In Perù continuano le proteste dopo l’arresto di Pedro Castillo e l’insediamento della vicepresidente Boularte come nuovo capo di Stato. Momenti di tensione tra i sostenitori dell’ex presidente destituito, che chiedono il suo rilascio ma anche elezioni anticipate e una nuova costituzione.
Le vicende degli ultimi giorni in Perù mostrano un quadro complicato che ha sconvolto il governo e ha portato numerosissimi manifestanti inizialmente per le strade di Lima, ma successivamente le proteste si sono moltiplicate nel Paese soprattutto al nord nelle zone andine. Non solo, perché poi è scoppiata una vera e propria guerriglia, nella giornata di ieri nella zona di che si trova nella regione di Apurimac, dove i manifestanti si sono scontrati con le forze dell’ordine e, fonti ospedaliere, hanno riferito della morte di due persone di cui un ragazzo di 18 anni colpito violentemente la testa. Le autorità hanno poi confermato le notizie emerse dall’ospedale.
Pedro Castillo nella giornata di mercoledì 7 dicembre, giorno in cui avrebbe dovuto affrontare la terza mozione di sfiducia, ha deciso di tentare l’ultima disperata azione per non perdere la carica di presidente del Perù. Ha sorpreso il Paese con un discorso in diretta tv sull’emittente nazionale che ha scioccato un’intera nazione.
Castillo ha deciso di sciogliere le Camere e così ha fatto crollare il governo per indurne uno di emergenza. Questa azione è stata ritenuta non consona e adeguata alla costituzione anche dai ministri che appoggiavano l’ex presidente. Ad esempio il primo a rinunciare alla propria carica è stato il ministro degli interni che ha ritenuto l’azione del leader, ex sindacalista, non costituzionale. Nel giro di poche ore anche altri ministri hanno deciso di non dare la propria fiducia, in questa azione a Castillo, che è quindi stato costretto ad una fuga.
Mentre tutto questo accadeva nella capitale Lima, il paese appresa la notizia è sceso in strada e i peruviani hanno cominciato una manifestazione contro le istituzioni e contro questa crisi che porterà soltanto altra difficoltà e povertà. Il popolo ha chiesto perciò elezioni anticipate in modo da non rischiare di far crollare ulteriormente l’economia.
Dopo il discorso di Castillo esponenti del suo partito hanno rivelato la possibilità che il presidente sia stato costretto a fare il discorso e soprattutto hanno rivelato alcuni particolari emersi da una telefonata col diretto interessato. Castillo è stato arrestato mentre tentava la fuga verso l’ambasciata messicana per chiedere asilo e quando la folla lo ha notato nell’auto, con la famiglia e le valigie, lo ha fermato, circondato per poi consegnarlo alle forze dell’ordine. L’ ex presidente è stato quindi arrestato e si trova in custodia presso la polizia peruviana. Dalle indiscrezioni emerse dagli esponenti politici vicino a Castillo ma anche semplicemente dai dubbi emerso nei sostenitori dell’ex capo di Stato hanno avviato proteste massicce che stanno sconvolgendo letteralmente il Perù. Per molti sostenitori dell’ex presidente l’uomo dovrebbe tornare in libertà e spiegare le sue azioni e la motivazione che lo ha spinto a tale comportamento.
Ma non solo, sono tantissimi coloro che ritengono che ciò che ha fatto Castillo non sia un reale colpo di Stato e considerano la sua destituzione un’operazione designata dall’opposizione, pertanto non riconoscono la neo eletta presidente Boularte.
Le tensioni hanno preceduto la formazione del governo ma non sono scemate neanche dopo. Le ultime ore hanno rivelato momenti di tensione e vera e propria guerriglia che sfociata in scontri violenti tra manifestanti sostenitori di Castillo e la polizia statale.
Nella città di Andahuaylas, città meridionale nella regione di Apurimac, si sono verificati scontri violentissimi che hanno provocato morti e feriti. I media locali hanno mostrato una vera e propria guerriglia urbana con i manifestanti che attaccavano la polizia con fionde pietre e le forze dell’ordine rispondevano con gas lacrimogeni. Gli scontri hanno portato al ferimento di decine di persone che stavano chiedendo a gran voce la liberazione di Castillo, lo sciopero nazionale e delle nuove elezioni democratiche.
Il malcontento della popolazione sta raggiungendo livelli importantissimi e questo è dovuto anche alla crisi nel quale si è trovato il Perù durante gli ultimi anni. La popolazione è sempre stata gestita da governi autoritari e con regimi molto duri con altissimi livelli di corruzione e ha visto, nel corso degli anni, numerose guerriglie interne che hanno impoverito il paese è sia dal lato sociale che economico. Il Covid ha poi provocato un’ulteriore impoverimento e la crisi è diventata insostenibile dopo lo scandalo dei vaccini emerso dove, le autorità statali governative, utilizzavano canali preferenziali per poter vaccinare i propri familiari e conoscenti senza far arrivare il vaccino alla popolazione.
La tensione che hanno mostrato i media locali durante le proteste avvenute sabato rivelano la reale situazione della popolazione, ovvero un popolo spaccato nettamente a metà tra chi sostiene che la destituzione di Castillo sia stata legittima, in contrasto con chi invece crede che sia stata una manovra attuata dall’opposizione per togliere dalla carica all’ex presidente.
I manifestanti hanno preso di mira le caserme della polizia e non hanno esitato a caricare e a gettarsi contro le forze dell’ordine. Un momento molto critico per il Perù, che rischia di sprofondare in una crisi umanitaria e in una guerra civile che metterebbe del tutto in ginocchio un paese già instabile e impoverito.
Gli ospedali della zona rivelano che ad Andahuaylas sono morte due persone tra cui un ragazzo di 18 anni per per un colpo alla testa. Altri 16 manifestanti e quattro poliziotti sono rimasti feriti seriamente durante gli scontri. Il ministro degli interni ha ha chiesto al popolo di mantenere la calma e di evitare nuovi scontri che provochino ulteriore tensione.
Ieri pomeriggio è stata indetta una riunione d’urgenza dal governo d’emergenza per parlare della crisi in atto, ma il Congresso di destra è finito per mostrare una vera e propria rissa all’interno del Parlamento. Ad oggi ancora nulla di fatto e la popolazione finché non avrà risposte certe e azioni concrete non ha intenzione di interrompere le manifestazioni.
Castillo gode di un sostegno straordinario da parte delle regioni rurali andine e la sua posizione di ex insegnante rurale ed ex sindacalista lo rende il candidato preferito del popolo lavoratore. Il Fronte Agrario sostiene fortemente Castillo e non crede che ciò che è accaduto mercoledì sia un reale impeachment o colpo di stato. Il partito di sinistra Perù Libero ha organizzato una manifestazione nella capitale Lima, nella storica Plaza sany Martin, che è per antonomasia il teatro delle manifestazioni politiche più importanti che si sono verificate nella storia del Perù.
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