Perché i coriandoli si chiamano confetti? La spiegazione dietro il nome

Dietro al nome confetti si nascondono i tanto amati coriandoli: ma perché si chiamano così? La storia è da conoscere.

Coriandoli
Come mai si chiamano confetti – Nanopress.it

Si è sempre abituati a prendere i coriandoli durante Carnevale e lanciarli per le strade, con aria di sfida. I marciapiedi si colorano di tanti piccoli pezzetti e restano per lunghi mesi sino a quando il vento non spazza via fino all’ultimo coriandolo. A proposito, nessuno si chiede mai quale sia la storia di questa tradizione e chi abbia avuto l’idea primaria nel creare questi pezzetti carta da lanciare durante la festa più amata da adulti e bambini. Facciamo un piccolo passo indietro nella storia?

Cosa si usava prima dei coriandoli?

Il Carnevale non è una festa moderna ma si ritrova nell’antichità già festeggiata nell’antica Roma. Tra i festeggiamenti più antichi si ricorda quello del 1094 a Venezia con i primi documenti che attestavano questo evento divertente.

In effetti, il travestimento veniva adottato appositamente per andare a giocare e per eliminare il divario tra ricchi e poveri. Eppure i coriandoli non erano ancora stati inventati e per le strade venivano lanciati i confetti di zucchero, verso la sfilata e poi viceversa verso chi guardava lo spettacolo.

Tutto questo sino al 1875, ovvero quando un  uomo di Crescenzago ha deciso inventare i coriandoli così come si conoscono oggi.

Stelle filanti di carnevale

Chi ha inventato i coriandoli

Enrico Mangili, Cavaliere del Lavoro, era un industriale e filantropo il cui nome è entrato nella storia di diritto. A Crescenzago aveva una piccola stamperia, vicino a Milano.

Nell’azienda tessile Mangili aveva tantissime donne come collaboratrici e quasi tutte del paese. I macchinari all’interno dell’azienda funzionavano grazie alla corrente idraulica del Naviglio con un ruota (ancora oggi esistente).

A quel tempo era il settore tessile e questa azienda a dare lavoro a molte persone in Lombardia, con la coltivazione dei bachi da seta per produrre i tessuti. Per le lettiere erano usate ai tempi dei fogli di carta particolari con dei fori.

Nel 1875 il Mangili trovava che buttare via questi dischetti di carta non fosse una buona idea e ha pensato bene di riciclarli durante il Carnevale. L’idea era di non usare più i confetti di zucchero ma i pezzi di carta già pronti e comunque da buttare via.

coriandoli e storia
coriandoli e storia-NanoPress.it

Il nome “coriandoli” ha poi preso piede pian piano ed è arrivato dal fatto che prima della carta, erano dei piccoli semi di coriandoli ricoperti con lo zucchero a venir lanciati dai passanti vestiti in maschera.

Una idea arrivata per caso che ha permesso a Mangili di commercializzare i suoi coriandoli, contribuendo alla storia del Carnevale così come lo conosciamo oggi. Tanto che questi pezzetti di carta hanno poi preso piede a livello mondiale.

Ovviamente, nel tempo sono molte le persone che hanno voluto rivendicare la paternità di questi coriandoli cambiandoli nel tempo. È comunque curioso scoprire che si è passati dai semi di coriandolo ricchi di zucchero  – chiamati confetti – ai pezzetti di carta chiamati coriandoli.

Impostazioni privacy