Il Perù continua ad essere attraversato da numerosissime proteste e il bilancio causato delle manifestazioni e degli scontri tra cittadini e polizia è in continuo aumento. Data l’intensità dei conflitti e, sopratutto, ciò che ne è scaturito la presidente Dina Boluarte e ha deciso di chiedere al Congresso la possibilità di discutere dell’anticipazione delle elezioni primarie a dicembre 2023.
La riunione di ieri è stata preceduta da quella della scorsa settimana nella quale, però, Boluarte ha ricevuto esito sfavorevole in merito al riesaminare l’avanzamento delle lezioni. Questa volta ha fatto un vero e proprio appello alla popolazione e all’ambito politico chiedendo di seguire il corso degli eventi e di adottare una politica che potesse portare beneficio al paese. Ovviamente il popolo sta mettendo al suo quadro il Perù e la presidente ha specificato anche che nel caso non riuscisse ad ottenere una maggioranza e quindi un riesame effettivo per anticipare a dicembre le nuove elezioni attuerà delle modifiche che andranno sostituire alcune leggi costituzionali in modo da poterla lei stessa anticipare l’accesso dei cittadini alle urne.
Questo deriva dal fatto che sono mesi dove ormai il Perù virgola che si trovava già in una condizione estremamente critica, deve affrontare quotidianamente guerriglia e scontri tra polizia e manifestanti e in atto dal 19 di gennaio la presa di Lima e lo sciopero nazionale che ha portato per l’appunto a questa decisione delle istituzioni statali governative.
La priorità ora è a riuscire a placare il popolo e permettere hai peruviani di riprendere il corso della propria vita sentendosi tutelati e rappresentati da qualcuno che Provenga da una loro scelta. La prima sessione non è andata però come previsto e alle 11, ora locale, se si terrà Un altro round dove sarà necessario però riuscire ad arrivare a una conclusione.
In Perù è scoppiato il caos dopo il golpe di Castillo che è finito, però, con il suo arresto e virgola tuttora si trova in stato detentivo e la pena della Corte Suprema peruviana è stata di 18 mesi di reclusione, il presidente è stato sostituito dalla sua vice Dina Boluarte che era per l’appunto al fianco dell’ ex capo di Stato durante il suo mandato. Ciò che non è andato a genio hai peruviani ma anche a molti esponenti politici è stato per l’appunto il modo in cui è scaturita la faccenda ovvero tramite un messaggio tv dell’ex presidente, dove spiegava di voler sciogliere le camere e quindi far cadere il Congresso e avviare un governo di emergenza.
Nessuno dei suoi ministri era al corrente di questa idea di Castillo e la prima reazione spontanea di tutti sono state immediatamente le dimissioni. Ma, ciononostante, man mano che le ore passavano qualcosa cominciava a insinuarsi nella loro testa e hanno esternato la possibilità che Castillo potesse essere stato costretto a fare il discorso in tv, dato che nonostante avesse in programma una terza mozione di sfiducia ne aveva già superate due senza il minimo problema e questa mossa non avrebbe invece portato a niente se non a quello che è stato.
Il popolo ha cominciato a protestare contro le istituzioni statali e governative perché già debilitato da una crisi sociale e umanitaria importante, ma anche da anni di pandemia, che hanno portato ulteriore precarietà all’interno della società peruviana. I cittadini si sono sentiti trascurati e non considerati in una situazione nella quale invece gridano aiuto, chiedono sostegno per una vita dignitosa.
Nelle ultime settimane si è assistito in territorio per un viano ah di un repentino aumento delle proteste che,piano piano, si sono trasformate in una vera e propria rivoluzione che ha bloccato il paese con numerosissimi blocchi stradali e autostradali che hanno arrecato danno all’economia e negli scontri tra protestanti e polizia si sono verificati oltre 50 morti.
La situazione è insostenibile e si è formato uno sciopero nazionale sostenuto da moltissimi universitari e associazioni universitarie ma anche da persone che non ritengono giusto ciò che è successo e vogliono elezioni immediate man mano che l’attenzione cresceva è emerso che la stessa Presidente ha pensato di mollare il colpo e lasciare il timone del Perù ma è stata bloccata dai suoi colleghi.
Dopo tutta questa ondata di violenza e l’opposizione e quindi la controparte politica la presidente ha deciso che nel caso in cui non fosse stata raggiunta la maggioranza avrebbe optato per due riforme legislative costituzionali e quindi ad una modifica della carta magna.
La prima sessione plenaria del congresso si è conclusa con 66 voti a favore e ha approvato il riesame per anticipare le elezioni a dicembre di quest’anno. Questo dopo che la maggioranza aveva deciso di bocciare il riesame la scorsa settimana, creando ancora più tensione e nervosismo.
Il Parlamento ha difatti bocciato la riforma costituzionale sull’anticipazione delle elezioni politiche per il mese di ottobre. Tuttavia, il riesame era previsto per questo lunedì ovvero per la giornata di ieri.
Il capo di Stato in un messaggio alla nazione ha chiesto al Congresso di votare a favore dell’anticipazione delle elezioni generali e per poterle così attuare nel 2023 ma specificato fin da subito che, nel caso in cui non andasse a buon fine la votazione politica, ha in serbo due iniziative che andrebbero a modificare la costituzione vigente.
La prima modifica andrebbe sostanzialmente a cambiare la durata del mandato presidenziale ovvero ne stabilisce stabilisce la riduzione, Decisione non accolta molto bene da parte dei congressisti e dei rappresentanti Per Parlamento. È inoltre previsto che il Presidente della Repubblica possa invocare elezioni generali per la seconda domenica di ottobre di e quindi ad oggi il governo e il Congresso stanno facendo quanto possibile per riuscire ad attuare e applicare le leggi necessarie per procedere invia costituzionale.
L’intento, a detta del capo di stato, non è create scompiglio ma accelerare un’azione richiesta dal popolo e necessaria per evitare ulteriori morti e feriti. Non è facile dover andare contro ogni ordinamento giuridico ma le elezioni, tanto sono invocate dal popolo, sembrano essere l’unica soluzione attuabile per riuscire a riportare un equilibrio all’interno del Perù.
Luis Roel Alva, ex secondo vicepresidente del Congresso, si è rammaricato del fatto che si sia verificando del ritardo e, questo a causa del ramo legislativo. A suo avviso ritardare le elezioni non è mai un buon metodo da adottare e bisogna fare di tutto perché il popolo ormai stremato non si rivolti. Il deputato ha spiegato che lo stallo attuale ha ovviamente a che vedere con gli interessi politici all’interno del Parlamento ed è proprio per questo che non si è ancora raggiunto un accordo ovvero riuscire ad ottenere il più possibile prima di dare l’okay.
Il parlamentare ha poi riferito, al quotidiano peruviano la Republica che: “Sono ai poli opposti. C’è una posizione che vuole elezioni anticipate, ma con un’assemblea costituente e all’interno di ogni gruppo hanno le proprie richieste. Altri dicono niente assemblea costituente, ma con riforme politiche”.
Allo stesso modo, il legislatore di Azione Popolare ha aggiunto: “L’accordo per un’elezione anticipata questo 2023 dovrebbe essere qualcosa di naturale, qualcosa che viene a ogni deputato, poiché dobbiamo trovare una soluzione politica a tutto questo problema. Questa crisi sociale dovrebbe essere risolta dal apparato politico.”
Dopo il voto, il capo della Commissione costituzione ha poi proposto una riunione intermedia per ascoltare ciascuno dei banchi e proporre un nuovo testo sostitutivo. Richiesta accolta da Williams Zapata che ha sollevato non poca discussione e polemica.
Nel caso in cui l’iniziativa di anticipare le elezioni raggiunga 87 voti a favore, dovrebbe essere ratificata in una seconda votazione nella prossima legislatura, che inizia il 15 febbraio. Un altro scenario è che, se approvato con un minimo di 66 voti, il progetto dovrebbe essere attuato tramite referendum.
Protagonisti di questa giornata il Fujimorista Guerra ma anche Miguel Ángel Torres, leader della partita arancione..
Hector Ventura, membro del Congresso della Fuerza Popular, ha espresso il suo parere sfavorevole e a rifiutato specificando anche la sua scelta sui social del Congresso. Nello specifico Non approva che che il Governo di Boluarte Zegarra abbia scelto di presentare in caso di cui l’anticipo delle lezioni non andasse a buon fine una riforma costituzionale.
Il leader, chiaramente dell’opposizione, ha precisato anche che: “Avanzate e riforme, ma mai un cambiamento totale della Costituzione che abbia tolto dalla povertà più della metà dei peruviani. Questo sta giocando con gli estremisti”.
Si è alzata molta tensione e attenzione riguardo al self della presidente volo arte e qualsiasi cosa decidesse di fare sarebbe comunque presa di mira e sotto i riflettori. La prima scelta di riforma costituzionale di cui stiamo parlando tratta il fatto di indire le elezioni generali per il 15 ottobre e il secondo turno sarebbe a dicembre
Boluarte ha specificato domenica scorsa che: “Annuncio che, se il consenso al Congresso per anticipare le elezioni al 2023 non prospererà, l’Esecutivo presenterà immediatamente due iniziative, la prima è una riforma costituzionale in modo che le elezioni generali siano quest’anno, il primo turno in ottobre e il secondo a dicembre”.
Il secondo punto ma non per importanza è legato alla magna carta del 1993. La Presidente ha annunciato che la Commissione Costituzione del prossimo Congresso si occuperà personalmente della “riforma totale” della Costituzione.
Boluarte ha infatti affermato: “La seconda proposta è un disegno di legge che intende regolare una volta per tutte il dibattito sulla riforma della Costituzione, una questione che viene costantemente utilizzata da alcune forze politiche per pregiudicare qualsiasi soluzione democratica alla situazione attuale. In particolare, intendo proporre che il prossimo Congresso eletto affidi alla Commissione per la Costituzione la riforma totale della Costituzione del 1993 .”
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