Sapete perché si dice ‘grazie mille’? Continuando ad indagare sull’origine e sul significato di alcune famose espressioni italiane, non possiamo non citare la formula per ringraziare più ricorrente in assoluto, quella che, anche per gli stranieri che approcciano per la prima volta alla nostra lingua, risulta semplice da imparare e facile da ricordare. ‘Grazie mille’, infatti, è la locuzione più utilizzata per esprimere – in modo un po’ più enfatico – il nostro più grande ringraziamento, ricorrendo ad un numero cardinale indeclinato (e con valore indeterminato) che assume, qui, il significato di ‘molto’, ‘innumerevole’.
Prima di spiegare perché si dice ‘grazie mille’, è bene chiarire brevemente il significato di questa parolina: ‘grazie‘ è il sostantivo usato, in italiano, per esprimere gratitudine per qualcosa; è una formula di cortesia che, oltre a manifestare consenso, approvazione o gradimento, è utilizzata anche per esprimere, in modo cortese, un rifiuto (‘no grazie, non mi va’).
Dal punto di vista linguistico, ‘grazie‘ è l’ellissi (una figura retorica che omette, all’interno di una frase, un termine senza alterarne il significato) dell’espressione ‘vi rendo grazie‘ e si è diffusa, nell’italiano parlato, nel XIX secolo. Pare, andando un po’ più indietro, che provenga dal Veneto, più precisamente da Venezia, dato che le prime testimonianze si trovano nelle commedie di Goldoni.
Dal punto di vista grammaticale, ‘grazie‘ è seguito, generalmente, da un complemento indiretto (‘grazie del regalo’) ma il termine può essere esso stesso reggente di una proposizione subordinata che ha il verbo all’infinito: ‘grazie di avermi pensato’. In conclusione, ‘grazie’ può essere seguito sia da ‘di’ che da ‘per’.
Tornando alla nostra questione, spesso il perché si dice ‘grazie mille’ viene erroneamente collegato alla famosa spedizione dei Mille di Garibaldi, tesi, peraltro, assai ricorrente in rete: un po’ ovunque, infatti, nel web, si accosta questa formula di ringraziamento alla storica impresa, allorché, nell’atto di rendere, appunto, grazie a Garibaldi, i notabili siciliani esclamarono: ‘grazie Garibaldi, grazie a te e ai mille! Grazie, Garibaldi, grazie, Mille!’
Questa spiegazione, senz’altro suggestiva, è ovviamente del tutto fantasiosa: non solo non c’entra nulla con l’origine del perché si dice ‘grazie mille’, ma è totalmente smentita dall’Accademia della Crusca, che spiega la locuzione così.
Essendo ‘mille‘ un termine che, in diverse situazioni, esprime in Italiano una cifra elevata, non è strano che, per esprimere grande riconoscenza, gli venga associata la parola ‘grazie‘. Del resto testimonianze del genere si trovano anche in latino, guardando ad esempio a Catullo quando, nel celebre Carme V, recita: ‘Da mi basia mille, deinde centum, dein mille altera…’, ovvero ‘Dammi mille baci, poi cento, poi ancora mille…’ utilizzando ‘mille’ per esprimere, appunto, una grande quantità. Non solo.
Perché si dice ‘grazie mille’ può essere spiegato anche considerando l’origine latina dell’espressione: come dicevamo, ‘grazie‘ è la formula abbreviata di ‘rendere grazie‘, tradotto in latino con gratiam facere. Ora, poiché ‘grazie’ è un sostantivo ‘numerabile’ (cioè il numero di graziam si può quantificare – possono essere due, tre, cento, mille) si capisce bene che associando al termine un numero grande si dà enfasi al sentimento di gratitudine.
Nella letteratura italiana, infine, ‘grazie mille’ compare, per la prima volta, nell’Ottocento, quando Pascoli, nel poemetto ‘La messe’ scrive: Diceano i grilli grazie mille in coro a chi, tagliato, per lor agio, il grano, gittò poi l’arma…’. Da allora è entrata nel linguaggio italiano corrente ed è una delle espressione più usate per esprimere, in modo semplice, la propria gratitudine.
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