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Nell’Italiano corrente sono il simbolo dell’infedeltà coniugale: ma vi siete mai chiesti perché si dice ‘avere le corna’? L’espressione, che denota un atteggiamento discutibile nei confronti del proprio partner (se ‘avere le corna’ indica la condizione di chi è stato tradito, ‘fare le corna’ equivale al tradimento vero e proprio), ha appassionato da sempre molti studiosi, che hanno cercato di capirne l’origine ed il perché, nel tempo, abbia assunto l’accezione ingiuriosa che conosciamo oggi. Da dove deriva, dunque, questo modo di dire molto diffuso nel linguaggio comune? Perché si dice ‘avere (o fare) le corna’?
Come per molti dei modi di dire che, parlando, utilizziamo quotidianamente, anche ‘avere le corna’ ha un’origine antica e per nulla chiara: molti studiosi, infatti, hanno cercato di chiarire non solo il perché si dice avere le corna (o, come detto poc’anzi, fare le corna – espressione, quest’ultima, che oltre ad indicare il tradimento coniugale è, col toccare ferro, il gesto scaramantico per eccellenza), ma anche come mai la frase abbia assunto il significato offensivo che le attribuiamo oggi.
Avere, mettere o fare le corna è una frase, dal significato condiviso in diversi Paesi europei, che traduce due atteggiamenti distinti: subire o compiere un tradimento. Ma qual è l’origine di questo modo di dire?
Detto che anticamente le corna avevano tutt’altro che valenza negativa – divinità e personaggi più in vista, ad esempio, venivano rappresentati con le corna in testa per sottolinearne il coraggio e la virilità mentre i sovrani le inserivano nei loro diademi e i guerrieri nei loro cimieri – l’ipotesi più accreditata sull’origine del perché si dice ‘avere le corna’ risale all’antica Grecia.
Secondo la mitologia, infatti, Pasifae – moglie del re di Creta Minosse – si invaghì di un bellissimo toro, donato da Poseidone affinché fosse sacrificato in suo onore. Il sovrano però, accortosi della prestanza dell’animale, decise di immolarne un altro al suo posto, scatenando le ire del dio che decise così di vendicarsi: fece sì che Pasifae si innamorasse perdutamente del toro. La donna, ardente di passione per l’animale, chiese aiuto a Dedalo, che le costruì una vacca di legno cava dove entrare ed unirsi al toro. L’animale, montando la finta vacca, fecondò Pasifae e dalla loro unione nacque un essere mostruoso, con il corpo di uomo e la testa di un toro: il Minotauro. Da quel giorno gli abitanti di Creta presero a salutare il re col segno delle corna, per schernirlo del tradimento della moglie consumatosi con un animale ‘cornuto’.
Un’altra ipotesi, invece, che oltre a spiegare il perché si dice ‘avere le corna’ chiarirebbe anche il significato ingiurioso che gli attribuiamo oggi, risale a dopo l’anno Mille, precisamente all’imperatore bizantino Andronico I Comneno. Violento e poco raccomandabile, il sovrano non era ben visto dai sudditi né dalla sua famiglia, considerate le abitudini discutibili e la tendenza a trastullarsi con qualsiasi donna volesse. Mantenendole come concubine finché non si stancava, il re aveva anche un’altra abitudine: appendere sui muri delle case dei mariti (traditi) delle enormi corna di cervo; con l’intento, evidentemente, di burlarsi di loro.
L’abitudine di ‘segnalare’ con le corna i successi amorosi che lo distinguevano, fece sì che Andronico introducesse un modo bizzarro per indicare i mariti traditi, modo che fu ‘importato’ dai Normanni in Sicilia, e nell’Italia intera, allorché attaccarono Costantinopoli e spodestarono il re.
Insomma, perché si dice avere le corna, e qual è l’origine di questo detto, non è per nulla chiaro: oltre alle suggestioni delle ipotesi di cui sopra, c’è anche chi sostiene che il termine ‘cornuto’ derivi dal maschio della capra e dalla disinvultura con cui la femmina cambia continuamente partner.
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