Perché quando parliamo gesticoliamo? Sembra che non possiamo farne davvero a meno, come hanno chiarito i ricercatori del dipartimento di neuroscienze dell’Università di Parma. Gli studiosi hanno scoperto che in una prima fase la comunicazione si scompone in gesti e in un’altra componente legata alla parola. Tra il gesto, che si attiverebbe prima, e la voce ci sarebbero 150 millisecondi di distanza. Gli scienziati si sono serviti della stimolazione magnetica transcranica e hanno visto che a 100 millisecondi dalla sua presentazione il gesto viene rappresentato nella corteccia motoria del destinatario della comunicazione. In questo modo il cervello può comprenderne meglio il significato.
Questo accade per ogni gesto che compiamo mentre parliamo, da quello del saluto a quello, per esempio, di vittoria. In questo modo gli scienziati sarebbero giunti alla conclusione che il linguaggio parlato potrebbe derivare da un sistema di comunicazione gestuale. Il meccanismo che ci porterebbe ad esprimerci a gesti non si è ancora spento, nonostante ci sia stata un’evoluzione verso una comunicazione che si basa soprattutto sull’uso della parola.
Come abbiamo la possibilità di verificare in varie occasioni, per esempio al teatro, le frasi che ricordiamo meglio sono quelle accompagnate da gesti significativi, mentre tendiamo a dimenticare quelle legate a gesti poco coerenti con quanto viene detto.
Secondo gli scienziati, sarebbe proprio l’integrazione tra gesto e frase che rafforzerebbe il significato della parola. Si ritiene che comprendere tutto ciò sia molto utile nella riabilitazione prevista per le afasie.