Leonardo Bonucci alla fine resterà alla Juventus per un altro anno. E questa è una notizia ormai assodata, con un bel punto messo alla fine dallo stesso calciatore e lo stemma dei bianconeri a fianco. Non è un’evidenza banale, perché nelle ultime settimane era stata detta qualsiasi cosa sul destino del difensore centrale: si era parlato di ritiro immediato dopo l’ennesimo infortunio, poi di addio ufficiale nel 2024 e infine anche di un’ipotesi (abbastanza bizzarra) di partenza con direzione Marsiglia. E, per ultimo, del capitolo Nazionale, ma anche lì c’è da fare chiarezza. Insomma, di Leo si chiacchiera sempre tanto e probabilmente ci sono dei motivi ben precisi.
Alcuni calciatori hanno un peso e un sapore differenti. Perché in campo non ci mettono solo le qualità tecniche, le giocate, il cuore e la pelle che poi sembra quasi una questione di vita o morte. E lo è, forse, sportivamente parlando. È una questione di mentalità, di attaccamento, di leadership e quelle sono soprattutto doti naturali, ma si allenano pure e con esperti ben precisi. Bonucci, nel corso della sua lunga carriera, ha dimostrato di averne tanta di ambizione, di orgoglio anche di più e, per le scelte fatte e per come sono state fatte, molto spesso è stato divisivo. Come può esserlo solo uno che in carriera ha indossato le maglie di Inter, Juventus e Milan e non si chiama Roberto Baggio. Anche nei suoi ultimi scampoli poco felici sul campo, però, non lo lasciano in pace. E i rumors tanto meno. Ma il centrale sa bene come si fa a scansarli e a ribadire, ancora una volta, che il suo destino può deciderlo solo lui.
La telenovela relativa il futuro di Bonucci ha dominato nelle ultime settimane e in sensi a cui non eravamo poi così abituati negli ultimi anni. Nel senso che del centrale italiano probabilmente non si parlava così tanto dai tempi del suo addio alla Juventus e del suo trasferimento (clamoroso) al Milan. Intanto, andando con ordine, è bene specificare che il difensore della Nazionale ha avuto un’altra stagione tormentata che ha fatto il paio con i tormenti che ha vissuto di per sé la Juventus. In Serie A ha collezionato 17 presenze, di cui solo dieci da titolare e con solo un gol all’attivo, che non è proprio ciò che è richiesto a un difensore, ma lui ci aveva abituato a ben altro.
Non sono state solo scelte tecniche di Massimiliano Allegri, che comunque su di lui ci ha puntato anche nello spogliatoio e con cui adesso ha un buon rapporto, ma soprattutto i tanti, tantissimi infortuni che spesso l’hanno costretto ai box e a dover recuperare prima di tornare in campo. Dopo l’ultimo ko che sembrava aver decretato la chiusura anticipata della sua stagione, molti tifosi e non hanno iniziato a parlare di un possibile ritiro un anno prima della naturale scadenza del suo contratto. Voci che poi ha stoppato lo stesso calciatore con delle dichiarazioni indirette, ma ben chiare: “Quando il prossimo anno smetterò di giocare credo che si chiuderà un’era di difesa e di modo di interpretare la difesa all’italiana. È un motivo d’orgoglio essere lì tra i grandi e speriamo che anche altri difensori che cresceranno prenderanno come idoli noi quattro e questo significa aver fatto tanto e aver lasciato tanto al calcio il che non è mai così scontato”.
Il tutto all’interno di un discorso più ampio, ovviamente, in cui Bonucci ha ripercorso la parte più bella della sua storia alla Juventus: “Entrare dentro quello spogliatoio era come un bambino alle giostre. Ancora oggi mi emoziono. Ero giovane, giocavamo contro lo Shamrock Rovers ai preliminari di Europa League con Delneri in panchina. Da bambino quando rincorre il pallone sogni di giocare con squadre come la Juventus e riuscirci 500 volte significa davvero aver fatto la storia di questo club e questo è motivo di grande orgoglio ed emozione”. E ha aggiunto, anche con una bella dose di emozione: “Con gli occhi aperti ammiravo i tifosi attorno a noi e mentre correvo in ritiro mi chiedevo se stessi sognando o fosse tutto vero“.
E l’amore di certo non è mancato e non manca: “È la maglia che sogni di indossare da bambino. Io davanti ai grandi eventi come giocare in Champions ho sempre cercato di non vedere ciò che mi circondava, mi sono concentrato su me stesso raggiungendo un equilibrio che mi faceva pensare solo a quello che c’era da fare con o senza palla senza ascoltare nulla attorno a me”. E riferendosi al trio da sogno con Barzagli e Chiellini: “Il segreto è che si è creata anche un’amicizia fuori dal campo. Io ero il più piccolo e ho imparato molto da loro. Conte ha avuto l’intuizione di farci giocare con la difesa a tre”.
Con queste parole, arrivate anche un po’ a sorpresa, l’ex Inter e Milan ha confermato che a fine 2024 per lui sarà l’occasione per dire addio al pallone giocato e su questo, quindi, nel bene e nel male, non ci sono più dubbi. Ma dove finirà la sua carriera? Sì, perché diversi esperti di calciomercato, anche all’estero, hanno iniziato a ipotizzare una partenza e in particolare in Francia, alla corte del Marsiglia. E i transalpini e la Juventus erano già al tavolo delle trattative per il riscatto di Arkadiusz Milik da parte dei piemontesi, poi concretizzatosi.
E tutto è successo proprio nel momento in cui Bonucci era impegnato con la Nazionale nelle ultime partite che era importante per i progetti e per dare adito a una nuova era. E, proprio in quel caso, non è andata esattamente come poteva sognare, dato che il suo errore ha provocato di fatto il gol della Spagna. E da lì, praticamente in contemporanea con le voci di calciomercato, sono ritornate puntuali anche i rumors di ritiro e questa volta dalla Nazionale italiana che forse a questo punto è anche più pesante.
Ora, su questo ultimo punto non ci sono state conferme o smentite, ma a un anno dal ritiro ufficiale restare sarebbe utile per fare da chioccia ai più giovani, trasmettere le sue conoscenze a chi gli succederà. Come una staffetta con la storia e come dovrebbe essere sempre. Fatto sta che su questo vere e proprie smentite non ce ne sono state, ma sull’eventuale passaggio al Marsiglia sì. Bonucci resterà alla Juventus per un altro anno, fine alla fine appunto e la certezza decisiva, se serviva, è arrivata dallo stesso calciatore che su Instagram ha pubblicato una storia con lo stemma della Juventus e un punto a chiudere. Come a dire: “Resto a Torino. Punto”. E così sia. Sperando che sia un anno più lieto e meno turbolento di quanto è stato quello che si è concluso da poco.
Insomma, la telenovela si è chiusa come si doveva chiudere e con Allegri che fa intendere di tenere volentieri il calciatore e che il difensore è felice di restare. Tutti contenti, ma le critiche non si fermano, forse anche con un po’ di ingiustizia. Perché lo sport è così: anche se hai scritto la storia, basta perdere smalto, condizione o un paio di stagioni per essere dimenticato o osteggiato. Ancora di più se sei passato al Milan sul più bello e lì non hai dimostrato di essere indispensabile, anzi. Di detrattori Bonucci, quindi, ne ha tanti e si scatenano puntualmente anche sui social per far sentire la loro presenza, anche quando il ragazzone alto 190 centimetri e con la personalità strabordante va in Nazionale. Anche se c’è ancora chi lo sostiene e non dimentica quanto fatto, come fanno i veri tifosi.
Ma i tifosi non fanno il calciomercato e non scrivono il futuro, non del tutto. E alla fine, fino alla fine, Bonucci finirà come ha deciso di finire e, nel suo piccolo, non da titolarissimo e senza più cinquanta presenze a stagione, potrebbe ancora contribuire a scrivere un’altra storia bellissima e grande. Che offuscherebbe anche i recenti errori e i momenti più difficili.
Detto, quindi, che il futuro di Bonucci, a meno di nuovi stravolgimenti attesi e ribaltoni di parte (anche con tanti malintesi da mettere all’attivo), dovrebbe proseguire alla Juventus, c’è un reparto da blindare e da aggiornare, una batteria di difensori da chiudere e che deve essere il lustro di una squadra che negli anni, e soprattutto con Allegri in panchina, ha fatto della solidità e dell’impenetrabilità della sua retroguardia il punto di forza maggiore con cui raggiungere i successi e vincere le coppe. Per questo obiettivo, che poi si traduce direttamente nella parola scudetto, il centrale ex Inter e Milan avrà comunque un ruolo cruciale, perché la sua esperienza sarà fondamentale da titolare e a partita in corso, ma soprattutto per trasmettere i valori che ha acquisito nel tempo e con i risultati ai nuovi arrivati e a chi deve ancora masticare chiusure, interventi, grinta e mentalità ad alti livelli. Il tecnico livornese, quindi, pensa a Bonucci come un leader che possa permettere alla rosa di uscire dalle situazioni difficili, di dominare i diversi momenti della partita e accelerare quando serve, chiudersi quando è necessario per portare a casa i tre punti, anche di corto muso. Pensa a lui come un riferimento che non può essere ignorato e che non è più ingombrante per le pretese di titolarità, anzi è un valore aggiunto per far sì che la prossima generazione, già in cantiere e che verrà alimentata con il calciomercato, non sia da meno rispetto a quella che Leo ha vissuto a pieno e da protagonista.
Chi resterà assolutamente e, proprio al fianco di Bonucci, sarà un leader certo del reparto è Danilo. Quello scambio con Joao Cancelo, da tanti criticato e bistrattato quando era nell’aria e poi quando si è concluso, in realtà ha dato alla Juventus un pilastro di cui ora Allegri proprio non può fare a meno. Chiude, imposta, comanda e sa che direzione dare a tutta la squadra per far sì che le cose vadano per il meglio. Sì, l’ex Manchester City a livello tecnico e nello spogliatoio è un elemento di cui non si può proprio fare a meno. Un intoccabile, perché è con gente come lui che si costruiscono i successi e si portano a casa. Che serve anche l’esperienza per vincere e non solo i giovani, se qualcuno se lo fosse dimenticato.
Attenzione, però, che a proposito di giovani ce n’è un altro che sta sempre più scalando le gerarchie e può essere considerato a tutti gli effetti un titolare della Vecchia Signora. Stiamo parlando di quel Federico Gatti che, oltre agli scherzi e alle ironie facili con cognome e numero, si fa in mille pezzi per garantire ai suoi fisicità, copertura e anche qualche gol pesante, rigorosamente di testa. Anche lui è un intoccabile, soprattutto per quello che è riuscito a fare nell’ultima stagione e in Europa League, in cui a un certo punto si è trasformato in bomber silenzioso in grado di portare i suoi alle porte della finale in una stagione travagliata e ricca di stop inattesi.
Senza dimenticarci di Gleison Bremer. L’altalena di prestazioni è stata, a conti fatti, il problema più grande che il brasiliano ha dovuto fronteggiare nel corso del suo primo anno a Torino, sponda bianconera. Visto quanto è stato pagato e con un duello serrato di calciomercato con l’Inter, in tanti pensavano di avere subito a disposizione uno dei centrali migliori in assoluto in circolazione, anche perché già abituato a un sistema di gioco a tre dietro. Probabilmente dall’anno prossimo, ma con caratteristiche da marcatore puro, sarà lui a ricoprire il ruolo di centralone in mezzo, coperto anche dai due braccetti. Certo, dovrà limitare qualche errore di troppo e dare maggiore sicurezza all’intero reparto, ma la strada è quella giusta per essere un riferimento assoluto del presente e del futuro, come è giusto che sia. Anche per lui il mercato è piuttosto fermo e di sacrifici all’orizzonte non ce ne sono.
Se consideriamo che anche per Daniele Rugani e Alex Sandro di grosse offerte all’orizzonte non se ne vedono e che, almeno per il loro ultimo anno di contratto, dovrebbero restare a Torino (complice un ingaggio che non è proprio alla portata di tutti), almeno numericamente, la batteria a disposizione di Allegri sembra già predisposta. Una sicurezza che potrebbe portare la società a investire altrove, laddove invece il restyling potrebbe essere massiccio e portare uno svecchiamento che anche i tifosi invocano da tempo. Pensiamo sicuramente ai laterali che, soprattutto a destra, dovranno cambiare notevolmente e, infatti nel mirino c’è già gente come Timothy Castagne, Wilfried Singo e profili di questo tipo che potrebbero rappresentare il futuro. A sinistra da tempo nel mirino c’è Fabiano Parisi, ma la concorrenza è tanta e la voglia di spendere non così impellente. Resta comunque l’operazione più calda tra quelle elencate, come è giusto che sia visto il valore del talento dell’Empoli.
Tornando al discorso dei centrali puri, però, non è poi così detto che la società non si convinca a chiudere almeno un’operazione di livello. Sicuramente riguarderà un giovane, uno che tra un anno sia già pronto a prendere l’eredità di Bonucci, non solo a livello tecnico, ma anche nello spogliatoio. E, anche in questo caso, c’è già una piccola lista ristretta che potrebbe fare al caso dei bianconeri. Un nome ce lo portiamo dietro e già dall’anno scorso, quando però l’operazione non è andata a buon fine. Ci riferiamo a Pau Torres, quello che dal punto di vista tecnico sarebbe il più simile a Bonucci, per la capacità di indirizzare il gioco, iniziare la manovra e anche per la leadership intrinseca che riesce ad avere nel reparto che poi è una caratteristica ben precisa di alcuni tipi di difensore. Il fisico è dalla sua parte e lo sarebbe sicuramente nell’adattamento in Italia: anche per questo la società ha veramente pochi dubbi sulle sue qualità, ma i problemi nascono se si pensa alla sua valutazione. Lo spagnolo non è più giovanissimo, è un classe 1997 ed è arrivato al pieno della sua carriera, ma con il meglio che, in realtà, deve ancora venire. In più ha già collezionato e da protagonista diverse presenze in Champions League e nella nazionale maggiore della Spagna. E non è poco. Il percorso al Villarreal gli è servito per emergere a certi livelli e restarci stabilmente. Certo, i costi limitano la fattibilità dell’operazione, ma se la Juventus dovesse riuscire a racimolare il tesoretto necessario, non è detto che non destini buona parte al suo acquisto. Con la certezza che non sarebbero soldi investiti male.
I bianconeri, inoltre, sono comunque molti attenti al futuro di Giorgio Scalvini. Il giovanissimo difensore dell’Atalanta ha già dimostrato nella stagione appena trascorsa di avere tutto ciò che serve nel suo repertorio tecnico per diventare uno dei top assoluti nel suo ruolo. È italiano, e anche questo conta, conosce già la Serie A, le sue dinamiche e gli avversari che dovrà fronteggiare. L’adattamento a una big conclamata dovrà esserci, perché è comunque diversa la richiesta di risultati e la continuità di prestazioni, ma su di lui nel nostro paese e non solo (lo segue da vicino e con grande attenzione anche Pep Guardiola, e qualcosa vorrà dire) ci sono veramente pochi dubbi.
Per chi non avesse seguito il suo anno e la sua crescita impetuosa che l’ha portato anche in Nazionale e da molto più che sola speranza per il futuro, si tratta di un mediano che con il tempo Gian Piero Gasperini ha deciso di impostare nella linea arretrata e con ottimi risultati. Scalvini, da destro puro, ha giocato un’ottima stagione nella posizione di braccetto di sinistra e con la dura palestra dell’Atalanta che costringe i suoi centrali a giocare molto alti e uomo contro uomo, ma anche a blindare l’area di rigore, quando e se serve.
Insomma, il talentissimo che molti osano chiamare predestinato è riuscito a disimpegnarsi al meglio in entrambe le fasi di gioco e sfruttando anche i piedi buoni, da centrocampista puro, che gli permettono di iniziare l’azione e anche di giocare in posizione più avanzata senza problemi. All’occorrenza, infatti, Scalvini può tranquillamente tornare a coprire il ruolo del mediano e potrebbe farlo anche alla Juventus. In molti, inoltre, lo vedono quasi in un ruolo alla Stones che Guardiola ha portato a una nuova progressione del suo stile di gioco grazie alla sua fisicità.
Dal punto di vista tecnico, quindi, di dubbi non ne ha nessuno, neanche Inter e Napoli che sul calciatore ci sono da parecchio e non disdegnerebbero l’affondo. Le cifre, però, non quadrano così tanto, anzi non quadrano affatto: i bergamaschi per il cartellino del loro gioiello continuano a chiedere 40-50 milioni di euro. Uno sproposito che è sinonimo di incedibilità in Italia, almeno per il momento. In futuro, però, e sempre grazie a quel tesoretto che la Juventus spera di costruirsi con le cessioni, le cose potrebbero cambiare, anche perché Scalvini sembra sulla carta l’erede perfetto di Alex Sandro sul centro-sinistra e con la licenza di aumentare ancora di più la fisicità a disposizione di Allegri, che di certo a lui non dispiace.
Insomma, ancora c’è tanto da fare e da decidere per la costruzione della Juventus del futuro, ma Bonucci alla fine, e nonostante i suoi detrattori, sarà ancora lì (sorprese permettendo). E potrebbero giovarne tutti, a partire dal suo allenatore.
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