Il Financial Times ha rivelato che gli Stati Uniti hanno chiesto alle potenze europee di fare pressione sulla Cina per contenere la crescita esponenziale della nazione.
Nonostante ci siano stati incontri tra i due capi di Stato di Cina e Usa, sembra che le divergenze economiche e la potenza in forte espansione di Xi Jinping preoccupi gli Stati Uniti che chiedono l’intervento degli alleati dell’unione europea per frenare la crescita della potenza cinese guidata dal primo presidente al terzo mandato. La politica degli Stati Uniti è quella di affermarsi come potenza mondiale, secondo il noto giornale, contrastando l’unica vera potenza che ritiene in grado di essere realmente all’altezza, ovvero la Cina.
I rapporti internazionali sono stati, in questo periodo, messi a dura prova a causa del conflitto in Ucraina iniziato con l’invasione russa e che inevitabilmente ha creato dinamiche e sfaccettature che hanno risvolti nell’economia di ogni Paese. Gli Stati Uniti sono sempre stati al fianco dell’ucraina e lo hanno decantato in maniera decisa opponendosi con forza al leader russo Putin.
La Cina si è tendenzialmente mantenuta neutra riguardo la posizione inerente il conflitto anche se ha condannato l’invasione in Ucraina e Xi avversa fortemente qualsiasi paese che vada a ledere la sovranità territoriale di un’altra nazione.
La prima motivazione che ha allontanato Usa e Cina è stata proprio questa ovvero il fatto che il governo cinese non abbia utilizzato la propria influenza, fin dagli esordi di questo conflitto, per cerca fare di far ragionare la Russia in merito agli esiti che il conflitto sta generando sul popolo ucraino e su tutte le nazioni mondiali. Ma non si tratta soltanto di questo dato che proprio prendendo spunto da questo argomento emerge uno dei focus principali che ha allontanato irrimediabilmente le due potenze mondiali.
Si tratta della delicatissima questione Taiwan, l’isola è ritenuta una provincia ribelle rispetto alla Cina e il governo di Pechino pensa che, nonostante l’autonomia concessa, il territorio faccia parte integrante della sovranità territoriale cinese. Detto ciò, l’avvicinarsi degli Stati Uniti a Taiwan dopo la visita di Nancy Pelosi ha scatenato il malcontento del leader Jinping che ha visto come un gesto ostile nei confronti della Cina l’insediarsi della potenza economica statunitense in una questione che è ritenuta strettamente statale.
Ma proprio la questione di Taiwan va ricollegata alla terza motivazione che rende davvero difficili i rapporti tra Stati Uniti e Cina e si tratta della questione economica dei chip. Taiwan è una delle potenze che produce il numero maggiore di semiconduttori e per questo la vicinanza con gli USA è mal vista dal governo cinese. Xi si è visto oltretutto imporre limitazioni e divieti riguardo all’acquisizione di aziende che producono chip e limitazioni nel commercio degli stessi. La guerra tecnologica tra Usa e Cina nasce già da qualche anno fa con le limitazioni della vendita da parte degli Usa come ad esempio la questione Huawei.
I rapporti si sono fatti via via più tesi ma dopo vari botta e risposta tra capi di stato l’incontro durante il G20 che si è tenuto a recentemente a Bali si è assistito ad un summit storico tra il leader cinese è il capo di Stato statunitense. L’incontro ha sviscerato questioni economiche ma anche legate alle ideologie e all’orientamento riguardo al conflitto in Ucraina. Ma si è anche toccato il delicato argomento Taiwan per il quale gli USA hanno confermato di riconoscere la Grande Cina come fatto fino ad oggi. Nonostante il dialogo costruttivo sembra che l’ascesa della potenza cinese metta in difficoltà il governo Usa che ha deciso di attuare una strategia per arrestare la crescita cinese.
Il Financial Times ha rivelato anche che, secondo fonti vicine ai funzionari statunitensi, gli USA hanno intensificato i contatti con il leader alleati in Europa per chiedere un inasprimento della retorica nei confronti della Cina, con lo scopo di indebolire il suo potere e la sua influenza in continua crescita.
Secondo il prestigioso quotidiano britannico oltre alla politica estera statunitense, concentrata a riguardo il conflitto Russia Ucraina, si evince ora una forte volontà di sfruttare il momento e l’influenza statunitense all’interno del conflitto in Ucraina per riuscire a contrastare la potenza di Xi.
Si specifica inoltre che i contatti con le nazioni europee in merito a questa strategia per contenere la Cina, si sono intensificati nell’ultimo periodo e oggi si terrà un incontro Nato a Bucarest che avrà come focus proprio la Cina.
L’incontro ha lo scopo di valutare le azioni del governo cinese e l’alleanza atlantica terrà conto dello sviluppo militare ed economico della grande potenza orientale.
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