La Silicon Valley Bank, fino allo scorso venerdì, occupava il sedicesimo posto della lista in cui compaiono le banche più grandi degli Stati Uniti.
Il valore era di oltre 200 miliardi di dollari, ma oggi la situazione è totalmente cambiata.
È nata 4 decenni fa, proprio nel cuore di una regione in cui l’abilità tecnologica faceva da padrona. La stessa regione in cui è presente un ottimo senso decisionale. La Silicon Valley Bank con la sua principale sede in California, nel corso degli anni è cresciuta talmente tanto fino ad arrivare ad essere alla sedicesima banca più grande negli Stati Uniti. Ha da sempre soddisfatto le esigenze finanziarie in tutto il mondo, tuttavia è arrivato il momento in cui sono state prese delle decisioni sbagliate ed è giunto irrimediabilmente un crollo.
La SVB è sempre stata la banca preferita per il settore tecnologico. I suoi servizi sono sempre stati molto richiesti, soprattutto nel corso della pandemia. Nel 2020, con l’arrivo del covid 19, molte aziende si sono trovate con le spalle al muro ma invece è stata la rinascita per le startup.
Inoltre ne hanno potuto trarre benefici anche le aziende tecnologiche già affermate. Molti di queste hanno utilizzato i propri servizi offerti dalla Silicon Valley Bank, riuscendo ad ottenere un afflusso di depositi molto più alti. Esattamente come fanno tutte le altre banche, anche la SVB ha deciso di investire i suoi depositi in titoli di Stato statunitensi.
L’investimento però non è andato a buon fine, dato che il mercato obbligazionario talvolta può essere volatile. Nel corso di quest’anno la situazione è andata sempre più ad inasprirsi e la maggior parte dei clienti della banca hanno iniziato a prendere ciò che era presente nel loro deposito.
Questo ha portato la Silicon Valley Bank ad avere sempre meno liquidità e a vendere alcune obbligazioni che ormai erano in perdita. Gli investitori e i clienti sono stati molto spaventati da questa decisione e si può dire che avevano ragione. Dopo solo 48 ore da queste vendite, la SVB ha rivelato di essere stata costretta a vendere i propri beni proprio per il crollo.
Le banche conservano solo parte del proprio capitale in contanti, ragion per cui con l’aumento della domanda da parte dei clienti vi è stata un grande difficoltà nel liquidare tutti. La corsa agli sportelli ha avuto inizio l’8 marzo, anche se le decisioni sbagliate da parte della banca sono state prese ancor prima di questo giorno.
Dopo l’arrivo di un annuncio, in cui veniva spiegato a tutti gli investitori che era presente un aumento di capitale di 1,75 miliardi di dollari, tutti hanno iniziato ad allarmarsi. I clienti, resosi conto dei profondi problemi finanziari dell’istituto bancario, hanno iniziato a prelevare il proprio denaro. Dopo solo due giorni la Silicon Valley Bank è fallita e ciò ha rappresentato il più grande fallimento bancario negli Stati Uniti dalla crisi finanziaria globale.
Il governo statunitense, per far in modo che si placassero immediatamente i timori di contagio diffuso, hanno deciso di contenere la crisi attraverso il garantire tutti i depositi dei clienti delle banche. In risposta a queste garanzie per il settore tecnologico statunitense sono saliti i futures finanziari.
Inizialmente vi era forte preoccupazione dato che si pensava che questa garanzia non potesse essere abbastanza. Al contrario, grazie l’intervento del Governo, è stato possibile evitare gravi conseguenze sulla catena di approvvigionamento. Il sistema bancario non si sta sgretolando, dato che per contrastare il costante rischio la Federal Reserve ha presentato un nuovo programma grazie cui le banche hanno la possibilità di prendere dei fondi garantiti in prestito per soddisfare tutte le richieste dei clienti. Attraverso questo progetto, le banche non dovranno essere costretti a vendere i propri titoli di stato qualora fossero in difficoltà.
Il governo non ha fatto nulla per poter salvare la Silicon Valley Bank. Il crollo rimarrà lì, esattamente dov’è, a meno che un acquirente non riesca a salvare la situazione. Nonostante ciò, nella tarda serata di domenica, sono intervenute diverse agenzie starnutitensi che hanno deciso di scoprire tutti i depositi presenti in banca. Insomma solo i clienti comuni potranno recuperare i propri depositi, mentre la situazione per gli investitori è totalmente diversa dato che per loro non vi sono garanzie.
Vi è stato un cambiamento anche per quanto riguarda i tassi di interesse. A causa dell’innalzamento dell’inflazione, le banche centrali statunitense si sono trovate costretta ad aumentare i tassi di interessi. Tutto è successo così velocemente, tant’è vero che gli Stati Uniti sono passati da zero fino a giungere alle 4,5%, in un ritmo così veloce.
Secondo diverse previsioni, i tassi aumenteranno ancora di più non solo negli Stati Uniti ma a livello globale fino a che la situazione non si regolerà. Insomma la situazione preoccupa e non poco, ancor di più considerando ciò che è successo alla Silicon Valley Bank.
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