In base a ciò che afferma Bloomberg Intelligence, in Europa si registra un capitale di 55 miliardi di euro totale per le prime 25 banche.
In linea di massima sappiamo che l’esposizione diretta degli istituti di credito in Europa a confronto della Silicon Valley Bank risulta essere minima e che, secondo gli analisti di Bloomberg, tutto ciò provoca un rischio alquanto limitato.
La posizione delle banche europee
Nonostante la preoccupazione e il declino che stanno vivendo alcune banche, sembra che gli istituti europei possiedano una posizione abbastanza solida a differenza degli anni passati e corrono rischi minori di contagio anche dopo ciò che è accaduto alla Signature Bank, alla Silicon Valley Bank e alla paura legata al Credit Suisse.
Gli analisti sono decisamente preoccupati dello scenario che hanno di fronte anche perché sono presenti dei livelli molto più alti di patrimonializzazione degli istituti di credito se si fa il confronto con la crisi che ci fu nel 2008.
In base a ciò che affermano gli analisti di Bloomberg Intelligence, le prime 25 banche europee sono state in grado di registrare un capitale totale pari a 55 miliardi di euro. Due terzi di questa cifra, ossia 38 miliardi di euro sono posseduti da sette istituti di credito tra cui Ing, UniCredit, Nordea, Intesa Sanpaolo, Societe Generali, Crédit Agricole e UBS.
In linea di massima, gli analisti affermano che in Europa risulta essere minima l’esposizione diretta delle banche a differenza della Silicon Valley, una situazione che vede un “rischio sistemico limitato”.
Cosa rischiano i sistemi bancari europei
Della stessa opinione sono anche gli analisti di Deutsche Bank i quali si sono concentrati su “significativi miglioramenti in termini di liquidità, capitale, qualità degli attivi e redditività delle banche europee negli ultimi dieci anni”.
In linea di massima è possibile affermare che le banche europee sono state in grado di trasformarsi in realtà più resilienti a seguito della crisi finanziaria globale. Con il passare del tempo, i coefficienti patrimoniali sono aumentati all’interno di diversi settori possedendo una media di 400 punti di base di Buffer a differenza dei requisiti normativi.
Inoltre, è migliorata anche la liquidità insieme alla qualità degli attivi la quale è stata in grado di registrare un rapporto medio dei prestiti che non è performante ai minimi storici.
Lo scorso anno si è stati in grado di raggiungere una redditività molto più alta dal 2017 mentre quest’anno, anche grazie alle conseguenze dei rialzi dei tassi, ciò che si prevede è un grande aumento di profitti.
Durante i giorni passati è stato diffuso un report da Standard & Poor’s Global rating il quale ha parlato di rischi limitati di contagio per le banche del vecchio continente a seguito del fallimento della Silicon Valley Bank. Insomma, gli analisti parlano chiaro: sono poche le probabilità che gli istituti europei possano subire delle esposizioni dirette nei confronti della Silicon Valley Bank anche se “non vediamo alcuna banca europea tra quelle da noi valutate che abbia lo stesso profilo di raccolta e di business”.
Il report proposto da standard Standard & Poor’s è consapevole del fatto che tale fallimento ha danneggiato molto la fiducia e che irrigidire le condizioni di raccolta potrebbe provocare una grande fragilità finanziaria. Per questo è importante che le authority utilizzino una gestione pragmatica e attenta.