Quando Antonio Conte incontra il Tottenham succede sempre qualcosa di speciale. Il tecnico ex Juventus stasera vivrà un’altra puntata della battaglia sportiva contro i Red Devils e ci si può aspettare un grande spettacolo agonistico. La storia, però, parte da lontano e dice tanto sull’allenatore italiano che ormai in oltremanica hanno imparato a conoscere e ad apprezzare.
La dodicesima giornata di Premier League ha in programma un appuntamento speciale per tutti gli amanti del football: Manchester United-Tottenham è uno di quei match da sintonizzarsi davanti la tv e mettere tutto in stand-by, con luce spenta per concentrarsi totalmente e pop-corn alla mano. Magari anche un bel fish and chips per i più golosi. L’appuntamento delle 21,15 non è banale neppure per Conte, uno che di match pesanti ne ha già vissuto tanti, eppure quello contro i Red Devils lo sente particolarmente.
Il fascino della Premier League, ancor di più in questo momento storico, è difficile da eguagliare. Perché è lì che giocano la maggior parte dei campioni in circolazione, perché la potenza economica fa la differenza, e infine perché i migliori allenatori del mondo stanno man mano approdando lì. E poi c’è il lusso della storia, con il retrogusto di regalità e timore reverenziale che rende certi club unici, senza possibilità di imitazioni.
Il programma del turno infrasettimanale ci regala un appuntamento luccicante, quello che hanno solo i big match più attesi. Manchester United-Tottenham di questa sera vuol dire tanto, tantissimo. Gli Spurs arrivano dai Red Devils con il vento in poppa, forti di principi di gioco saldi e convincenti, soprattutto efficaci, con ventitré punti in classifica in cascina e una difesa solida, con soli dieci gol subiti, in pieno stile Conte. Il tecnico italiano è apprezzatissimo da quelle parti, tanto che sono diventati virali i video in cui i tifosi urlano il suo nome dagli spalti, ma anche qualche filastrocca un po’ più spinta. E il Tottenham lo ama: addirittura si dice che la proprietà sia pronta a offrirgli un rinnovo di contratto da 20 milioni. Meritatissimi, anche per i moralisti di sorta.
E l’attesa inizia a farsi sentire per gli Spurs che hanno caricato i loro tifosi con un video raffigurante i migliori momenti dei londinesi a Old Trafford, pubblicati su Twitter.
I londinesi, insomma, sanno dire il fatto loro e non abbandoneranno il loro credo, né tantomeno si snatureranno contro uno United che ancora qualche certezza deve trovarla, soprattutto la continuità, quel fattore essenziale che fa la differenza tra una squadra ottima e una che ambisce al titolo. E poi c’è la grana Cristiano Ronaldo, proprio lui, uno dei più grandi di sempre che non riesce proprio a trovare la sua giusta collocazione nello scacchiere di Erik ten Hag.
Stasera è una prova importante per i padroni di casa, che dovranno dimostrarsi all’altezza di un gruppo organizzato e cinico, mettendosi alla prova contro un avversario diretto per le prime posizioni in classifica. Ma nel turbinio di tifosi, cori, rivalità, magie in campo, staff e calciatori, sarebbe ingiusto non dedicare un capitolo a parte per Conte. Il tecnico salentino di strada ne ha fatto, diventando uno dei migliori al mondo come allenatore. Ma già da calciatore la sua strada l’ha incrociata diverse volte con quella dei Red Devils, e di certo non si è trattato di appuntamenti banali.
Era il 1999 quando Conte ha avuto esperienza diretta di cosa volesse dire giocare nell’Old Trafford, esperienza che poi è anche un po’ un traguardo per tutti i calciatori, soprattutto se poi si tratta della semifinale di Champions League. Beh, in quell’occasione non andò tanto bene all’ex centrocampista della Juventus: dopo l’andata in cui i bianconeri pareggiarono 1-1 proprio con un gol di Conte, al ritorno la forza del Manchester United venne fuori. I Red Devils vinsero in rimonta con il risultato di 3-2 dopo che la Vecchia Signora era riuscita ad andare sullo 0-2.
Una ferita ancora aperta per il popolo bianconero che vide sfumare sul più bello la possibilità di arrivare in finale della massima competizione europea, proprio quando il traguardo sembrava alla portata. E poi c’è anche il discorso calciomercato, perché sì, Conte poteva diventare un centrocampista dello United.
Alex Ferguson, che non ha bisogno di alcuna presentazione, l’aveva visionato e voleva portarlo in Inghilterra, ma la cosa non andò avanti. Conte era totalmente proiettato sulla Juventus e voleva chiudere la carriera in bianconero, tanto da non andare oltre una chiacchierata con l’agente. Il tecnico, infatti, giura di non aver mai avuto colloqui diretti con il tecnico scozzese e noi gli crediamo.
Parlando dello United, comunque, anche nel recentissimo passato, l’allenatore salentino non ha nascosto una certa ammirazione: “Il Manchester United ha sempre il potere. Anche negli ultimi 10 anni, dopo l’addio di Ferguson, ogni stagione hanno avuto il potere di entrare nel mercato e investire grandi, grandi soldi”. E sappiamo quanto sia importante per Conte che se n’è scappato sia dalla Juventus, sia dall’Inter quando ha capito che non avrebbero realizzato il calciomercato che avrebbe voluto, approdando entrambe le volte in Premier League, prima al Chelsea e ora al Tottenham.
Ancora, l’ex Ct dell’Italia ha pronunciato parole di grande rispetto verso gli avversari di questa sera: “Lo United sarà sempre un mostro che devi combattere. Parliamo di una squadra che, se non commette grossi errori, resta sempre tra le prime quattro, gioca Champions League e lotta per titolo e trofei”.
Il suo Tottenham comunque non partirà battuto, anzi: “Giocare all’Old Trafford non è semplice. Ma allo stesso tempo è un grande teatro e devi giocare con personalità, giocare a calcio, con le tue idee. Questo sarà un buon passo per andare lì, giocare con personalità e provare a vincere. Mi piace il fatto che questo test stia arrivando ora”. E l’anno scorso gli è andata male, perché Cristiano Ronaldo si scatenò con l’ennesima tripletta storica, firmando il 3-2 ai danni agli Spurs, che comunque avevano ben figurato. Anche il tecnico salentino ha detto senza peli sulla lingua: “Abbiamo perso contro Ronaldo, non contro il Manchester United”, e non possiamo smentirlo.
Insomma, tra il “mostro” United e Conte non è mai un incrocio banale, dopo una scossa che poteva essere amore reciproco e duraturo e che, invece, è una rivalità sportiva sempre più accesa, con il massimo rispetto di chi si stima, senza odiarsi. Stasera, quindi, da appassionati dello sport più bello del mondo, speriamo che a farla da padrone sia lo spettacolo puro del gioco e della tattica. E magari stavolta a vincere sarà quell’allenatore un po’ antipatico, ma tanto vincente, che vuole superare anche il limite storico dei Red Devils.
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