Il Napoli è sempre più Kvaratskhelia dipendente, ma non si tratta di una necessità per Luciano Spalletti, che di alternative ne ha e di alto livello. È che il georgiano ha colpito tutti con il suo estro, le sue qualità tecniche e una facilità disarmante nel dribbling. L’entusiasmo è dilagante e a Napoli ha richiamato i ricordi dei fasti di un certo Diego Armando Maradona. Un’analogia che è proseguita addirittura con la lombalgia acuta che terrà l’esterno lontano ai box in occasione di Atalanta-Napoli.
Il Napoli versione 2022/23 è una macchina da guerra difficile da arginare. Uno schiacciasassi che si articola sulla qualità del suo gioco e della manovra, ma poi esalta anche le caratteristiche individuali per arrivare al bottino pieno. E proprio così la magia di Kvaratskhelia sta splendendo e accecando i tifosi all’ombra del Vesuvio. L’assenza dell’attaccante georgiano contro l’Atalanta ha fatto storcere il naso a molti, anche a moltissimi fantallenatori volendo, ma c’è chi ci ha rivisto l’ennesimo passettino che potrebbe avvicinare il classe 2001 al mostro sacro per eccellenza, Maradona.
Khvicha Kvaratskhelia è un nome incomprensibile, subito ribattezzato da tifosi e giornalisti come uno scarabocchio, un codice fiscale, un’accozzaglia di lettere messe lì un po’ a caso, impossibili da sillabare, provare per credere. E, invece, questo diavoletto classe 2001, a dispetto di stereotipi e phisique du role, sta mettendo in ginocchio l’intera Serie A e, partita dopo partita, in soli tre mesi, è diventato ‘na cosa talmente grande da avere ai suoi piedi le big di tutt’Europa che si mangiano le mani per non averci pensato prima. Per non aver trovato il coraggio di puntarci, anche se non è brasiliano, argentino, se non è un talento costruito in casa e se arrivava dalla Georgia e poi dalla Russia. Terre che storicamente con la fantasia ci fanno a pugni e da cui cose veramente grandi ne sono uscite pochissime nella storia.
Ma Kvara è quella magnifica eccezione che sa di regola ineluttabile, la tassa calcistica per eccellenza che le avversarie sono costrette a pagare. Ma alle porte di Bergamo oggi il dazio napoletano è andato in ferie, almeno quello del georgiano.
Il treno nato a febbraio, infatti, non sarà della partita a causa di una lombalgia acuta – e forse già qui in tanti avranno pensato a Maradona – che l’ha costretto ai box per lo scontro diretto d’alta classifica contro i lombardi. Il Napoli l’ha dichiarato quasi come un lutto sportivo attraverso un comunicato ufficiale sibillino, nascosto nel report dell’allenamento come fosse stato scritto a denti stretti, e arrivato come un fulmine a ciel sereno: “La squadra ha svolto attivazione in avvio e successivamente esercitazione tattica. Chiusura con partitina a campo ridotto. Kvaratskhelia non prenderà parte alla trasferta di Bergamo per un episodio di lombalgia acuta. Rrahmani ha fatto terapie e palestra”.
E le brutte notizie non sono finite per l’esterno d’attacco e i tifosi del Napoli. Infatti, l’infortunio potrebbe tenere Kvaratskhelia lontano dai campi fino al 2023. Il ko alla schiena necessita di 15 giorni senza attività agonistica e se l’entità dovesse essere confermata allora il gioiello di Spalletti sarebbe costretto a saltare gli ultimi impegni prima della sosta per il Mondiale. I fastidio lombari per il georgiano, però, non erano questione delle ultime ore. Infatti, già ad Anfield contro il Liverpool aveva accusato i primi problemi, poi una fitta l’ha bloccato, senza possibilità di procrastinare il riposo e le cure del caso.
Certamente, contro l’Atalanta sarà un’assenza importante, nonostante non manchino gli uomini importanti al tecnico di Certaldo per sopperire alla mancanza anche dei migliori in rosa. Definirla settimana maledetta per Kvaratskhelia è anche un’eufemismo. Oltre alla lombalgia acuta, infatti, ha dovuto vedersela anche con vicissitudini personali di non poco conto. Nella notte tra mercoledì e giovedì, infatti, hanno rubato l’automobile del georgiano a Pozzuoli, una Mini Countryman che il calciatore aveva noleggiato. I ladri si sono introdotti nell’edificio in cui risiede il talento georgiano e poi sono uscito a bordo del mezzo. Le telecamere di parco Cuma hanno ripreso quanto successo, ma il brutto episodio ha comunque turbato un ragazzo di soli 21 anni.
Kvara viene descritto dagli addetti ai lavori come un ragazzo timido, riservato, un po’ introverso. Essere l’oro di Napoli in tre mesi, per forza di cose, espone a una grandezza e una celebrazione totali, difficili da gestire anche nel privato. E poi, purtroppo, a episodi da condannare in toto. Tanto è vero che, secondo Sky, ora l’esterno d’attacco starebbe valutando di cambiare casa e di avvicinarsi verso il centro città. Anche per mettersi alle spalle quanto successo in settimana, la settimana maledetta, appunto. E da dimenticare in fretta per dedicarsi al bello, all’emozione e allo spettacolo che questo calciatore ha nel sangue e non può fare a meno di regalare.
Se si parla di magia, di spettacolo e soprattutto di storia del calcio, viene automatico pensare a Maradona. Soprattutto se si è di Napoli o napoletani. Lontano dalla blasfemia, diamo subito le avvertenze per l’uso: Kvaratskhelia è – ovviamente – ancora molto più in basso dall’etere della mano di Dio che ha colonizzato l’Argentina, Barcellona e poi una città intera dai mille colori.
Beh, però lasciatecelo sottolineare: proprio Maradona con la lombalgia aveva un rapporto conflittuale, come Kvaratskhelia negli ultimi giorni. Il calcio era diverso, soprattutto era diversa l’attenzione agli allenamenti, alle performance atletiche, prima ancora che sportive, e certi campioni non avevano poi così bisogno, dal loro punto di vista, di interventi preventivi e poi routine giornaliere come tutti gli altri comuni mortali.
Per il mal di schiena, però, el Pibe de Oro doveva fare delle eccezioni, dato che si trattava di un vero e proprio tormento che in acuto non gli permetteva di scendere in campo. L’allora medico sociale del Napoli, Emilio Acampora, probabilmente non ci dormiva la notte. Sono celebri le immagini di Maradona appeso a testa in giù e con i piedi legati a una sbarra proprio per curare i problemi lombari. Un metodo che difficilmente ora vedremmo attuarsi nei centri sportivi italiani, che le metodiche e gli standard di cura sono ben diversi. Ma che comunque nella pratica qualche effetto positivo l’aveva per sbloccare il talentissimo argentino. E se non funzionava, c’erano comunque le infiltrazioni per permettergli di scendere in campo, che non se ne poteva fare a meno.
Le analogie, però, non sono finite. Nonostante i tormenti alla schiena fossero risaputi, in molti dalle parti di Napoli pensavano fosse una scusa per coprire gli eccessi di una vita sregolata a cui Maradona non è mai riuscito a dire addio, esattamente come al suo talento. Celebre è il caso di un importantissimo match contro l’Inter, che valeva un pezzo di scudetto. Nel prepartita, Maradona era stato accusato di soffrire di ernia del disco e aveva chiarito la situazione con parole piuttosto polemiche rispetto al solito: “Lasciatemi dire che sono scosso per tutte queste voci intorno a me e al Napoli. Sono una mancanza di rispetto nei confronti di lavora per curare la nostra salute come il dottor Acampora e il fisioterapista Salvatore Carmando“.
Capitolo chiuso? Sì, ma come il vaso di Pandora, quello che cela i mali del mondo e che poi scoppia se lo riempi troppo. E ora è tornato a scoperchiarsi proprio con Kvaratskhelia. Nelle ultime ore, infatti, c’è chi ha insinuato che l’assenza del georgiano contro l’Atalanta sia dovuta al turbamento e alla frustrazione per il furto dell’auto subito, anche se poi il mezzo è stato ritrovato. Lasciateci dire che il gossip su questioni tanto delicate è davvero irrispettoso per un campione che sta facendo decollare il Napoli su qualsiasi campo. In ogni caso, i dolori lombari avevano avvisato Kvara già dalla trasferta di Liverpool e, quindi, prima che la sua Mini Countryman a noleggio fosse rubata.
Chi vuole guardare il bicchiere mezzo pieno si rifà alla scaramanzia, che con Napoli poi è un po’ come il pomodoro sulla pizza: si abbina alla perfezione. Proprio nell’anno delle polemiche sulla lombalgia di Maradona, il Napoli vinse una coppa Uefa. Dodici mesi dopo, alzò al cielo anche lo scudetto. E leggetelo con tutti i cornetti del caso nel taschino, ma Spalletti, anche grazie a Kvaratskhelia, dei tasselli fondamentali per vincere li ha già incastonati per bene. Che non sarà l’etere sportivo di Maradona, ma il georgiano un posticino tutto suo nella storia del calcio potrebbe regalarselo a suon di dribbling, giravolte e senza colpi della strega: quello dell’Olimpo di chi vince e lo fa a Napoli, da protagonista.
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