A quasi otto mesi dal voto delle ultime politiche, non è escluso che ci possano essere dei cambiamenti alla Camera dei deputati. In base, infatti, a un emendamento presentato da Forza Italia alla Giunta per le Elezioni di Montecitorio, dovuto ancora a un ricorso presentato da Andrea Gentile (non eletto nel collegio uninominale di Cosenza), si dovrebbero ricalcolare le schede nulle non solo per quanto concerne l’effettivo seggio di Anna Laura Orrico, del MoVimento 5 stelle, ma anche per quanto riguarda un’altra trentina di parlamentari tra cui spiccano anche nomi illustri come quello di Umberto Bossi o Gianni Cuperlo, o addirittura quello della ministra della Famiglia, Eugenia Roccella.
Nonostante, infatti, dalla Giunta abbiano minimizzato il problema che si potrebbe creare con i nuovi criteri suggeriti dai forzisti per il calcolo delle schede nulle, una relazione dei pentastellati racconta un mescolamento di carte non da poco anche tra chi non ha presentato ricorso per poter avere un seggio alla Camera dei deputati.
Immaginate come la prendereste se, dopo quasi otto mesi dalla pubblicazione dell’esito di un concorso che avete vinto (con merito), dovesse saltare il banco facendovi rimanere senza il lavoro e senza nulla a cui appellarvi. Male, vero? Be’, di questi scenari probabilmente se vedono parecchi in giro per il mondo, ma questa volta potrebbe capitare ai deputati eletti alle politiche del 25 settembre, una trentina, che, a causa di un emendamento di Forza Italia, potrebbero non avere più il seggio che si erano assicurati prendendo un voto in più degli altri candidati.
Ma andiamo con ordine, soprattutto per capire meglio il rischio che effettivamente corrono i parlamentari della Camera in bilico, e da cosa è partito tutto questo possibile tran tran di politici. Andrea Gentile, candidato con il gruppo di Silvio Berlusconi e con tutto il centrodestra nel collegio uninominale U02 della Calabria, quello di Cosenza per intenderci, ha visto il sogno di tornare in Parlamento sfumare per una manciata di voti, appena 482. Con il 36,35% delle preferenze contro il 36,61% di Anna Laura Orrico del MoVimento 5 stelle, il figlio e nipote d’arte ha dovuto cedere il posto alla pentastellata, ma non senza remore, tanto che ha presentato un ricorso che potrebbe, appunto, ridisegnare l’aula di Montecitorio.
I forzisti, infatti, hanno presentato un emendamento alla Giunta per le Elezioni della Camera in cui si fissano (e a tempo ormai scaduto) nuovi criteri per il calcolo delle schede nulle, ovvero facendo in modo che il voto di chi, sbagliando, ha barrato due simboli a sostegno di un unico candidato (in questo caso Gentile, appunto) venga attribuito a lui e non vada a finire nel dimenticatoio.
Se, però, per la Giunta stessa non è un problema, anche perché nei fatti nessun altro ha presentato ricorso, un discorso diverso si deve fare per il MoVimento 5 stelle, che ha chiesto il consulto di un professore esperto di leggi elettorali come Michele Guatini che, in una relazione, ha fatto presente che di cambiamenti ce ne sarebbero anche oltre il collegio uninominale della provincia calabrese. “Saremo chiamati a ricontare tutte le schede nulla in commissione con effetti imprevisti“, ha spiegato la deputata che potrebbe perdere il seggio in favore dell’azzurro.
“In caso passasse questa linea interpretativa, gli effetti potrebbero andare ben al di là del destino del collegio di Cosenza. Innanzitutto verrebbero coinvolti quei collegi uninominali decisi per pochi voti e che, a fronte di un eventuale riconteggio delle schede nulle alla luce dell’eventuale nuovo indirizzo deciso dalla Giunta, potrebbero vedere ribaltato l’esito. Inoltre, stante l’impostazione dell’attuale legge elettorale, vi deve essere piena rispondenza tra i voti assegnati al candidato del collegio uninominale e i voti assegnati alla lista o coalizione di liste collegata al candidato in quel collegio – si legge nel documento affidato al partito di Giuseppe Conte -. Pertanto eventuali schede con voti considerati validi per il candidato del collegio uninominale ma che non è possibile attribuire a una specifica lista a causa di segni plurimi, devono subire la stessa sorte delle schede dove è apposto un segno unicamente sul nome del candidato uninominale, cioè ripartire il voto tra le liste della coalizione“.
Per esempio, nel collegio Piemonte 2, dovrebbe vincere Stefano Lepri, in quota Partito democratico, che prenderebbe il posto di Augusta Montaruli di Fratelli d’Italia, che però, a sua volta, verrebbe eletta nel collegio plurinominale Piemonte-P01 in luogo di un altro deputato del partito della premier, Giorgia Meloni, ovvero Marco Perissa, che (ancora) non dovrebbe lasciare l’aula di Montecitorio perché verrebbe eletto nel collegio plurinominale Piemonte-P02 ai danni di Immacolata Zurzolo, che lei sì che dovrebbe lasciare il seggio vinto alla Camera il 25 settembre.
Seguendo questa impostazione a rischio ci sarebbero, dicevamo, i seggi di molti deputati in tutto, e provenienti da tutti gli schieramenti. Solo da Fratelli d’Italia sarebbero otto, tra cui spicca soprattutto il nome della ministra della Famiglia, Eugenia Roccella, che è comunque in buone compagnia (di donne) con la stessa Zurzolo, Daniela Dondi, Beatrice Colombo, Letizia Giorgianni, Grazia Di Maggio, ma anche Antonio Giordano e Aldo Mattia. Sempre dalle fila del centrodestra, ma in quota Forza Italia, ci sono poi Cristina Rossello, Chiara Tenerini, Catia Polidori, Vito De Palma e Andrea Caroppo, mentre dalla Lega rischia il posto Riccardo Augusto Marchetti e addirittura il senatur Umberto Bossi, per cui c’era stato qualche problema anche all’indomani dell’elezione.
In molti, per la precisione in dieci, perderebbero il posto anche dal Partito democratico, e anche qua di nomi illustri ce ne sono, quello dell’ex ministro della Salute Roberto Speranza, per esempio, quello dell’ex candidato alle primarie Gianni Cuperlo, ma anche colei che è stata proposta da Enrico Letta come presidentessa della Camera Maria Cecilia Guerra. Assieme a loro ci sono, poi, Andrea De Maria, Roberto Morassut, Marco Simiani, Andrea Casu, Andrea Rossi, Ubaldo Pagano e Maria Stefania Marino.
Dalle fila dei pentastellati, ancora, potrebbero abbandonare la nave Valentina Barzotti, Carmen Elisa Scutellà, Emma Pavanelli e Andrea Quartini, ma non andrebbe meglio neanche a Isabella De Monte e Giulio Cesare Sottanelli di Azione, all’ex candidato sindaco di Roma Roberto Giachetti di Italia Viva, a Francesco Emilio Borrelli ed Elisabetta Piccolotti dell’alleanza Verdi e Sinistra e a Luca Pastorino, eletto con +Europa e quindi al gruppo misto.
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