Gli esperti consigliano di non falciare il prato durante il mese di maggio ma di lasciarlo riposare, ecco perché.
Non è inusuale passeggiare durante il mese di maggio e sentire l’odore dell’erba appena tagliata. Eppure, secondo i giardinieri è consigliabile aspettare l’inizio di giugno per falciare il prato. Gli esperti raccomandano infatti di aspettare la fine del mese di maggio, lasciando che nel frattempo il prato cresca libero e rigoglioso. Vediamo perché.
Quella della pausa dalla falciatura del prato a maggio è una vera e propria campagna di sensibilizzazione annuale lanciata per la prima volta nel 2019 da Plantlife, organizzazione benefica per la salvaguardia della vegetazione selvatica.
La campagna invita tutti i giardinieri a non falciare il prato e i propri spazi verdi per tutto il mese di maggio. Qual è la motivazione dietro questa iniziativa?
Come spiegato dal team dell’organizzazione, dal 1970 a oggi abbiamo perso il 97% di prati fioriti. Con essi, è sparito anche il nutrimento vitale per gli insetti impollinatori, come api e farfalle. Se tutti ci impegniamo per falciare meno il prato, il polline accumulato sul prato può propagarsi, aumentando di gran lunga il nettare disponibile per gli impollinatori.
E questo non reca benefici solo alla vita selvatica del giardino, ma anche all’intera comunità e al clima. Lasciare il prato a riposo permette ai fiori selvatici di crescere liberamente, e comporta benefici per gli insetti impollinatori e la biodiversità, oltre che assicurare un bello spettacolo per gli occhi.
Piuttosto che “combattere” denti di leone, margherite e altri fiori spontanei che crescono nel prato se lo si lascia crescere, è bello lasciare che sprigionino la loro bellezza, e soprattutto godersi lo spettacolo degli insetti impollinatori che se ne nutrono, come api e farfalle. Questi insetti sono importanti per l’ecosistema del giardino, e il loro operato renderà le piante più forti.
Alcuni esponenti dell’associazione suggeriscono, per di più, che il mese di maggio non sia neanche abbastanza lungo per garantire una rigenerazione adeguata dei prati e della vita che gli gravita attorno. Per questi esperti, sarebbe ancora meglio aspettare dopo il giorno più lungo dell’anno a giugno.
Questa attesa consentirebbe al fogliame dei bulbi di avere abbastanza tempo per morire e depositarsi sul terreno in modo da nutrire i bulbi dell’anno successivo, e garantire una nuova fioritura.
Quali sono in definitiva i benefici di non tagliare il prato a maggio? In primo luogo, più corto è il prato, meno nutrimento produce. Quindi tenere il prato più lungo dà la possibilità di accumulare maggiori riserve nutritive. E questo rende le radici più forti e il prato più verde e sano.
Inoltre, tenere il prato lungo aiuta anche a proteggere il terreno sottostante dal sole, il che significa che non si seccherà così velocemente così come accade quando falciamo il prato regolarmente. Questo significa che non ci sarà bisogno di innaffiare così tanto il prato, cosa che aiuta anche a risparmiare sul costo dell’acqua per far fronte all’estate.
Infine, lasciare il prato a riposo farà sì che crescano meno erbacce. Le erbacce, infatti, crescono più difficilmente in un prato lungo, perché non hanno accesso alla luce del sole.
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