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Perché Juventus-Maccabi Haifa non è una partita dal risultato scontato

Dopo le vittorie di Napoli e Inter, oggi sarà il turno di Juventus e Milan in Champions League. Se i rossoneri di Stefano Pioli arrivano a Stamford Bridge, contro il Chelsea, relativamente tranquilli, gli uomini di Massimiliano Allegri, e lui in particolare, non possono permettersi di sbagliare.

Massimiliano Allegri – Nanopress.it

Allo Stadium di Torino, alle 21, i bianconeri si giocano il tutto per tutto contro il Maccabi Haifa, anche lui a quota zero punti nel girone in cui, invece, Paris Saint-Germain e Benfica sono a bottino pieno. Sulla carta, comunque, la sfida contro gli israeliani non dovrebbe impensierire troppo il tecnico toscano che già domenica, contro il Bologna, ha spazzato via le ombre di una crisi che ha allontanato i torinesi dalla vetta, tanto che la Juventus deve rincorrere le prime in classifica anche in Serie A. Per la sfida tornerà Angel Di Maria, squalificato in campionato, e dovrebbe riposare Arkadiusz Milik – che è anche affaticato. Il cambio di modulo, però, premierà Allegri che con il polacco e Dusan Vlahovic era riuscito (finalmente) a trovare una quadra?

La Juventus non può più sbagliare, la rinascita (anche) in Champions parte contro il Maccabi Haifa

La prima sconfitta della Juventus in Champions League contro il Paris Saint-Germain al Parco dei Principi era quasi contemplata. Molto meno preventivabile (e accettata) è stata invece quella all’Allianz Arena contro il Benfica, ma tant’è. Da oggi in poi, però, la musica deve cambiare, perché ai bianconeri non è più concesso fallire, pena l’esclusione dagli ottavi di finale, un obiettivo che Massimiliano Allegri, l’allenatore, ha sempre centrato.

Non è, però, solo una questione di score da aggiornare, di orgoglio personale, è una questione delicata perché il girone H non è certamente uno dei più ostici – per esempio, quelli di Napoli e Inter, con Liverpool e Ajax i primi, Bayern Monaco e Barcellona i secondi, lo sono molto di più -, perché la squadra messa a disposizione del mister toscano vale molto di più di un terzo posto (su quattro) e perché, comunque, si tratta della Juventus.

Il Maccabi Haifa in allenamento – Nanopress.it

E quindi il Maccabi Haifa. La squadra israeliana di Barak Bakhar potrebbe essere presa sotto gamba, ma le parole di ieri del mister livornese in conferenza stampa vanno nella direzione opposta: “Dobbiamo dare seguito alla prestazione contro il Bologna, precisa subito Allegri. Poi parla all’imperativo, perché alternative non ce ne sono più: “Abbiamo zero punti dopo due partite, vuol dire dover vincere. Non dobbiamo avere fretta o ansia, non dobbiamo strafare e giocare come abbiamo fatto contro i rossoblù. Per ottenere la qualificazione in Champions dobbiamo tornare alla vittoria”. E “vittoria” è l’unico sostantivo accettabile per una squadra preceduta storicamente dalle sue ambizioni, per cui i trionfi, le coppe al cielo, i sorrisi di fierezza e poi di festa sono l’unico antidoto all’oblio dell’insoddisfazione agonistica.

Allegri l’ambiente della Juventus lo conosce bene, e non solo per l’ultimo anno e mezzo, ma soprattutto per la storia che è riuscito a scrivere prima, su quella panchina. Una storia fatta di scudetti in bacheca e Champions League sfiorate, perse solo con chi realmente si è dimostrato più forte, solo in finale e in partita secca.

Ma parlavamo dell’ambiente e lui di quello bianconero, ormai, ne è quasi immune. Sicuramente non per noncuranza o per quella spocchia da duro toscano che molti vedono come un difetto da oscurare e riporre in soffitta. No, piuttosto per la tigna da allenatore che vicino al baratro c’è stato molto spesso, soprattutto negli inizi di stagione e poi ha saputo tramutare i mugugni in difese insuperabili, vittorie di corto muso e trionfi a fine stagione. Insomma, se c’è un uomo che può emergere dalle difficoltà, dalle crisi, dalle falle tattiche e dagli #AllegriOut fin troppo abusati e sparati in tendenza dagli haters, è proprio il mister classe 1967. E lo dice la sua storia.

Le insidie del Maccabi Haifa e della Juve che gioca contro se stessa

Se si analizza la partita tra Juventus e Maccabi Haifa, quindi, non si può fare altro se non considerare due piani ben distinti. Il primo è quello della squadra bianconera, che lotta un po’ contro se stessa, in quell’altalena arrugginita di gioco e risultati che troppo spesso ha asfissiato i torinesi negli ultimi due anni.

E questa volta le motivazioni sono comunque diverse dalle altre stagioni, anche perché la squadra, quasi in tutti i reparti, è stata rivoltata come un calzino. Allegri ha spesso puntato il dito contro gli infortuni che comunque hanno privato i bianconeri degli uomini cardine del progetto, gente come Di Maria, Pogba e Chiesa, che non dobbiamo di certo star qui a presentare.

Nelle prime partite del nuovo anno, alla Juventus è mancata la spinta sulle fasce, quella capacità di arrivare puntualmente sul fondo e sfornare cross accerchianti per i compagni d’attacco, ma anche quell’abilità di ripartire con pochi passaggi, sempre sugli esterni, per andare direttamente in porta, proprio quando l’avversario è più scoperto. Contro il Bologna, infatti, Allegri ha optato per un 4-4-2 abbottonato e con delle linee ben corte, per non lasciare spazio tra tra difesa e centrocampo al Bologna. Poi ci hanno pensato Vlahovic e Milik, ma anche un Filip Kostic devastante a sinistra. E qui torniamo al discorso della spinta sulle fasce.

Oggi sarebbe ingiusto scrivere che stasera si dovrà ripartire da zero, ma sicuramente delle risposte devono ancora arrivare. Perché il polacco ex Napoli è affaticato e comunque Di Maria è pronto a tornare dal primo minuto. È vero che il mister livornese potrebbe confermare il 4-4-2 semplicemente accentrando il Fideo vicino all’ex Fiorentina, proprio dove agisce solitamente Milik, optando per un esterno mascherato sulla corsia di destra, che può essere McKennie o Cuadrado, molto più di ruolo il colombiano.

Questa soluzione è già stata testata, senza grossi risultati. Soprattutto perché le caratteristiche dell’argentino sono completamente diverse da quelle del bomber arrivato dal Marsiglia e finirebbe per trasformarsi in un 4-2-3-1 che rischia di isolare troppo Vlahovic lì davanti. Ed è già successo troppe volte. Per questo, è più probabile che Allegri torni al 4-3-3 per un banco di prova che, questa volta, non avrebbe più attenuanti, ma chiedendo alla squadra di restare molto alta e portando i terzini sul fondo. Più facile a dirsi che a farsi, viste alcune prestazioni bianconeri.

Il test contro il Maccabi Haifa, però, non può essere fallito, questo è certo. Ma l’avversario non si batte da solo e comunque non può essere sottovalutato. Gli israeliani di Bakhar hanno bisogno dell’impresa e non sarà affatto semplice, non solo per lo Yom Kippur, giorno ebraico dedicato alla penitenza, che costringerà diversi israeliani al digiuno fino a un’ora e mezza prima del match.

Le motivazioni comunque non mancheranno, perché è una partita da dentro o fuori anche per loro e per prendersi una vetrina internazionale che gli israeliani avevano già, ogni tanto, occupato in passato. Ce l’ha ricordato anche la stessa Juventus, twittando un precedente contro il Maccabi, in cui era stato Giorgio Chiellini versione “King Kong” a risolvere le cose, non senza difficoltà.

Passando alla preparazione tattica della partita, nuda e pura, anche gli israeliani hanno delle cose da dire e lo faranno attraverso un probabile 3-4-1-2 che in campionato accerchia puntualmente gli avversari, ma in Champions League si trasforma sapientemente in un 5-3-2 molto più abbottonato e che comunque la Vecchia Signora dovrà essere brava a scardinare. La coppia offensiva, formata da Pierrot e David, se assistita adeguatamente, qualche problema sa crearlo, ma l’arma tattica più interessante, e che andrà testata dalla prova dell’Allianz, è Chety tra le linee. Un uomo in più, staccato da tutti gli altri reparti, ma che li incolla e che balla tra centrocampo e attacco piazzandosi alle spalle dei mediani avversari per fornire assist, inserirsi in zona gol o calciare dalla distanza.

Sì, non sono fenomeni, ma il Maccabi Haifa non ha nulla da perdere contro una Juventus che ha tutta la pressione sulle sue spalle, ancora convalescenti. E il calcio ci insegna che di solito conta qualcosa. Quindi chi ha i favori del pronostico? Certamente gli uomini di Allegri, ma chi già in partenza ha deciso di etichettare gli israeliani come vittima sacrificale sta un po’ accelerando i tempi. Sarà necessario sbloccare la partita per i bianconeri, blindare la difesa, avere pazienza e far male in contropiede, in pieno stile Allegri. Sarà necessario poi rimettere al centro del gioco un Di Maria che ha tanta voglia di rivalsa. E se si parla di rimonta stagionale, uno come il Fideo è l’uomo giusto per guidarla.

Mariacristina Ponti

Nata nel lontano 1992, nel giorno più bello per nascere, a Cagliari. Dopo la maturità scientifica, volo a Padova e poi a Roma per studiare lettere. Nella Capitale poi rimango anche per il master in giornalismo. Tra stage a profusione, sempre nelle redazioni sportive, anche se il vero amore è sempre stato la politica, ho ancora da ritirare un tesserino da professionista.

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