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Perché si dice ‘cheese’ quando si scatta una fotografia?

[didascalia fornitore=”altro”]Pixabay[/didascalia]

Vi siete mai chiesti perchè si dice ‘cheese’ quando si scatta una fotografia? Quella di sorridere davanti all’obiettivo è un’abitudine che risale al secolo scorso e pare, stando al parere di alcuni, che sia stata ‘inventata’ da un famoso politico. La parola (che è inglese e significa formaggio) fa sì che le labbra formino una specie di sorriso, dato che la pronuncia ci spinge a chiudere i denti e ad allargare leggermente la bocca. Ma qual è l’origine di questa espressione? Perché si dice ‘cheese’ quando si scatta una foto?

Mettersi in posa davanti all’obiettivo ci viene quasi naturale e basta un ‘ordine’ – dite cheese – che sui nostri visi compare all’istante un sorriso. Questa parolina, utilizzata un po’ ovunque, spinge i potenziali soggetti a sorridere davanti all’obiettivo, ed è conseguenza di un’abitudine recente che risale alla metà del Novecento: prima, infatti, sorridere alla macchina fotografica era vietato, era considerato una sorta di tabù.

Da ‘prunes’ a ‘cheese’

La questione dunque – perché si dice ‘cheese’ quando si scatta una foto – è assai interessante ed ha appassionato, nel corso degli anni, molti studiosi. Christina Kotchemidova, ad esempio, ricercatrice bulgara esperta di comunicazione, ha analizzato a fondo l’argomento scoprendo (come spiega nello studio dal titolo Critical Studies in Media Communication) qualcosa di molto interessante.

Fino alla metà dell’Ottocento, infatti, sorridere davanti all’obiettivo era considerato quasi un tabù e ai tempi delle prime foto in studio, in Inghilterra, i fotografi chiedevano ai loro soggetti di mettersi in posa dicendo ‘prunes’ (prugne), per serrare le labbra ed avere così un’espressione più seria. L’obiettivo infatti era sostanzialmente uno: non immortalare le persone mentre sorridevano ma dar loro in foto un’espressione più austera.
Anche all’epoca della Regina Vittoria la tendenza era pressocché la stessa: essere serio davanti all’obiettivo era bello ed accettabile, mentre ridere o sorridere era sinonimo di sbronza, di ‘scuffia’, o era prerogativa dei soli bambini. ‘Una fotografia – scriveva ad esempio Mark Twain – è un documento importante, e non c’è niente di peggio che lasciare ai posteri uno sciocco, stupido sorriso catturato e fissato per sempre’. Anche il celebre scrittore ed umorista statunitense dunque aveva le idee chiare riguardo all’espressione da avere davanti alla macchina fotografica.
Con l’andare degli anni (e lo studio della Kotchemidova lo dimostra) il modo di fotografare è andato modificandosi, andando di pari passi con lo sviluppo della tecnologia e col modo di porsi davanti all’obiettivo. Se fino alla metà dell’Ottocento era vietato sorridere, dai primi del Novecento divenne una consuetudine: secondo la Kotchemidova fu l’avvento di due fotocamere – la Pocket e la Brownie, proposte dall’azienda di George Eastman Kodak e destinate a cambiare per sempre la storia della fotografia – a modificare l’atteggiamento dei soggetti davanti all’obiettivo: di fronte ad un’apparecchiatura più moderna, in cui i tempi di scatto erano notevolmente ridotti (prima, invece, per impressionare la pellicola le persone ritratte dovevano rimanere immobili per diversi secondi, cosa che ne penalizzava evidentemente l’espressione) cominciarono a mostrarsi sempre più sorridenti, complici il diffondersi della fotografia amatoriale e le pubblicità di aziende come Kodak (celebre lo slogan ‘Tu premi il pulsante, noi facciamo il resto’).

Perché si dice ‘cheese’ quando si scatta una foto

Ma torniamo al nostro quesito iniziale: perché si dice ‘cheese’ quando si scatta una foto? Pare che l’espressione, riportata dai media per la prima volta nel 1943, fu ‘opera’ dell’allora presidente degli Stati Uniti Franklin Delano Roosevelt. La frase – la famosa ‘dite cheese’ – fu riportata ad un cronista del The Big Spring Herald dall’ambasciatore americano Joseph E. Davies, il quale raccontò di averla sentita da un misterioso politico che si scoprì essere poi Franklin Roosevelt. Il presidente, confidò l’ambasciatore, aveva un trucco: dire una parolina, cheese, che grazie alla pronuncia gli consentiva di sfoggiare un bel sorriso e di venire bene in foto.

Perchè si dice ‘cheese’ quando si scatta una foto, dunque, è presto detto, anche se non ci sono conferme che sia stato proprio Roosevelt il primo a pronunciare questa parola. Quel che è certo è che fu uno dei primi politici ad affidarsi a consulenti d’immagine, proponendo in foto una ‘versione’ di sé sorridente, serena ed ottimista.

Caterina Padula

Giornalista pubblicista, appassionata di scrittura, mi occupo da anni di approfondimenti culturali e di informazione online. Da sempre lettrice accanita e curiosa, amo la musica, l'arte e tutto ciò che è natura.

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