Per rinnovarle il contratto in un negozio di un centro commerciale sono arrivati a chiederle il test di gravidanza per poi mandarla comunque a casa. È la denuncia di una lavoratrice pubblicata sul blog del sindacalista Francesco Iacovone, ex dirigente nazionale USB e ora nel direttivo Cobas. La donna aveva un contratto a tempo indeterminato in un negozio del centro finché è rimasta incinta. “Una volta tornata dalla maternità facoltativa la mia vita è diventata un inferno: non avevo più riposi né giorni liberi, le turnazioni erano infernali perché “io avevo già fatto molti giorni a casa”, quindi neanche le ferie”, scrive.
Anche l’allattamento è stato un incubo perché “era a discrezione della mia azienda e non la necessità del mio bambino, le mie 2 ore giornaliere erano organizzate da messaggi alle 7 del mattino con scritto “oggi arriva un’ora dopo” oppure un messaggio alle 14 con scritto “vieni alle 15.30 anziché alle 15. Ho resistito quasi 3 mesi, poi ho dato le dimissioni”.
Dopo un anno a casa, un nuovo lavoro in un centro commerciale. “Contratti di 3 mesi in 3 mesi, tutti i weekend, tutte le feste dentro quel mostro di cemento. Finché a maggio ho visto la luce, o almeno credevo”.
“La store manager di un negozio mi conosce bene, mi cerca, mi vuole, un sacco di promesse. Quindi accetto”, racconta.
Pochi mesi bastano per capire che l’ambiente non è sano. “Pretendono ore di straordinario gratis, orari assurdi, ad agosto mi sposo e non mi danno neanche le ferie matrimoniali, mi danno qualche giorno e basta. Solo dalla busta paga, il mese seguente, ho scoperto che le ferie erano le mie, non quelle che spettano per il matrimonio.”
Il bello, però, deve ancora arrivare. “Il secondo rinnovo va dal 31 agosto al 30 novembre: ad ottobre mio padre viene ricoverato e deve subire un’operazione complessa, quando non lavoro sono in ospedale da lui, di notte non dormo per la preoccupazione, mangio male, al lavoro sono stanca e prendo un po’ di peso”.
Il giorno prima della scadenza la sorpresa. “Il 29 novembre mi dicono che non hanno il mio rinnovo pronto, che sospettano che io sia incita e quindi mi rimpiazzano. Mi chiedono un test di gravidanza per farmi eventualmente un ulteriore mese di contratto. Ti lascio immaginare com’è finita… “, la conclusione.
Nonostante tutto, per lei è stato un bene. “Oggi, domenica 2 dicembre, sono a casa con la mia famiglia, con mia figlia e mio marito. E nonostante tutto non potrei essere più felice”.
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