leggerlo anche solo per farsi quattro risate da uomo a donna. In più, Settimj sa scrivere, sa abbellire le avventure con il giusto stile accattivante e perennemente cinico (ma nel senso buono del termine), tanto che in conclusione si finisce tutti per riconoscersi un po’ nel povero Ugo. Dunque: consigliatissimo.