Perde la mamma nel naufragio di Lampedusa, il piccolo Ismail preso in affido da una dottoressa

L’ultima tragedia in mare a Lampedusa ha lasciato orfano un piccolo bambino di 6 mesi, ora in affidamento a una dottoressa.

Alessandra Teresi e il piccolo Ismail
Alessandra Teresi e il piccolo Ismail – Nanopress.it

È la terribile storia che ci è arrivata in queste ore, tuttavia c’è stato un bel risvolto perché il piccolo ha trovato l’amore della rianimatrice del Poliambulatorio di Lampedusa, che ora ha in affidamento il piccolo migrante dopo che lei stessa si è proposta perché l’hotspot è al collasso e non c’erano le condizioni giuste per accogliere un bambino così piccolo. “È stato amore a prima vista”.

La storia del piccolo Ismail, orfano di un naufragio a Lampedusa

Continua l’emergenza migranti e con essa quella relativa ai tanti bambini che sono coinvolti nelle lunghe traversate, alcuni non accompagnati, altri rimangono orfani proprio a causa del viaggio in condizioni pessime.

Quello di cui parliamo oggi è un bellissimo atto di amore e umanità con cui la dottoressa Alessandra Teresi, medico della Rianimazione del 118 di Palermo, spesso di turno a Lampedusa all’interno del Poliambulatorio. Gli sbarchi proseguono senza sosta e questo porta l’hotspot di contrada Imbriacola costantemente al collasso nonostante i diversi trasferimenti che ogni giorno vengono organizzati.

Proprio a causa di questa situazione è difficile aprire la porta ad altri migranti e infatti quelli dell’ultima tragedia in mare hanno fatto molta difficoltà ad entrare nel centro di prima accoglienza. In questo quadro emergenziale sotto tutti i punti di vista, il piccolo Ismail avrebbe faticato a sopravvivere perché, rimasto orfano a soli 6 mesi, non aveva un luogo adatto per essere accolto.

Ha perso la mamma in un naufragio a Lampedusa ma ha subito trovato casa e un posto sicuro grazie all’incontro fortuito con la dottoressa che si è subito innamorata di quegli occhioni scuri e profondi che inconsapevolmente avevano visto orrori inenarrabili fino al tentativo di fuga dalle persecuzioni, nel quale ha perso la madre e sebbene il padre sia ancora in vita, anche lui è d’accordo con questa decisione perché probabilmente non può garantire una prospettiva di vita altrettanto buona per il piccolo.

“È stato amore a prima vista, non potevo fare finta di nulla e mi sono offerta per prendere con me questo bambino dal destino incerto”

ha raccontato la 51enne al Corriere della Sera.

Il 28 aprile c’era anche lei al molo Favaloro quando è arrivato Ismail in grave ipotermia, è stata lei a prestare i primi soccorsi insieme alla squadra di medici e infermieri del Poliambulatorio che è attivo sul posto per assistere i migranti che arrivano giornalmente. Da subito ha provato grande empatia per quel bimbo e si è sentita molto coinvolta, così ha richiesto formalmente al questore di Agrigento Emanuele Ricifari, di poter adottare il bambino.

In seguito i Servizi sociali e il tribunale per i minorenni di Palermo sono entrati in gioco analizzando la fattibilità della cosa.

“è stata una scelta naturale e istintiva, l’ho fatta con il cuore e non c’era un’alternativa. mio marito e mio figlio mi hanno appoggiato e anche i miei genitori sono contenti, ismail è un bambino fantastico che ora è tornato in salute anche grazie al supporto costante di tanti amici che ci hanno portato culla, giochi e abitini. voglio per lui una vita normale”.

Il dramma degli scafisti

Questo riporta alla luce nuovamente la criminalità organizzata degli scafisti ed è giusto definirla così perché queste persone condannano a morte quasi certa tanti migranti disperati che si mettono in viaggio per una vita migliore.

Luoghi come Sfax, da cui parte la maggior parte delle traversate, e Lampedusa come destinazione più raggiunta, sono diventati simbolo dell’emergenza migranti ma ci sono persone che incentivano questi viaggi della morte addirittura come abbiamo visto in diversi casi, promuovendoli al pari di una gita in crociera.

Migranti
Migranti – Nanopress.it

Sono gli scafisti, persone che si arricchiscono sulla pelle di gente disperata chiedendo molti soldi senza promettere nulla, infatti le imbarcazioni sono precarie e spesso sovraffollate. Difficilmente reggeranno le condizioni meteo del Mediterraneo e le onde violente ma basta anche una piccolissima speranza per convincere tanti a partire.

La stessa che ha portato la mamma di Ismael ad avventurarsi lasciando in Tunisia il padre del piccolo perché gli scafisti gli hanno impedito di imbarcarsi. Di certo non avrebbe mai immaginato di non aver più rivisto la sua famiglia ma il rischio è stato accettato, così come fanno tantissimi migranti ogni giorno.

La tragedia dove ha perso la vita la mamma di Ismail

Il naufragio dove ha perso la vita la mamma del piccolo di 6 mesi è avvenuto nella notte fra il 28 e il 29 aprile in acque Sar italiane. La Guardia costiera stava soccorrendo un barchino che poi si è ribaltato e le 46 persone a bordo sono state soccorse ma alcune risultavano disperse, compresa la donna.

Ismael è stato visitato da un pediatra e dopo essere stato stabilizzato, i funzionari della questura si sono attivati per comprare latte, pannolini e tutto l’occorrente, compresa la crema per le gengive dal momento che stavano spuntando i primi dentini.

Ismail in braccio ai poliziotti
Ismail in braccio ai poliziotti – Nanopress.it

Una storia commovente fatta di amore, che è arrivata anche al presidente della Regione Sicilia Renato Schifani che ha commentato ringraziando chi si è operato per il piccolo Ismail che grazie all’impegno di tutti, avrà una seconda possibilità.

 

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